Le Mafie tra noi, uno spazio per saperle riconoscere

Da Quotidiano della Calabria

L’immagine che apre questo mio primo intervento sul blog è tratta dalla home page del sito del “Quotidiano della Calabria” di qualche giorno fa e basta da sola a spiegare l’esigenza di una rubrica fissa su questo tema.

“Legalità è bellezza” sarà uno spazio aperto in cui cercheremo di approfondire temi legati alle infiltrazioni mafiose nel territorio toscano e ai fenomeni corruttivi. Ma sarà anche vetrina per ospitare altre realtà che nelle nostre province si occupano dei medesimi temi.

Perché, a pensarci bene, anche “legalità” è “bellezza”: la bellezza della tenuta di Suvignano a Monteroni d’Arbia tolta alla mafia, che un giorno, si spera, verrà restituita alla collettività; la bellezza dei ragazzi che ogni anno partono in centinaia per i campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie; la bellezza del “fresco profumo di libertà che ci fa rifiutare il puzzo del compromesso morale”, in ciascuna azione quotidiana, come ripeteva Paolo Borsellino.

Gli arresti delle scorse settimane ci dicono per l’ennesima volta che anche in Toscana le mafie hanno trovato terreno fertile ed occasioni di investimento. Gli addetti ai lavori lo ripetono da anni, la cronaca ci consegna solo tristi conferme.

Incontrai per la prima volta la Toscana e le mafie in una richiesta di misura cautelare di un decennio fa: la ‘ndrangheta e alcuni faccendieri italiani, in affari con i narcotrafficanti colombiani, consigliavano la "bella Toscana" per gli investimenti dei narcos, amanti dei resort e del buon vino. La scorsa settimana un’edicola è stata confiscata in pieno centro a Pisa, a seguito delle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Negli ultimi dieci anni, decine e decine di episodi simili.

Il compito di vigilare spetta a ciascuno di noi: l’ingresso nelle nostre economie locali di ingenti somme, spesso provenienti dall’estero, siano sempre un motivo per interrogarci sulla provenienza di quei soldi. Il salvataggio di posti di lavoro, in un momento difficile come questo, non diventi il pretesto per scendere a patti con l’illecito. La formazione nelle scuole, i campi di lavoro sono iniziative importanti, ma solo se parte di un percorso non fine a sé stesso, un percorso di conoscenza e approfondimento focalizzato sui territori toscani e sui rischi che la regione corre. I protocolli d’intesa tra i diversi attori pubblici e privati siano finalmente motori di un costante monitoraggio di ciò che accade nei nostri Comuni. La Carta di Pisa, il codice etico per gli amministratori pubblici sia adottata e rispettata dagli amministratori toscani, allontanando lo spettro della corruzione.

Cercheremo di approfondire questi temi nei prossimi mesi, ringraziando sin da ora gonews.it per l’ospitalità e l’attenzione a queste tematiche.

Emilia Lacroce