Incendi di Cerretti, il piromane era un volontario che spegneva i roghi. Appiccava il fuoco e poi dava l'allarne. Condannato a due anni dopo il patteggiamento

Un'immagine di uno degli incendi che hanno devastato i boschi fra Santa Maria a Monte e Castelfranco di Sotto

L'operazione del Corpo Forestale dello Stato di Pisa è durata due anni. Un'indagine andava avanti anche con intercettazioni ambientali. L'uomo è vicepresidente di un'associazione


Il piromane di Cerretti era il vicepresidente di un'associazione di volontariato per lo spegnimento degli incendi boschivi. E' stato individuato dagli uomini del Corpo forestale dello Stato di Pisa. 

E' il secondo piromane fermato dai forestali.

Le indagini sono state condotte nel massimo riserbo e ci sono voluti oltre due anni per individuare l’autore dei numerosi incendi boschivi che hanno interessato la località Cerretti, fra Santa Maria a Monte e Castelfranco di Sotto .

Da parte degli investigatori è stata grande la sorpresa quando ci si è resi conto che ci si trovava di fronte un personaggio già noto agli inquirenti in quanto appartenente ad un’associazione impegnata nello spegnimento degli incendi nei boschi di quell'area. Non sono emerse, però, responsabilità da parte di altri membri dell’associazione.

L’uomo ha appiccato numerosi incendi gettando inneschi dalla propria autovettura per poi dare l’allarme, raggiungere la sede della propria associazione, dove rivestiva la carica di vice presidente, e da lì organizzare l’intervento finalizzato allo spegnimento, al quale interveniva personalmente.

I forti sospetti che gravavano su di lui sono stati confermati da una serie di elementi raccolti con l’ausilio delle tecnologie più sofisticate, tra le quali le intercettazioni ambientali, nonché dal materiale sequestrato nel corso della perquisizione domiciliare.

Le indagini sono state condotte in stretta sinergia con la Procura di Pisa e dirette dal dottor Antonio Giaconi.

L'uomo, quasi 40enne, residente nella zona, messo alle strette, ha patteggiato ed è stato condannato a 24 mesi di reclusione.

“Sulle tecniche investigative e sulle tecnologie utilizzate non possiamo dire molto” afferma il commissario capo Davide Ciccarelli, responsabile del Nucleo Investigativo, “possiamo solo dire che si è trattato di un indagine lunga e complessa e che i  sospetti e i numerosi indizi raccolti inizialmente sono stati suffragati da elementi decisivi scaturiti dall’utilizzo di strumenti di rilevamento della posizione e di intercettazione fonica e ambientale”.

Grande soddisfazione è stata espressa dal comandante provinciale Anna Fadda: “E' il secondo piromane che viene fermato quest’anno, ed esprimo tutto l’apprezzamento per il personale che ha partecipato con grande spirito di servizio nonché sacrifici personali. Spero che questo serva da monito per il futuro perché, anche a distanza di mesi, quando nessuno più parla di incendi, gli uomini del Corpo forestale continuano a lavorare per individuare i responsabili”.

Da parte degli stessi funzionari della forestale c'è il massimo riserbo, come richiesto dal magistrato, sull'identità del piromane.

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