PerUnaltracittà al presidio per fermare la distruzione delle Apuane, raccolte più di 80.000 firme

foto d'archivio

Le Apuane mangiate dall'ingordigia delle multinazionali del marmo. perUnaltracittà partecipa oggi al presidio e consegna di più di 80.000 in Regione Toscana dove si discute il Piano paesaggistico.

Distrutti posti di lavoro e alternative di un'economia diversa. Le cime delle Apuane, anche quelle vincolate sopra i 1.200 metri, sono letteralmente mangiate da un'industria del marmo che niente ha a che vedere con la tradizionale escavazione che dava lavoro, fino agli anni '70, a circa 14.000 persone e esportava in tutto il mondo blocchi di marmo pregiato.

Oggi le multinazionali che hanno in  mano la lucrosissima industria del marmo erodono a un ritmo di 5 milioni di tonnellate all'anno le montagne per produrre nella quasi totalità un sottoprodotto che finisce nell'industria del carbonato di calcio, per la produzione di materiali quali le colle, i dentifrici, i materiali da costruzione e simili. E i dipendenti delle cave sono ridotti- dati ufficiali - a poco più di 600 unità.Una devastazione che non produce lavoro per la popolazione ma lauti guadagni a pochissimi tra cui aspira a entrare ora anche la famiglia Bin Laden.

Il comitato Salviamo le Apuane, sostenuto dalla Rete dei comitati per la difesa del territorio e affiancato da molte associazioni ambientaliste a partire da Italia Nostra, ha lanciato una petizione on line che in pochi giorni ha raccolto più di 80.000 firme per fermare la distruzione delle Apuane e riconvertire l'economia locale con
precise proposte: basta con un'unica monocoltura dell'industria estrattiva per fini industriali, sì a una economia alternativa e diversificata come indica ad esempio il Piano di sviluppo alternativo elaborato da Salviamo le Apuane.

Oggi perUnaltracittà partecipa al presidio e collegata consegna delle firme durante lo svolgimento del Consiglio regionale in cui si discuterà il Piano paesaggistico che, proprio su questo punto, ha già subito emendamenti peggiorativi in commissione. Evidente che gli interessi in gioco sono altissimi e non sono quelli della popolazione
apuana né di chi vuole sottrarre alla distruzione le risorse naturali e una sana economia locale. Da che parte sta la politica rappresentata in Consiglio regionale?

Fonte: perUnaltracittà-Laboratorio politico

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