Tre 'Deposizioni' in Sant'Agostino. Storia di grandi pittori e misteri in Santo Stefano degli Agostiniani

Il Gran Principe, figlio primogenito di Cosimo III, era venuto a conoscenza che a Empoli c’era una tavola del Cigoli, una Deposizione di particolare bellezza, che stava, dal gennaio 1608, sull’altare della Compagnia della Croce, in Santo Stefano degli Agostiniani. La volle a tutti i costi per la sua collezione. Dette incarico a persona di sua fiducia, un cappellano di corte, tale don Filezio (negli avanzi di tempo cacciava anche i demoni dagli indemoniati) di trattare con i Confratelli, legittimi proprietari della tavola dipinta a olio. Erano quasi tutti ricchi commercianti empolesi, abilissimi nelle trattative. Che si protrassero per un po’, per chiudersi infine con la fatidica stretta di mano. Il “nostro” Cigoli fu portato a Firenze, per via di navicello, e subito esposto nella collezione medicea, a Pitti. Dove sta, nella Galleria Palatina, ancora oggi, con il numero 51.

In cambio, come era nei patti, fu mandato a Empoli la bella copia fatta eseguire su tela, con il confronto diretto dell’originale, al pittore granducale Anton Domenico Gabbiani.

Questo accadde, nel mentre correva l’anno 1690.

Scorsi gli anni, e arrivando ai giorni nostri, la tela del Gabbiani è stata richiesta in prestito da Firenze, per esporla alla mostra dedicata al Gran Principe Ferdinando dei Medici.

Al momento di staccarla dal suo altare, per eseguire il necessario restauro, s’è scoperto, fra lo stupore generale, che sotto c'era un affresco, anche quello con una Deposizione. Sicuramente stava lì prima dell'arrivo della tavola del Cigoli.

Di tutto questo e di molto altro ancora si è parlato giovedì 17 Luglio, alle 21,30, proprio nel luogo dove si svolsero i fatti, in Santagostino, alla presenza delle autorità cittadine, delle opere e dei  relatori che hanno raccontato, nei dettagli la storia di queste tre opere.

I relatori della serata sono stati:

Per le autorità: Il Governatore della Misericordia Pierluigi Ciari, l’assessore Eleonora Caponi, il proposto Don Guido Engels.

Per la Soprintendenza di Firenze: Cristina Gnoni e Bruno Santi.

Lo storico dell’arte Walfredo Siemoni ha parlato poi del rapporto fra le tre opere presentate, inquadrandole nel contesto storico e artistico dell’epoca.

Le autrici dei restauri, rispettivamente Lidia Cinelli per l’affresco e Sandra Pucci per la tela del Gabbiani, hanno presentato una breve relazione sul loro lavoro, evidenziandone gli aspetti principali.

Numeroso il pubblico intervenuto, che ha affollato i locali dell’antica Compagnia della Croce, in Santagostino.

Paolo Pianigiani

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