Case popolari, Torselli (FdI-An): "Il comune mette in vendita 1249 alloggi popolari, ma esclude i profughi istriani"

"Il comune di Firenze ha deciso di mettere in vendita 1.249 alloggi popolari, offrendo in questo modo la possibilità, a chi fosse interessato, di poter diventare proprietario della casa in cui fino ad oggi ha vissuto in affitto. Ma leggendo la proposta di delibera emerge un dato che grida all'ennesima ingiustizia bella è buona: dai soggetti che potranno beneficiare di questo provvedimento sono esclusi i profughi dell'Istria, della Dalmazia e delle ex-colonie, nonostante che proprio a questi soggetti, da più di vent'anni, la normativa nazionale offra questo sacrosanto diritto". Questo è quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale al comune di Firenze, Francesco Torselli.

"Da oltre vent'anni infatti - spiega l'esponente di Fratelli d'Italia - esiste una legge (la Legge n. 560/93) che consente ai profughi istriani e dalmati di riscattare le case popolari che furono loro assegnate a seguito delle drammatiche vicende dell'esodo, dopo essere stati inizialmente ospitati in campi profughi allestiti nelle principali città italiane. In Toscana esiste addirittura una seconda legge del 2005 (la Legge Regionale n. 59/2005) che da il via libera alla vendita di questi alloggi, ma il comune di Firenze si è sempre rifiutato di adeguarsi alle due normative, impedendo di fatto agli esuli d'Istria e Dalmazia di diventare, dopo decenni, proprietari della loro casa".

"È vergognoso - conclude Torselli - che ancora una volta si discriminino queste persone, alla luce soprattutto del fatto che essi hanno manifestato a più riprese la volontà di riscattare le proprie abitazioni e nonostante una legge nazionale ed una legge regionale che glielo consentono. Presenteremo certamente un emendamento al testo della delibera comunale, chiedendo che anche i profughi istriani e dalmati vengano inseriti tra i beneficiari del provvedimento di alienazione dei 1.249 alloggi popolari del comune di Firenze; ma se anche questa volta questo diritto venisse calpestato, ci metteremo a disposizione per sostenere tutte le azioni legali e normative volte al superamento di questa brutta discriminazione: crediamo infatti che, dopo quasi settant'anni, sia venuto il momento di smettere di considerare i profughi istriani e dalmati come italiani di serie b"

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