Diritto alle cure in carcere, i radicali dell'Associazione "Andrea Tamburi" manifestano davanti alla Regione

I radicali dell'Associazione "Andrea Tamburi"

Questa mattina i radicali dell'Associazione "Andrea Tamburi" hanno manifestato fuori dal palazzo della Regione Toscana per chiedere la garanzia del diritto alle cure in carcere, oggetto di un' iniziativa nonviolenta che ha visto impegnati centinaia di cittadini.

La manifestazione ha visto la presenza della Segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, giunta al 30º giorno di sciopero della fame. Mentre all'esterno si scandivano slogan per l'approvazione dell'amnistia, dentro palazzo Panciatichi 10 consiglieri regionali di forze politiche trasversali hanno sottoscritto l'appello (Marco Taradash-NCD, Rudi Russo-CD,  Monica Sgherri-RC, Pieraldo Ciucchi-Gruppo Misto, Mauro Romanelli-SEL, Stefania Fuscagni, Tommaso Villa e Nicola Nascosti di FI, Severino Saccardi e Vanessa Boretti del PD).

Intervento di Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani, e di Massimo Lensi, già  consigliere provinciale a Firenze, sulla Città metropolitana.

La legge 56/2014, cosiddetta legge Delrio, sulle Città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni, apre uno scenario nuovo sulle forme di governo del territorio nel nostro Paese. Nuovo, ma tristemente in sintonia con la progressiva riduzione dei diritti politici e civili dei cittadini pericolosamente in via di perfezionamento. L’abolizione dei consigli elettivi di Province e l’attuazione delle Città metropolitane come ente di secondo livello, va, infatti, di pari passo con le ipotesi di abolizione del Senato elettivo e di riduzione del numero dei deputati (escludendo così ogni possibilità di riforma elettorale maggioritaria uninominale con piccoli collegi), così come con il già operato taglio di un terzo del numero dei consiglieri comunali.

Noi Radicali sosteniamo da sempre che non è tagliando i posti della politica che si risolvono i gravi problemi del nostro Paese. Al contrario, riteniamo che occorra rispondere alle richieste dell’antipolitica e al malgoverno ripristinando la pienezza della politica. Anche nel campo amministrativo, l’evoluzione delle aree vaste ha necessità di politiche chiare e trasparenti nell’allocazione delle competenze tra enti  con il fine di snellire e ridurre al minimo i problemi per i cittadini nell’erogazione dei servizi pubblici essenziali: acqua, rifiuti, strade, scuole.

La legge 56, invece, segna una svolta peggiorativa nell’evoluzione del sistema delle autonomie e bene fanno tutti coloro che tentano di modificare l’assetto elettivo delle nuove province e delle città metropolitane chiedendo di tornare a un sistema di elezione diretta dei consiglieri da parte dei cittadini.

E’ bene sapere, però, che  le modifiche in tal senso sono in mano al solo potere legislativo.  Infatti, stante la ratio della legge 56, non possono esserci più di due enti sovrapposti direttamente eletti nel territorio delle grandi aree. La possibilità di prevedere nello statuto della città metropolitana l’elezione diretta degli organi rimanda altresì alla necessaria suddivisione del comune capoluogo in una pluralità di comuni e nel caso delle sedi di città metropolitane superiori a tre milioni di abitanti (Milano, Roma e Napoli) la legge prevede la costituzione, d’intesa con la Regione, di zone omogenee e che, in coerenza con lo statuto, il comune capoluogo stesso abbia effettivamente realizzato la ripartizione del territorio in zone dotate di autonomia amministrativa. In sostanza e chiaramente, la legge 56 decreta l’impossibilità di prevedere l’elezione diretta delle città metropolitane.

In attesa del definitivo D.P.C.M. attuativo della legge 56 e dell’accordo in Conferenza unificata per l’individuazione definitiva delle funzioni che dalle vecchie province dovrebbero passare ad altri enti, non possiamo altro che constatare come la legge Delrio sia una pessima legge con tratti palesi di incostituzionalità, una delle peggiori del nostro ordinamento, e annunciare che stiamo esplorando tutte le possibilità per ricorrere, anche di fronte alle corti internazionali, contro l’ennesimo scempio democratico in corso nel nostro Paese.

Fonte: Associazione per l'iniziativa radicale "Andrea Tamburi"

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