Lavoro, il Prc fa il punto della situazione: "Colpo durissimo al territorio, partecipare allo sciopero generale"

foto di archivio

L'Empolese Valdelsa, dopo i mesi delle promesse elettorali e della sterile propaganda a suon di carità in busta paga, si risveglia più fragile e più impaurita che mai. Shellbox (con i suoi più di 100 operai in mobilità), Sammontana (dove la cassa integrazione è già partita e i sindacati stanno cercando di scongiurare quella che si prefigurerebbe come una catastrofe sociale per il territorio, cioè il licenziamento in tronco di 60 lavoratori), La Falegnami (dove la proprietà ha già detto che il contratto di solidarietà per i suoi 90 dipendenti non basta, aprendo la porta alla possibilità di esuberi), D+F (dove un cambio di gestione potrebbe portare ad una sforbiciata sul personale che attualmente conta 79 operai), Colorobbia-Bitossi (che nel silenzio generale sta continuando ad operare esuberi), Albor, Irplast e Vibas, L.Pucci (dove gli operai sono stati costretti ad accettare solidarietà, riduzioni salariali, maggiore flessibilità). E questo solo per citare le situazioni più eclatanti e corpose in termini di dipendenti.

Un colpo durissimo sul nostro territorio all'occupazione e ai lavoratori – le vere vittime della crisi, insieme alla massa sempre crescente di precari e giovani senza impiego – che arriva nel momento in cui il governo Renzi decide di mettere le mani sulle regole che normano il lavoro. Sarà un caso? A noi non sembra.

D'altronde, l'abolizione dell'articolo 18, la stretta sui demansionamenti e sui permessi sindacali, l'attacco ai diritti dei lavoratori e l'incremento di quella che chiamano flessibilità ma che in realtà è precarietà potrebbero bastare a comprendere l'orientamento di una forza politica – il Pd - che da tempo ormai non ha più niente a che fare con la sinistra.

In questo quadro drammatico suonano ancor più amaramente ridicole le giustificazioni ad un attacco così duro ai diritti dei lavoratori: “la riforma del mercato del lavoro non deve essere vista come una riduzione delle tutele, ma come un incentivo ad assumere”.

Come è possibile? Come si può pensare che, una volta creato il deserto, si possa tornare tornare a coltivare? Rendere i lavoratori ancora più fragili e soli in un momento in cui da parte dei padroni – sì, dei padroni – arriva una mazzata del genere, come può essere letto in termini di riforma e cambiamento?

Vorremmo che a queste domande rispondessero per primi i sindaci dell'Empolese Valdelsa, che al progetto renziano si sono allineati con la velocità di un lampo e che nei prossimi mesi si troveranno a dover gestire una situazione di disagio sociale di cui forse ancora non si rendono conto.

Mentre ai lavoratori, che in questi mesi stanno subendo l'offensiva padronale, ai precari e a quell'oltre 40% di giovani senza occupazione vogliamo rivolgere l'invito a partecipare ad un autunno di lotte, a partire dallo sciopero generale del 25 ottobre.

Fonte: Partito della Rifondazione Comunista di Empoli

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