Governo del territorio, via libera alla legge. Il dibattito in aula

foto d'archivio

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge in materia di governo del territorio con 29 voti a favore, 8 contrari e 5 astenuti. In sede di di chiarazione di voto il capogruppo del Pd Ivan Ferrucci riconfermando il giudizio positivo sulla legge ha annunciato voto favorevole. Alberto Magnolfi, capogruppo del Ncd, ha ribadito che la legge “rappresenta una scommessa” e che gli emendamenti approvati “cambiano volto al testo”. Ha quindi confermato il voto di astensione già annunciato in precedenza. Voto positivo anche da parte di Mauro Romanelli (Misto), che ha spiegato che sarebbe stato necessario intervenire prima, “anche per prevenire disastri ambientali”. Infine, il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Del Carlo ha ribadito il voto di astensione.

Approvati, tutti a maggioranza, anche alcuni emendamenti. Tra questi, quello presentato dai consiglieri Gianfranco Venturi (Pd) e Andrea Agresti (Ncd) per modificare l’articolo 120, prevedendo che per la realizzazione di piscine “ad uso pertinenziale ancorché privato” sia sufficiente la presentazione di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività).

Approvato anche l’emendamento all’articolo 122, firmato dai consiglieri del Pd Ivan FerrucciLucia De RobertisMarco SpinelliMatteo Tortolini e Ardelio Pellegrinotti, che specifica che “i manufatti per l’appostamento fisso” per l’attività venatoria che non abbiano l’autorizzazione provinciale “devono essere rimossi”.

Via libera all’emendamento all’articolo 206, sottoscritto dai consiglieri Pellegrinotti, De Robertis e Tortolini (tutti del Pd), Agresti (Ncd) e Nicola Nascosti (FI), che prevede “un adeguato periodo di adeguamento ai Comuni che abbiano il regolamento urbanistico scaduto, oppure abbiano già avviato le procedure per i nuovi piani operativi e consentire, nel periodo dei tre anni successivi dall’entrata in vigore della legge, gli interventi di minore rilevanza, ferma restando l’individuazione del perimetro del territorio urbanizzato”.

Approvato infine un emendamento che inserisce l’articolo 226 bis, presentato dai consiglieri Pellegrinotti, Tortolini e De Robertis del Pd, a cui in aula si sono aggiunte le firme dei consiglieri di FI, che definisce non computate “nella capacità edificatoria attribuita dagli strumenti comunali di pianificazione urbanistica le addizioni consistenti nel rialzamento del sottotetto al fine di renderlo abitabile o nella realizzazione di servizi igienici, qualora carenti, purché – e questa integrazione è stata proposta dal presidente della GiuntaEnrico Rossi – non comporti la costituzione di nuova unità abitativa”.

Il dibattito in aula

La proposta di legge che arriva in aula “profondamente modificata e sicuramente migliorata” rispetto al testo originario, “grazie al lavoro svolto dalla Commissione”. Giuseppe Del Carlo, Udc, interviene sulla legge sul governo del territorio precisando anche “finalità” e “principi condivisibili” del testo in discussione: il recupero del patrimonio edilizio, la semplificazione, e anche l’introduzione di nuovi istituti quali il piano strutturale intercomunale, il procedimento delle varianti semplificate, la perequazione territoriale e la rigenerazione urbana. Il consigliere, che annuncia vari emendamenti, anticipa l’orientamento al voto di astensione in considerazione di alcune criticità. Tra queste il fatto che il principio del non consumo del suolo non è bilanciato sufficientemente con quello di “facilitare il recupero del patrimonio edilizio esistente e della semplificazione”. Poi la demarcazione del territorio regionale tra territorio urbanizzato e territorio rurale è una “forzatura” che non tiene conto delle “molteplici peculiarità del teritorio toscano”. Oggetto dell’emendamento presentato dall’Udc, poi, l’inserimento dell’alloggio sociale come standard aggiuntivo, e quindi “un costo in più rispetto agli oneri previsti”: noi, ha detto Del Carlo, “ribaltiamo il principio ossia che l’alloggio sociale può essere previsto nel recupero del patrimonio edilizio”.

“Abbiamo migliorato molti aspetti, ma rimane e resiste la visione burocratica e centralista del governo del territorio”. Il portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni ha sintetizzato così il suo giudizio sulla proposta di legge, ricordando che in un testo di 226 articoli, sono stati presentati 121 emendamenti, di cui 38 accolti. “Abbiamo riscritto e/o fortemente modificato nella sostanza quasi il 20 per cento del testo” ha affermato, sottolineando una serie di interventi: la dimensione economica dell’attività agricola; una maggiore autonomia per la programmazione comunale nel definire i confini tra territorio urbanno e terreno agricolo; la semplificazione delle procedure, in particolare nel miglioramento dell’esistente, limitando al massimo l’oggetto della conferenza di copianificazione; l’introduzione del verde urbano come elemento qualificante degli insediamenti abitativi. Secondo Fuscagni, però, alcuni punti negativi “segnano il volto” della norma, come il “divorzio” tra la pianificazione territoriale e la capacità di governare il territorio: “La Regione sembra più intenta a determinare un piano regolatore regionale che non a redigere linee guida vere e proprie – ha dichiarato – C’è un’idea malinconicamente bucolica della campagna, intesa come elemento compensativo della crescita delle città, senza il riconoscimento del suo valore economico e produttivo”. Tutto questo senza alcun rilievo per la riqualificazione dei piccoli comuni montani, nessuna innovazione per l’edilizia residenziale pubblica, nessuna ottimizzazione delle nuove tecnologie. “C’è una visione sempre sospetta nei confronti del privato, sia esso imprenditore, professionista, cittadino – ha aggiunto – C’è un approccio assemblearista, che culmina nella centralità della conferenza di copianificazione, cha siamo riusciti a limitare fortemente”.  A giudizio del portavoce dell’opposizione, il testo che esce dalla commissione è significativamente migliorato rispetto a quello proposto dalla Giunta. “Questa legge poteva essere un volano di sviluppo, una leva di crescita, un’occasione per la Toscana – ha concluso – Così non è ed in fondo crediamo sia un’occasione persa, ma certo non è quel testo ostile che, senza il nostro lavoro, sarebbe stato il braccio armato del centralismo regionale”.

“La proposta di legge trova un punto di equilibrio avanzato tra la tutela del paesaggio e dell’ambiente e lo sviluppo armonicoo del territorio e della sua economia” ha affermato Lucia De Robertis (Pd), sottolineando la priorità assegnata al riuso ed al contrasto del consumo di suolo, come pure alla semplificazione dei procedimenti e alla riduzione dei tempi. “Si fissa un principio importante per il social housing – ha rilevato – La pianificazione territoriale ed urbanistica concorre alla formazione delle politiche per la casa, riconoscendo gli alloggi sociali come standard urbanistico, da assicurare mediante cessione di aree, di unità immobiliari o di oneri aggiuntivi a destinazione vincolata”. De Robertis ha poi sottolineato le novità sulla perequazione e compensazione urbanistica e sulla perequazione territoriale. “Nel caso di previsioni riguardanti le grandi e medie strutture di vendita – ha osservato - almeno il 10% degli oneri di urbanizzazione è destinato alla rivitalizzazione di aree commerciali (centri commerciali naturali, centri storici, mercatali)”. A suo giudizio, infine, sono molte le semplificazioni edilizie utili per i cittadini, con interventi soggetti alla sola comunicazione, anche per via telematica, dell’inizio dei lavori: apertura di porte e modifica di pareti interne, gli interventi per realizzare o integrare i servizi igienico-sanitari, il frazionamento di unità immobiliari senza toccare le parti strutturali dell’edificio.

Secondo Rosanna Pugnalini (Pd), presidente della commissione Sviluppo economico, c’è uno spirito innovativo nel testo, che si coglie ad esempio nella possibilità di ampliamento di strutture produttive esistenti e nell’attenzione per le attivià commerciali di vicinato e nei centri storici, con la destinazione del 10% degli oneri di urbanizzazione nei casi di insediamento di grandi o medie strutture di vendita.

“Abbiamo messo qualche tampone al piano del paesaggio. Le attività legate alle imprese agricole sono state sostanzialmente liberalizzate – ha affermato Nicola Nascosti (Forza Italia) – Ed abbiamo dato sul serio una mano ai centri storici”.

A suo parere, però, ci sono aspetti molto critici, quali la Conferenza di copianificazione, che interviene pesantemente sull’autonomia dei singoli comuni, come pure l’interferenza sui piani per le attività estrattive. Secondo Nascosti il recepimento dello “Sblocca Italia” ha finito con il normare ulteriormente il permesso a costruire, con una sorta di regolamento sovracomunale, mentre resta troppo netta la distinzione tra territorio urbanizzato e non urbanizzato, con le relative possibilità d’intervento.

“Per riparare i danni causati dalla precedente normativa, si riportano tutte le competenze a livello regionale, in barba ad ogni forma di sussidiarietà, sia orizzontale che verticale” ha rilevato Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), sottolineando l’assenza di una vera semplificazione e di una visione chiara per lo sviluppo, come forme di incentivo all’incontro tra pubblico e privato. “E’ un piano regolatore generale, con linee troppo strette – ha concluso – E’ il braccio armato del Piano del paesaggio. Si divide la Toscana in zone urbane e zone agricole, ma è un’idea arcaica. Questa Toscana non esiste più. La semplificazione c’è solo nelle parole, che avranno difficoltà a trovare applicazione”.

”La proposta di legge era partita male – ha dichiarato Andrea Agresti (Nuovo centrodestra) - Nel lavoro consiliare ha trovato una sua dimensione”. A suo parere sono stati superati alcuni limiti della precedente normativa, soprattutto in termini di chiarezza, trasparenza e partecipazione, ma anche di certezza nella programmazione per tempi ed efficacia del quadro conoscitivo. “Ne emerge una Toscana – ha concluso Agresti – un po’ meno chiusa rispetto alle scelte urbanistiche.

“Paesaggio ed ambiente sono temi che si sottraggono alla settorialità e fanno parte della complessità dell’uomo moderno. Occorre un approccio laico, moderno” ha affermato Severino Saccardi (Pd), che ha sottolineato tre aspetti della proposta di legge da leggere in questa chiave. In primo luogo la distinzione tra territorio antropizzato e non antropizzato, che prende atto di come il paesaggio sia frutto del lavoro dell’uomo. Quindi le invarianti strutturali, che tengono conto dei fattori generativi. Infine, la conferenza di copianificazione, che inquadra in una prospettiva più generale le previsioni dei comuni, più soggetti a spinte localistiche. “C’è la ricerca di un equilibrio – ha concluso – a difesa di un patrimonio di cui non siamo padroni, ma eredi curatori”.

“Nelle aree rurali aperte c’è un salto di qualità non solo nella tutela del territorio, ma anche nel rapporto tra le varie istituzioni. Nelle aree urbane si rafforza la contemporaneità, dando spazio alla fantasia progettuale nella rigenerazione urbana”. Sono queste le linee strategiche della proposta di legge indicate da Matteo Tortolini (Pd), secondo il quale la Regione ha diritto ad avere l’ultima parola sulle previsioni urbanistiche comunali e le modalità del loro adeguamento. A suo giudizio ci sono anche “aspetti liberali, non anarchici” che devono essere sottolineati, come la possibilità data ai comuni di cambiare la destinazione, ad esempio da artigianale a commerciale, di un capannone in un’area produttiva. Tortolini ha infine sottolineato l’importanza dei piani di  area, ricordando l’esperienza dell’area siderurgica di Piombino, che dal 1975 ha introdotto una programmazione sovracomunale.

“La legge urbanistica ed il piano del paesaggio sono due strumenti determinanti per il governo del territorio” ha detto il capogruppo PdIvan Ferrucci, che ha sottolineato l’importanza della proposta di legge alla luce delle nuove competenze degli enti locali. “E’ una sfida nuova per tutti, specie sugli aspetti della semplificazione e del rapporto con gli enti locali, su cui tutti siamo chiamati ad impegnarsi nel prossimo futuro.

Il capogruppo di Ncd, Alberto Magnolfi, ha definito la legge “un caposaldo dell’azione di governo”, sul quale il Consiglio ha svolto “un buon lavoro per apportare modifiche e miglioramenti” anche se “restano alcuni elementi di criticità”. Magnolfi ha riconosciuto la bontà del principio della tutela del territorio “ma questa”, ha spiegato, “andava fatta in ottica di dinamismo e non di cristallizzazione dell’esistente”. La legge, ha concluso, “ci consegna una scommessa e per questo esprimeremo un voto di serietà astenendoci”.

Secondo Marta Gazzarri, capogruppo di Tcr, la legge “migliora la governance istituzionale e garantisce maggiori certezze dell’applicazione della norma” introducendo elementi di semplificazione e snellimento delle tempi e delle procedure e “puntando con decisione, e questo è l’aspetto più importante, sulla tutela del territorio per favorirne lo sviluppo”. Positiva, secondo Gazzarri, anche l’introduzione della pianificazione strutturale a livello intercomunale.

Anche Monica Sgherri, capogruppo di Rc-Ci, ha parlato di “un buon lavoro” che fa fare “un passo in avanti e sostanziale al governo del territorio” grazie alla definizione di “un testo organico e coerente”. Sgherri ha aggiunto: “Spero che questa legge, che ora propone una regolamentazione più forte, riesca ad evitare il consumo di suolo, e lo dico perché questo principio era già contenuto nelle vecchie leggi urbanistiche ma non ha prodotto i risultati sperati”. Ed è positivo, ha concluso, che si parli “di riorganizzazione del territorio urbanizzato, intendendo così tutelare le aree agricole”.

Secondo Marco Manneschi (Tcr), “è positivo che una legge che tocca molteplici interessi abbia affrontato e definito le cose con prudenza”. La legge, ha aggiunto, “è coraggiosa, perché afferma che fuori dalle aree urbane si è chiusa l’epoca dello sviluppo facile” e perché “incentiva e agevola la trasformazione del patrimonio immobiliare esistente”. Manneschi ha consluso notando che “l’Anci ha chiesto di mantenere dentro la legge le norme edilizie, ma io resto convinto che era giusto non inserirle”.

Il presidente della Giunta, Enrico Rossi, ha parlato di “una legge di svolta nel governo del territorio” perché “noi tuteliamo e valorizziamo la campagna e le attività agricole, velocizzando anche una serie di autorizzazioni”. Rossi ha anche sottolineato che “i Comuni non potranno e non dovranno più richiedere la licenza edilizia agli imprenditori agricoli che intendano cambiare la tipologia delle loro colture”. Nel complesso, ha aggiunto, “è una legge lungimirante che contrasta gli interessi forti e garantisce lo sviluppo sostenibile” anche grazie alla previsione di “deroghe per la trasformazione di aree industriali esistenti e all’introduzione della pianificazione sulla base della programmazione di area vasta”. Rossi ha concluso dicendo che “la Toscana può guardare a testa alta al dibattito nazionale sul governo del territorio e se le nuove norme nazionali dovessero contrastare con il nostro rigore, la Giunta è disposta a resistere facendo ricorso”.

In conclusione di dibattito, l’assessore all’urbanistica Anna Marson ha espresso “apprezzamento per l’esito del percorso fin qui fatto” e ha definito la legge “un’importante ridefinizione delle regole del governo del territorio” perseguendo l’equilibrio tra tutela e sviluppo e tra regole e semplificazione”. Marson ha affermato che sull’urbanistica “la Toscana è innovativa rispetto al dibattito nazionale” e ha sottolineato l’importanza “di aver tutelato con forza i suoli agricoli”. Ha poi concluso dicendo che “si arriva a questo risultato dopo un iter lungo, contraddistinto da una dialettica appassionata che ha consetito di apportare modifiche importanti riconfermando un ruolo centrale del Consiglio regionale”.

“Un atto fondamentale che dà una risposta concreta alla Toscana e delinea un nuovo modello di sviluppo, uno strumento determinante per il governo del territorio che, parimenti al Pit, solo la nostra regione, a livello nazionale, ha messo a punto”. Così Ivan Ferrucci, capogruppo Pd Regione Toscana, commenta laLegge 282 “Norme per il governo del territorio” approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale.

“Reputo importante dare ai comuni norme precise per poter operare in questo ambito così delicato in maniera omogenea, superando differenziazioni e localismi. – prosegue Ferrucci – Un ottimo lavoro della Commissione e del Consiglio ha permesso un confronto di merito con chi poneva osservazioni e offriva suggerimenti, com’era necessario per un passaggio così complesso. Sono convinto che questo provvedimento sia innovativo sotto vari aspetti, sia perché definisce le condizioni per il rilancio dell’economia e migliora il sistema dei servizi, ma anche per quanto riguarda la distinzione tra aree urbane e non urbane, il contrasto al consumo di suolo, la promozione del riuso dell’esistente, lo snellimento burocratico, la semplificazione nel rapporto tra enti locali e Regione e viceversa. Un salto di qualità per quanto riguarda la governance del territorio in cui ancora una volta la Toscana si dimostra all’avanguardia”.

"Una legge di profonda svolta, e non scontata, che mette la Toscana all'avanguardia nelle politiche del governo del territorio. Con questa legge la Toscana potrà andare a testa alta nel dibattito nazionale e essere di esempio".

Lo ha detto in Consiglio il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, sulla nuova legge - appena approvata - sul governo del territorio, che riforma le legge urbanistica del 2005, facendo leva sul freno al consumo di nuovo suolo, sulla riqualificazione dell'esistente nei terreni urbanizzati, sulla tutela del territorio agricolo da trasformazioni non agricole, e sulla pianificazione di area vasta.

"Con l'approvazione di questa legge lungimirante che consentirà alla Toscana uno sviluppo di qualità, diamo dignità e forza alle istituzioni. La Toscana ce la fa ad andare oltre gli interessi particolari e afferma un punto di vista più alto. Nel tutelare il territorio per le prossime generazioni, sembra quasi ispirarsi a una idea di politica come 'arte del rimedio' secondo la formulazione di Machiavelli".

Rossi ha voluto togliersi anche un sassolino dalle scarpe. "Da oggi i cambiamenti di coltura si potranno fare senza licenza. E lo sottolineo soprattutto ai sindaci del Chianti che tante polemiche hanno fatto sul piano del paesaggio. Non piace a nessuno essere identificato come nemico dell'agricoltura, tanto più che oggi presentiamo una legge che il territorio agricolo lo tutela".

Anche l'assessore Anna Marson ha insistito sul fatto che "questa nuova legge pone la Toscana come innovatrice rispetto a un dibattito nazionale che vede più proposte di norme per contrastare il consumo di suolo. Una innovazione intesa come riforma delle regole che avvicina la Toscana alle più avanzate normative europee".

"Il lavoro che ha portato all'approvazione di questa legge è stato lungo e dialettico – ha detto ancora l'assessore - e ha visto l'impegno di molte persone. In questo percorso ci sono state modifiche che non hanno però inficiato l'impostazione iniziale, e sono orgogliosa che alcuni principi e dispositivi siano divenuti, come e' emerso da molti degli interventi in aula, patrimonio comune".

Fonte: Consiglio Regionale Toscana - Ufficio Stampa

Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro
torna a inizio pagina