Un progetto sperimentale per le persone con Alzheimer sul territorio

Progetto sperimentale Alzheimer a Prato

Progetto sperimentale Alzheimer a Prato

Ha preso il via nelle scorse settimane, il Progetto sperimentale per lo sviluppo di un ciclo di attività pensato per i malati di Alzheimer e i loro familiari (caregiver) frutto di una sinergia tra il Museo del Tessuto, il Museo di Scienze Planetarie, il Centro Diurno Alzheimer “La Casa di Narnali” (CDA) .

Una convenzione stipulata con l’intento di creare una rete territoriale per l’accoglienza e l’inclusione sociale che vede collaborare insieme all’Usl 4 di Prato, due musei diversi per tipologia e ambienti espositivi ma vicini nell’intento di promuovere una visione di normalizzazione delle persone affette da questa malattia.

La prima struttura museale a sperimentare la fruizione dell’arte per i pazienti con malattia di Alzheimer è stata il MOMA, Museo d’Arte Moderna di New York, nel 2006 con il progetto “Meet Me at the Moma”, oggetto di studio a cura della New York University e i cui risultati hanno evidenziato effetti terapeutici positivi nelle persone malate e una maggior socializzazione nei caregiver, stimolando la nascita di esperienze simili anche in altri paesi.

In Toscana, il Progetto sperimentale sul territorio di Prato si sviluppa come declinazione del corso di formazione “L’arte tra le mani”, promosso dalla Regione e partecipato da dieci musei accreditati a livello regionale, finalizzato alla preparazione specifica di operatori museali nell’ambito della conduzione di attività proposte a persone affette da Alzheimer.

Ideato in tre fasi distinte, il progetto ha preso il via con un ciclo di incontri formativi svolti presso il Centro Diurno La Casa di Narnali e riservati agli operatori museali.

In quest’occasione è stata loro fornita l’opportunità di lavorare a stretto contatto con gli operatori geriatrici per comprendere i metodi più idonei a sviluppare al meglio la comunicazione verbale e non verbale con gli ospiti della struttura e, seguendo un approccio multi-sensoriale, imparare a stimolare il linguaggio e la memoria dei partecipanti.

La seconda fase del progetto, che ha preso il via lo scorso 25 ottobre, coinvolge in modo diretto gli ambienti dei musei cittadini attraverso un calendario di visite agli spazi espositivi e di attività specifiche che richiamano la modalità multi-sensoriale utilizzata nell’ambito della formazione.

Nel dettaglio si tratta di sei incontri organizzati a frequenza quindicinale, della durata di due ore ciascuno, che vedono la partecipazione di 10 Ospiti del CDA e dei loro caregiver concentrando l’attività su argomenti specifici: i minerali ed il “marmo verde di Prato”, le meteoriti ed il sistema solare per il Museo di Scienze Planetarie e il tessuto, la manifattura, i ricordi di Prato città tessile, il prodotto tessile e l’abbigliamento per il Museo del Tessuto.

Utilizzando campioni e manufatti provenienti dal patrimonio di ciascun museo, gli operatori museali e geriatrici inviteranno all’esperienza tattile per conoscere ad esempio minerali singolari o tessuti dal tatto particolare, stimolando nei partecipanti riflessioni ed emozioni che verranno via via tradotte in poesie e racconti a memoria delle esperienze fatte.

Da dati relativi a studi osservazionali, l’esercitazione tattile è risultata quella più adeguata per lo stimolo di commenti e richiamare ricordi; in modo particolare le attività ricreative proposte, possono esercitare un ruolo terapeutico nei soggetti con Demenza favorendone l’interazione fisica e la partecipazione attiva.

Al termine di questi incontri la terza e ultima fase sarà dedicata alla valutazione dell'impatto delle attività sulla sfera cognitivo-comportamentale degli ospiti del CDA, e del livello di apprezzamento e di qualità percepita dai loro caregiver, attraverso specifici strumenti standardizzati.

Questo studio, per lo più qualitativo,è da collocare in un’ottica fortemente indirizzata alla progettazione di un prossimo ciclo di attività pensato per il 2015 sostenuta dalla volontà di replicare quest’esperienza sul territorio modificata e ampliata per estenderla a differenti ambiti di disagio.

Un aspetto questo molto importante per il Museo del Tessuto che considera l’attività di inclusione sociale e quindi l’apertura delle proprie attività  a categorie che solitamente non frequentano o non hanno la possibilità di frequentare gli ambienti del museo, uno degli elementi più significativi della mission culturale (e civica) di un museo aperto al territorio e alla propria cittadinanza.

 

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