Mugnai (FI): "Si baratta la saluta della gente per un po' di prosciutto e qualche viaggio. I controlli finiti nel cestino"

Stefano Mugnai

«Quando la salute della gente viene barattata per un po’ di prosciutto o per una gita al mare, o per una giacca di buon taglio sartoriale, vuol dire che siamo davanti a un sistema sanitario avvilito e avvilente che merita le inchieste cui è sottoposto, le ultime due esplose nel giro di pochissimi giorni ed entrambe con l’ipotesi di reato di più bassa lega, ovvero la corruzione. Nel caso delle forniture di stent per le cardiochirurgie così come in quello che ha condotto agli arresti fior di pediatri in mezza toscana, è ovvio che la filiera di controlli, leggi e procedure è finita letteralmente nel cestino. Vogliamo sapere in quale punto si è generato il vulnus. Da Rossi, che per quindici anni tra assessorato e governatorato è stato il dominus indiscusso della sanità, attendiamo non sfuriate ma risposte». L’attacco parte dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI), sconcertato dal tenore delle cronache e dalle intercettazioni riportate dai quotidiani in questi giorni in merito prima alla vicenda giudiziaria che coinvolge svariati medici delle cardiochirurgie non solo di Firenze ma di tutta la Toscana, e oggi sul caso del latte in polvere di cui pediatri di mezza regione incentivavano l’uso a scapito del latte materno.

«Al di là delle responsabilità personali – riflette Mugnai – qui entra in gioco un crollo diffuso dell’etica sanitaria. Se per quanto riguarda gli stent cardiaci c’è di che interrogarsi sul ruolo e la capacità degli Estav, le centrali d’acquisto d’area vasta che stanno per essere accorpate su nostro input da tre ad una, di procedere all’acquisizione di beni e servizi secondo logiche di trasparenza e vantaggio per la comunità – prosegue l’esponente di Forza Italia – nel caso dei pediatri che dirottavano le neomamme su tipi specifici di latte artificiale per qualche regalìa secondo comportamenti di bassissimo profilo sulla pelle dei cittadini più indifesi non si può che rimanere sconcertati. Il quadro è assolutamente sconvolgente, anche perché le procedure per le gare ad evidenza pubblica risultano stringenti. La Regione deve spiegarci in quale punto si sia generato il corto circuito».

Poi la stoccata politica: «Certo, ora Rossi alza la voce come fosse d’improvviso ruzzolato giù dalla montagna del sapone. Delle sue sfuriate ce ne facciamo poco. A vederlo affibbiare la colpa a qualcun altro malgrado abbia trascorso tre lustri in giunta, due da assessore alla sanità e uno da presidente della Regione, ci siamo abituati: glielo abbiamo visto fare per tutta la legislatura, a cominciare dal caso del crac della Asl1 di Massa Carrara per proseguire con la presenza regionale nelle partecipate, con i premi incentivanti ai dirigenti elargiti a pioggia, con il tallio nell’acqua della Versilia, con le reiterate alluvioni che negli ultimi anni hanno colpito tante comunità toscane e via scaricando barili in qua e in là. Sì ma lui in questi anni dov’era? Che faceva?»

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