Città Metropolitana, si precisa la fisionomia del nuovo ente. Consiglio riunito a Palazzo Vecchio

Il consiglio metropolitano di Firenze

Il Consiglio metropolitano, presieduto dal Sindaco Dario Nardella, ha approvato stamani 18 su 28 articoli della proposta di Statuto della Città Metropolitana di Firenze, votando anche relativi emendamenti presentati dai gruppi consiliari. “Abbiamo potuto predisporre un ottimo lavoro – ha spiegato Nardella in apertura dell'Assemblea, tenutasi stamani nella Sala D'Arme di Palazzo Vecchio – senza dovere attivare consulenze dispendiose, grazie alla risorse umane e professionali della Provincia di Firenze e dei Comuni di Firenze ed Empoli”.

Sia il Movimento 5 Stelle che Città Metropolitana Territori Beni Comuni hanno comunicato di voler ritirare i propri emendamenti per presentarli nella prossima seduta di Consiglio. Dunque gli articoli relativi saranno discussi nella prossima seduta.

Approvato l'art. 5, con una modifica proposta dal Sindaco. Il Consiglio metropolitano adotta e aggiorna annualmente, sentita la Conferenza metropolitana, il Piano Strategico Metropolitano triennale come atto di indirizzo per l'ente e per l'esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di Comuni comprese nell'area. Il Piano strategico costituisce il quadro generale di riferimento per tutte le forme di pianificazione e di programmazione della Città metropolitana.
Gli emendamenti del Pd sono stati illustrati dal consigliere Massimiliano Pescini e puntavano a precisare fisionomia e ruolo della Città e del Consiglio. Tra quelli accolti, alcuni relativi al Piano strutturale e al Consiglio.

La Città metropolitana, in particolare, promuove tra i Comuni che fanno parte dell'area metropolitana la formazione in convenzione del Piano strutturale o di parte di esso ai sensi della vigente normativa regionale (art. 7).

Il Consiglio metropolitano è organo collegiale, con funzioni normative e deliberative, nonché di indirizzo, programmazione e controllo sull'attività politico-amministrativa della Città metropolitana di Firenze.

Il regolamento del Consiglio disciplina, tra l'altro, il funzionamento degli organi consiliari, stabilisce la struttura organizzativa degli uffici del Consiglio, nonché le materie e le funzioni connesse al funzionamento dello stesso (art. 13). In virtù di questo articolo non è stato accolto un emendamento di Fi che intendeva precisare all'interno dello Statuto che "articolazioni del Consiglio Metropolitano" il Presidente del Consiglio, l'Ufficio di Presidenza, i gruppi consiliari, le Commissioni consiliari e la conferenza dei capigruppo.

Tornando agli articoli approvati con emendamenti del Pd, la Città metropolitana può stipulare accordi, convenzioni e altre forme di cooperazione e collaborazione con i Comuni del territorio metropolitano o le loro Unioni ai fini dell'organizzazione e gestione comune di servizi, della gestione coordinata e condivisa dell'esercizio delle rispettive funzioni, o ancora per la realizzazione di opere pubbliche di comune interesse. Questi accordi possono intercorrere anche tra i Quartieri, previa approvazione del Comune di Firenze, e i Comuni contermini e la Città metropolitana.

La Città può inoltre stipulare convenzioni con Comuni e Unione dei Comuni per l'organizzazione di uffici condivisi per lo svolgimento di funzioni, servizi o specifiche attività, individuando l'amministrazione capofila presso la quale opererà l'ufficio, e definendo gli aspetti organizzativi, funzionali e finanziari (art. 22).

Respinto dal gruppo del Pd un emendamento di Forza Italia che puntava a introdurre l'elezione diretta diretta del Consiglio, appoggiato anche da Riccardo Lazzerini (Beni Comuni) e Saverio Galardi (5 Stelle) mentre si è astenuta Anna Ravoni (Liste Civiche) che, pur d'accordo col principio, non vedeva possibile inserire una norma volta a modificare in modo improprio la legge Del Rio. “Credo non sia possibile inserire nello Statuto la questione dell’elezione diretta”, ha detto Stefania Collesei (Pd): il merirto sulla forma di elezione è semmai “da riprendere in considerazione in corso di mandato. Noi dobbiamo puntare ad essere operativi dal gennaio 2015”. Meglio, ha rimarcato Massimiliano Pescini, che ha presentato gli emendamenti del Pd, “privilegiare la funzionalità dell'ente e la sua corretta gestione, sottolineando forme di partecipazione dei cittadini”.

Solo un emendamento ha avuto il voto unanime (comprensivo anche di quello dei Cinque Stelle che hanno espresso in genere astensione sulla maggior parte dell'articolato): “Alle riunioni della Conferenza metropolitana sono invitati permanenti, senza diritto di voto, i Presidente di Quartiere della Città di Firenze e come uditori i consiglieri della Città metropolitana”
Il Pd ha respinto anche un emendamento di Forza Italia che, in ordine ai diritti e doveri dei consiglieri metropolitani (art. 16), puntava ad equiparare le loro prerogative e funzioni a quelle previste dal Tuel per i consiglieri comunali.

Città Metropolitana Firenze. Pescini (Pd): "Confronto concreto, senza dispersioni"

"Nel Consiglio metropolitano di oggi abbiamo approvato gran parte degli articoli e dei relativi emendamenti dello Statuto. Abbiamo lavorato tutti in maniera costruttiva. Non c'è stata dispersione su inutili particolari": il consigliere Massimiliano Pescini, che ha presentato gli emendamenti del Pd, sottolinea "il livello di confronto civile tra le forze politiche. Il nostro gruppo ha lavorato molto per precisare la fisionomia della Città Metropolitana, con un coinvolgimento largo dei Comuni e dei Quartieri, anche in ordine ai servizi futuri e alla programmazione da condividere, e la previsione di forme partecipative dei cittadini".

Statuto Città metropolitana Firenze, Forza Italia: "Democrazia negata"

No all’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano; no ai gruppi consiliari, alle commissioni e alla conferenza dei capigruppo; no all’equiparazione delle prerogative dei consiglieri metropolitani  a quelle dei consiglieri comunali; no agli istituti di partecipazione. Per il consigliere metropolitano di Forza Italia Marco Semplici sono solo alcune delle proposte contenute negli emendamenti da lui presentati e respinte stamani nel corso della seduta dedicata all’approvazione dello Statuto del neonato ente.

"E hanno il coraggio di chiamarla democrazia? Così come stanno le cose il Consiglio metropolitano nei fatti non è che un organo di ratifica delle decisioni assunte dal Sindaco metropolitano", attacca Semplici, scendendo nel dettaglio delle principali proposte avanzate e bocciate dalla maggioranza.

"Negare ai cittadini - precisa il consigliere - il diritto di eleggere il Sindaco e il Consiglio metropolitano e non strutturare quest’ultimo significa cedere una porzione di democrazia: se così doveva essere si poteva tranquillamente evitare l’istituzione del nuovo ente, attribuendone le funzioni alla già esistente conferenza dei sindaci. Ma ancor più grave è negare ai consiglieri metropolitani la possibilità di accedere agli atti e presentare mozioni e interrogazioni, svilendone le funzioni. Tanto vale, allora – incalza il consigliere azzurro - cancellare l’organo rappresentativo e lasciare tutto in mano al Sindaco metropolitano e ai suoi delegati".

Infine per Semplici non prevedere istituti di partecipazione – referendum, istanze, petizioni "priva i cittadini degli strumenti di interazione con il nuovo ente. Comprendiamo e condividiamo l’esigenza di sburocratizzare, ma è inaccettabile che ciò coincida con una negazione della democrazia per cui tutto è nelle mani di un dominus indiscusso quale il sindaco di Firenze". Se agli altri consiglieri metropolitani, compreso quelli eletti nelle altre liste di opposizione "oggi resisi protagonisti di scelte ambigue, è sufficiente star lì a scaldare la sedia ne prendo atto. Ma non continuiamo a chiamarla ipocritamente democrazia".

Fonte: Ufficio Stampa Consiglio Metropolitano di Firenze

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