Wwf e comitati di tutela contro la discarica di Legoli: "Non ci fermeremo al Consiglio di Stato"

foto di archivio

Martedì 2 Dicembre si è svolta a Roma l'udienza del Consiglio di Stato in merito al ricorso contro l'ampliamento della discarica di Legoli.

Tale ricorso è stato presentato dal WWF Toscana e supportato non solo dai comitati di tutela ambientale di Peccioli, Legoli e Montefoscoli, ma anche da tanti cittadini che hanno contribuito a sostenerne le spese ed hanno partecipato con entusiasmo e passione a questa lunga esperienza iniziata nel 2011.

Il pronunciamento del Consiglio di Stato - la cui sentenza sarà nota entro poche settimane - chiude il percorso legale con cui i ricorrenti hanno denunciato alcune evidenti violazioni riguardanti l’autorizzazione all’ampliamento rilasciata dalla Provincia di Pisa. Tra le principali ricordiamo il fatto che tale ampliamento non è previsto nel vigente piano provinciale dei rifiuti, l’eccessiva vicinanza della discarica al centro abitato di Legoli (inferiore ai 500 metri imposti dalla legge), l’elevata e palese franosità dell’area e la mancanza di uno studio sull’impatto sanitario che la discarica ha avuto sulla popolazione che vive nelle sue vicinanze da oltre 30 anni.

Il sentimento comune di tante persone, non solo di Legoli e Peccioli ma anche dei comuni vicini, ha inoltre evidenziato che la discarica di Legoli ha operato per anni - e forse opera ancora - con autorizzazioni che eludevano le normative italiane ed europee in tema di smaltimento dei rifiuti.

Ne è una riprova la recente ordinanza con cui la Regione Toscana ha concesso – ma forse sarebbe meglio dire “imposto” – la costruzione a Legoli di un impianto di trattamento per la stabilizzazione dei rifiuti. La legge europea vieta infatti – dal 1999 – il conferimento dei rifiuti in discarica se prima essi non sono stati sottoposti ad un trattamento di questo tipo. E’ chiaro dunque che, da questo punto di vista, la discarica di Legoli - dove la spazzatura è sempre stata sotterrata così come veniva raccolta dai cassonetti - negli ultimi quindici anni non è mai stata in regola.

Quando si parla di Legoli non si può pertanto parlare di un’eccellenza - come spesso è stata dipinta da personalità interessate o compiacenti - ma soltanto di un impianto superato e anacronistico, per dipiù inserito in un sistema eticamente sbagliato per quanto riguarda l’impatto ambientale, il rischio per la salute dei cittadini e lo spreco di materiali riciclabili. Materiali che tante altre realtà – nemmeno troppo lontane da noi – sanno invece far fruttare anche dal punto di vista occupazionale.

La nostra battaglia non si fermerà pertanto con il pronunciamento del Consiglio di Stato.

Non ci fermeremo perché siamo convinti – e tantissima gente è con noi – che la nostra terra abbia bisogno di dignità, di ritornare ad essere un territorio gestito in maniera corretta dal punto di vista ambientale, ricco di agricoltura di qualità e di turismo, lasciandosi alle spalle un passato miope e triste, fatto soltanto di rifiuti da sotterrare, di cattivi odori e di emissioni potenzialmente inquinanti.

I ricorrenti al TAR, i comitati di tutela ambientale di Peccioli, Legoli, Montefoscoli

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