Il riuso dei software negli enti pubblici, c’è bisogno di una community dal basso

Di riuso dei programmi informatici negli Enti locali, certificazione delle aziende che lavorano sulla “personalizzazione” dei programmi e del rapporto con la Regione Toscana, si è discusso nei giorni scorsi a Livorno, in Palazzo Municipale, tra i rappresentanti dei servizi informatici di numerosi Comuni della Toscana, tra cui Firenze, Lucca, la Provincia di Grosseto, Cecina, Altopascio, Pistoia.
L’incontro è stato promosso dall’amministrazione comunale livornese, rappresentata dall’assessore all’innovazione tecnologica, Francesca Martini, e dal responsabile dell’ufficio Servizi Informativi e sviluppo servizi telematici, Mario Grassia.
Al centro della discussione la necessità di costruire le condizioni, amministrative, finanziarie e politiche, affinché la “filiera” del riuso dei programmi software possa definirsi tenendo conto delle diverse esigenze e ruoli: gli enti locali che promuovono pacchetti informatici destinati al riuso, le aziende che devono poi “personalizzarli” per i riutilizzatori, per costruire una rete informatica efficiente al servizio dei cittadini e delle imprese.
I settori coinvolti sono principalmente gli Sportelli Unici per le Attività Produttive ed Edilizie, gli URP, i servizi anagrafici.
La volontà espressa da tutti i partecipanti è stata di lavorare, in tempi ragionevoli, alla costituzione di una “comunità degli enti locali toscani” per lo sviluppo dei software open source.
In particolare occorre creare una community del riuso del VBG (Virtual Business Gate), programma di Regione Umbria, poi riutilizzato da una comunità toscana considerevole che, oltre ai capoluoghi considerati, raccoglie più di cento Comuni. E’ un prodotto open source, che è stato quindi liberamente preso e riusato, ma che, vista la diffusione, ora dovrebbe essere sviluppato attraverso un più fitto coordinamento tra gli enti utilizzatori.
I vari intervenuti hanno concordato sul fatto che debba essere trovata una modalità di governance della rete che consenta uno sviluppo condiviso del progetto, anche nel pieno rispetto dei principi di terzietà e neutralità dell’Amministrazione rispetto al libero mercato degli sviluppatori privati.
“Ancora una volta è nel mondo del software che si evidenzia la necessità di creare una community dal basso – sostiene l’assessore Martini - un modello in passato utilizzato da RTRT della Regione Toscana e poi ripreso dalla disciplina del Sistema Pubblico di Connettività. Sviluppo dal basso, cioè, destrutturato e a disposizione della rete, con una concezione fluida del sistema”.
“E’ necessario evitare quindi regie centraliste dall’alto – ha proseguito l’assessore - in contrasto con le logiche di sviluppo e diffusione dell’informatica. Ciò dimostra che ancora bisogna lavorare per trovare un punto di equilibrio tra la governance pubblica dell’informatica e le logiche di crescita e di sviluppo di questo specialissimo settore”.

Fonte: Comune di Livorno - ufficio stampa

Tutte le notizie di Livorno

<< Indietro
torna a inizio pagina