Geotermia, Progetto Mensano: la Regione non ascolta i cittadini che hanno chiesto la VIA per le trivellazioni di Volterra, Casole d'Elsa e Radicondoli

foto di archivio

 

La società Magma Energy Italia, controllata oggi dalla società Graziella Green Power di Arezzo, in data 18 ottobre 2013 aveva richiesto alla regione il permesso per la trivellazione di tre pozzi geognostici allo scopo di cominciare a misurare le temperature del sottosuolo in previsione della costruzione di nuove centrali geotermoelettriche.

La mobilitazione dei comitati, delle associazioni e dei singoli cittadini è stata immediata e sono giunte alla Regione osservazioni contrarie da parte di cinquantasei soggetti diversi, che avevano semplicemente chiesto che venisse valutato l'impatto ambientale dei pozzi geognostici.

Ad una prima lettura gli argomenti della Regione per il rifiuto della V.I.A. sono stati principalmente due.

Il primo è la richiesta di produzione energetica da fonti alternative diverse da quelle fossili da parte dell'Europa, richiesta che non tiene conto delle caratteristiche dei singoli stati e territori e delle economie nelle quali queste produzioni energetiche si dovrebbero inserire.

Sarebbe stato compito della Regione Toscana valutare l'impatto delle richieste europee sull'economia turistica e rurale ed attivare la procedura di V.I.A..

Un secondo argomento della Regione Toscana è che:

“le localizzazioni individuate dal proponente per la perforazione dei pozzetti termometrici ricadono in aree soggette a vincolo idrogeologico e non ricadono in aree soggette a vincolo paesaggistico o archeologico.”

Questo nonostante 3000 cittadini delle zone interessate dalle prospezioni abbiano richiesto la valutazione dei vincoli da anni, sollecitata lo scorso luglio dallo stesso Ministero dei Beni Culturali e Ambientali.

La Regione argomenta affermando che:

“si prende atto della richiesta di attivazione di una procedura di apposizione del vincolo paesaggistico avanzata da Italia Nostra il 10.01.2008 per le aree situate nel Comune di Casole d'Elsa e che tale richiesta è rimasta senza risposta da parte delle Autorità competenti.”

Ci troviamo quindi nella situazione paradossale di una Regione che rifiuta ai cittadini la Valutazione di Impatto Ambientale perché la Regione stessa, in sei anni, non ha mai risposto alla richiesta di vincolo.

La risposta della Regione Toscana ha quindi un valore politico.

La richiesta di una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale avrebbe infatti portato  a considerare la possibilità dell'impatto economico dei pozzi (l'economia della Toscana è legata al paesaggio più di quella di qualsiasi altro luogo) e quindi avrebbe fornito elementi per valutare i primi effetti di un evidente processo di industrializzazione del paesaggio rurale.

La risposta della Regione Toscana, di fatto cerca in modo inaccettabile di considerare separata la trivellazione dei pozzi di prospezione dal processo industriale del quale sono solo un passo, processo che potrà avere come conseguenza la trasformazione di una economia florida e distribuita tra migliaia di piccoli proprietari in una economia energetica concentrata nelle mani di pochi gruppi industriali. Sarebbe stato un dovere politico e morale della Regione, specialmente in un momento economico così delicato, avviare una procedura di valutazione di questo impatto.

Viene invece favorito ancora una volta un modello di sviluppo incerto e favorevole a pochi che contrasta con le vere ricchezze davvero inesauribili che il nostro territorio offre, turismo, agricoltura di qualità, biodiversità, ecc. basi portanti di un'economia diffusa e ben radicata che mal si sposa con questo tipo di geotermia che devasta il territorio inquinandolo e impoverendolo.

E' quindi evidente la difficoltà politica della Regione Toscana di comprendere l'economia delle piccole imprese legate al paesaggio, e la trasformazione economica verde che l'intero pianeta sta intraprendendo.

Non si può non osservare con una certa perplessità che tra le centinaia di possibilità  alternative all'industrializzazione del territorio rurale, prima fra tutte quella della costruzione di una fitta rete di microimpanti domestici, la Regione Toscana, attraverso i permessi di prospezione ha scelto la strada dei megaimpianti. E ciò nonostante i catastrofici effetti che questo tipo di produzione energetica ha prodotto sull'economia del turismo nella zona di Larderello e in tutte le località geotermiche più sfruttate.
Prendiamo atto di questa scelta politica che certamente condizionerà le scelte dei cittadini di tutta la Toscana quando si dovrà votare per il rinnovo del Consiglio Regionale. La risposta della Regione indica infatti che per tutelare i posti di lavoro e le migliaia di imprese legate all'economia del paesaggio è necessaria una classe dirigente in grado di comprendere il significato e il valore economico di uno dei più importanti settori agricoli e turistici del pianeta.

Giovanna Limonta
Segretaria del Comitato Difensori della Toscana

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