Mori: "Il rischio idraulico per l'ospedale 'San Giuseppe' non esiste. Parlarne è scorretto e crea paure inutili". I dati e le mappe



Franco Mori (foto gonews.it)

Franco Mori (foto gonews.it)

Il rischio idraulico si è palesato ancora una volta di fronte ai nostri occhi in queste settimane. Prima la piena dell’Arno il 31 gennaio scorso, con vari allagamenti ed esondazioni dei torrenti e di alcuni affluenti. Poi il bis di ieri, con ancora una volta l’arrivo della piena a Pisa e un fiume mai così alto nel suo livello idrometrico dagli ultimi 20 anni.

Per quanto riguarda Empoli di zone a rischio idrico molto elevato ce ne sono. L’autorità di bacino del fiume Arno non nasconde certo i dati e le mappe da dove si vede benissimo quali siano le aree più alluvionabili.

“Fra queste non c’è sicuramente l’ospedale San Giuseppe di Empoli”. Lo ha voluto ribadire l’assessore Franco Mori che ha la delega a urbanistica, edilizia privata, lavori pubblici e protezione civile, in risposta alle parole del consigliere regionale di Forza Italia, empolese, che aveva parlato di un ospedale a rischio.

“L’ospedale è stato posizionato e progettato a una quota sulla base di un attento studio del rischio idraulico.

E’ stata presa come base la massima che storicamente conosciamo ovvero quella dell’alluvione del ‘66 e la quota di imposta dell’ospedale è stata messa a 50 centimetri sopra quella soglia massima. Una quota che è 50 centimetri più alta rispetto a quella che il piano di autorità di bacino dell’Arno individua come  rischio cinque centennale. Cosa significa? Che ogni mezzo millennio storicamente si raggiunge quota 25 metri e 70 centimetri sul livello del mare. Ribadisco ogni 500 anni. L’ospedale di Empoli è stato mezzo a 26.20 di quota.

Quindi, alla luce di questi dati, parlare di rischio idraulico per il nuovo ospedale di Empoli mi sembra inopportuno e anche scorretto perché può generare delle paure che non sussistono. E’ sbagliato fare questo”. Chiaro il riferimento all'intervento del consigliere regionale di Forza Italia Nicola Nascosti.

Tra l’altro Mori racconta un ricordo personale, una sua esperienza: “Vorrei aggiungere che conosco questa zona molto bene, sono nato e cresciuto fra via Piave e case Fanfani. Durante l’alluvione del ’66 avevo 15 anni e conoscevo bene la situazione. Alle Case Fanfani avevamo 60 - 70 centimetri di acqua, ma il viale Boccaccio da via Piave a viale Giotto era all’asciutto. L’ospedale è 1 metro e 20 sopra viale Boccaccio che è a quota 25 metri.

Quindi il rischio idraulico per questo ospedale è una cosa che non esiste”.

Sono altre le zone che possono fungere da cassa di espansione naturale, basta vedere le quote delle varie zone: “Qui a 200 metri, al di là del Rio di Santa Maria, prima di Avane, il livello è di due metri più basso rispetto all’ospedale. Se l’acqua uscisse dall’argine va a trovare spazio dove è più basso. La stessa Sovigliana rispetto all’Ospedale è 1 metro più bassa. E non c’è un argine come quello di Empoli che è a quota 27 metri, 80 centimetri più alto rispetto al livello dell’ospedale”.

In questi giorni la quota più elevata raggiunto dall’Arno è di 25.45 mt sul livello del mare: “L’ospedale può stare tranquillo. Ribadisco è chiaro, Empoli, come altre città costruito sull’Arno, Pisa, Firenze (questione che riguarda anche le più grandi capitale europee ndr.) ha un rischio idraulico e presenta aree più basse nella stessa zona. Tutto ciò che è stato costruito fino a 40 anni fa non si avvaleva di questi studi e delle zone a più a rischio ci sono. Tutte le frazioni che sono a valle dell’argine da Santa Maria ad Avane, da Pagnana a Marcignana sono in una situazione particolare. Ma è anche vero che negli ultimi anni sono stati fatti nuovi lavori a valle e a monte. Mi piace ricordare che la messa in sicurezza del fiume Elsa è migliorata notevolmente. La portata del fiume a Ponte a Elsa era di 500 metri cubi al secondo. Oggi è salita a 800 metri cubi secondo. Tanto che nel secondo regolamento urbanistico di Empoli il rischio idraulico nella valle dell’elsa è stato tolto. Quindi paragonare a oggi il rischio presente nel ’66 è anche inadeguato”.

Andando a vedere le mappe si nota come la zona di via San Mamante e Santa Maria, quella del Centro commerciale, ha una quota fra i 24 e i 23.6, un metro e oltre sotto viale Boccaccio. Oppure per esempio, da Avane a Marcignana, a parte alcuni casi sporadici non si sale sopra i 25 metri. Mentre l’area di Serravalle è tutta o quasi sopra i 26 metri.

Ecco perché a chi avanza il quesito perché l’ospedale no in zona Santa Maria, dove ora c’è il centro commerciale commerciale, l’assessore Mori risponde:  “A livello di rischio idraulico non c’è paragone. Non a caso anche là è stata fatta una cassa di espansione più bassa rispetto al parcheggio del centro. Da un punto di vista urbanistico io approvo assolutamente questa scelta. Santa Maria è vicino allo svincolo della Fi Pi Li, sarà raggiungibile dalla nuova 429 e io sono dell’idea che gli empolese prima andavano a Lastra a Signa, a Montecatini o a Campi Bisenzio a fare un certo di spesa. Oggi restano a Empoli e a sua volta Empoli è attrattiva rispetto ad altre aree. Quindi non avrei portato anche l’ospedale in quell’area. L’ospedale è a 500 metri dal centro della città, a 1000 metri dalla stazione. La viabilità di accesso è normale, come altri ospedale in Toscana e certamente miglioreremo il sistema dei parcheggi. Ma oltre a non esserci rischio idraulico l’ospedale rappresenta un polmone importante per tutto il tessuto commerciale di viale Boccaccio e non solo. E a chi si lamenta del tanto transito dico menomale che c’è questo transito e questo movimento”.

 

Dati e mappe tratti da www.adbarno.it, sito web Autorità di Bacino dell'Arno

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