Rifugiati, il Progetto 'Sprar' vince il bando del Ministero e aumenta i posti di accoglienza

Alcuni attivisti del progetto 'Sprar' a Pisa

Accoglienza ai rifugiati: la Società della Salute della Zona Pisana continua il suo impegno che dal 2001 ha portato ad ospitare a Pisa, con il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), 114 persone provenienti da 31 paesi diversi  (Afghanistan, Albania, Angola, Bangladesh, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Georgia, Ghana, Repubblica della Guinea, Guinea Bissau, Iran, Iraq, Kashmir, Kossovo, Liberia, Mauritania, Nigeria, Palestina, Russia, Salvador, Somalia, Sudan, Senegal, Turchia, Togo, Mali e Pakistan) che sono accolte in strutture e seguite a tutto tondo nel percorso di inserimento nel tessuto sociale.

Un lavoro che nel trienno 2014/2016 sarà ulteriormente potenziato: il progetto presentato dalla Società della Salute Zona Pisana è infatti risultato tra i 367 scelti dal Ministero dell’Interno, piazzandosi 1° in Toscana e 25° in Italia nella graduatoria di merito. I posti disponibili aumenteranno dai 15 a 20, cui si aggiungeranno altri 8 posti di riserva che sarà possibile attivare su richiesta del Servizio Centrale dello SPRAR. E da          quest’anno al Comune di Pisa e all’Arci Comitato di Pisa si aggiunge tra gli enti anche il Comune di Cascina che ha dato disponibilità ad ospitare i rifugiati. Il progetto ha un valore di circa 300.000 euro: 236mila il contributo ministeriale più 58mila euro di cofinanziamento della Società della Salute e dei Comuni.

«Pisa città dell’accoglienza, una vocazione che viene portata avanti e potenziata grazie alle competenze e alla professionalità degli operatori del Terzo Settore. La Società della Salute Pisana è un modello che funziona» commenta Sandra Capuzzi, presidente della Società della Salute di Area Pisana e assessore al sociale del Comune di Pisa. Giuseppe Cecchi, direttore SdS: «Viene riconosciuta la validità del nostro operato, con un aumento effettivo dei posti per i rifugiati». A spiegare come si svolge l’accoglienza, Stefania Bozzi, presidente dell’Arci di Pisa: «il progetto ha validità di 6 mesi ed è rinnovabile per altri 6 mesi. Ogni persona segue un percorso integrato con i servizi del territorio». I rifugiati arrivano da paesi con situazioni drammatiche, «una persona su tre ha subito torture e c’è quindi bisogno di supporto personalizzato, per cui abbiamo frequentato corsi di formazione specifici» spiegano Francesca Pala, Deniona Maxhalaku e Merita Maxhalaku, tre delle operatrici che lavorano al progetto

Come funziona - I beneficiari vengono accolti in strutture di accoglienza e seguiti a tutto tondo nel loro percorso di inserimento nel tessuto sociale.

Per ciascun ospite vengono forniti i seguenti servizi:

a) Accoglienza: vitto e beni di prima necessità, pocket-money; orientamento ed accompagnamento per l’accesso ai servizi socio-sanitari e del territorio; corsi di alfabetizzazione di lingua italiana; supporto all’inserimento in percorsi educativi e di istruzione; disbrigo di pratiche amministrative e legali;  servizi di mediazione – interpretariato.

b) Integrazione: accompagnamento per l’accesso ai servizi; Accesso a corsi di lingua italiana; inserimento in corsi di formazione/riqualificazione professionale ed inserimento lavorativo; supporto nella ricerca di opportunità alloggiative; eventuale supporto al ricongiungimento familiare.

c) Tutela: consulenza legale per tutto l'iter per il permesso di soggiorno ed eventuale supporto per il ricorso al diniego per i beneficiari interni al progetto; è da sottolinerare che il progetto SPRAR di Pisa ha attivo anche uno sportello informativo aperto al pubblico con informazioni sulla normativa; orientamento ed informazione legale; supporto psico-socio-sanitario; accompagnamento presso Questura e Sportello Unico –Prefettura.

Fonte: Ufficio Stampa

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