Opg, i Radicali: "Ancora non si sa dove saranno trasferiti i 121 internati, non c'è una soluzione per il superamento"

Emanuele Baciocchi, Michele Migliori, Massimo Lensi


Radicali in visita oggi, lunedì 5 gennaio, all'Opg di Montelupo Fiorentino. Presente una delegazione di radicali fiorentini dell'Associazione 'Andrea Tamburi', composta da Massimo Lensi, Maurizio Buzzegoli, Emanuele Baciocchi e Michele Migliori.

L'iniziativa rientra nell'ambito della mobilitazione nazionale del 'Satyagraha di Natale' che vede impegnato in uno sciopero totale della fame e della sete il leader dei radicali, Marco Pannella.

La visita è servita per valutare l'iter dell'eventuale chiusura della struttura dell'Opg. "Il superamento è previsto dalla legge 81 per il 31 marzo, ma ad oggi, a due mesi e venti giorni dalla data prevista, la situazione è di totale incertezza: non sappiamo dove andranno i 121 internati, né dove andranno a lavorare gli agenti di polizia penitenziaria e il personale sanitario", spiega Massimo Lensi, membro dei Radicali Italiani, ex consigliere provinciale.

Dei 121 internati non dimissibili, che hanno cioè ancora una pericolosità sociale elevata, una ventina sono toscani e questi devono essere trasferiti in una struttura adeguata in Toscana, secondo la regionalizzazione prevista dalla legge 81. Si è pensato al carcere del Pozzale di Empoli e all'istituto penitenziario di Massa Marittima, ma una soluzione ancora non è stata trovata.

L'Opg dovrebbe essere sostituito dalle strutture Rems: residenze, previste dalla legge 81, dove i non dimissibili sarebbero trasferiti all'interno di percorsi terapeutici. La differenza fondamentale fra l'Opg e le Rems è che nel primo la polizia penitenziaria è dentro la struttura e controlla, quindi l'elemento della custodia prevale sull'elemento della terapia, mentre nelle seconde la polizia sta all'esterno ed è l'elemento della terapia a prevalere.

"Il problema è che le Rems diventerebbero dei mini-Opg perché i detenuti avrebbero lo stesso status giudiziario: chi entra in Opg, non sa quando ne esce, perché la misura di sicurezza può essere reiterata più volte. È quello che noi chiamiamo 'l'ergastolo bianco'. - commenta Massimo Lensi - Deve cambiare il codice penale. Finché si mantengono le condizioni di incapacità di intendere e di volere applicabili dalla magistratura, l'Opg esisterà sempre. Per superarlo, deve essere applicata la pena, stabilita dal giudice in base al reato relativo, non l'ergastolo bianco. In questo modo, il detenuto non sarà più un internato come è adesso".

"Probabilmente troveranno una soluzione di mezzo, un carcere in cui trasferiranno i 20 non dimissibili, ma rimaniamo in una situazione di provvisorietà. Una cosa all'italiana", conclude Massimo Lensi.

Claudia Nieddu

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