Il messaggio alle donne di Sos Luna: "Non sentitevi la causa delle botte. Chi ama non picchia"

L'8 marzo ha un sapore tutto particolare per le donne di SOS Luna, la cooperativa di servizi che fornisce assistenza a bambini, anziani, effettua pulizie e servizio catering. Il progetto, nato nel 2010 grazie al sostegno delle Pubbliche Assistenze di Empoli e della Regione, ha permesso ad otto donne di voltare pagina dopo un passato di abusi e violenze, ricominciando da capo autonomamente dopo aver affrontato un percorso di protezione nel Centro Lilith. Prima della costituzione della cooperativa, le donne sono state inserite nel progetto "Nadia", realizzato con i contributi del Fondo Sociale Europeo e dopo una formazione promossa da Anpas e dalla Regione, ed effettuata con organizzazioni di categoria e consulenti professionisti.

In questo modo, le otto donne salvate da Lilith hanno costituito la Cooperativa SOS LUNA, hanno iniziato a lavorare, acquistando maggiore autostima e autonomia proseguendo il loro percorso con maggiore sicurezza e, sopratutto, serenità. Ora, guardano al futuro con determinazione e per la festa della donna vogliono mandare un messaggio a quelle donne che ancora non sono riuscite ad uscire dall'incubo della violenza. La giornata dell'8 marzo ha un sapore particolare per le donne di Sos Luna: significa innanzitutto volersi bene ogni giorno dell'anno. Un traguardo raggiunto gradualmente, in un lungo viaggio che ha attraversato il dolore e la paura, e per il quale è stato decisivo l'aiuto esterno. Tanto che, per una di loro, «è tutta una questione di incontri giusti. Io li ho fatti dentro il Centro Lilith».

Mentre un'altra di loro dice: «Per ripartire, per rifarsi una vita ci vuole un lavoro. È questa l'importanza della cooperativa per chi come noi non aveva punti di riferimento o la famiglia lontano, fuori dall'Italia». LE TESTIMONIANZE (Per tutelare la loro incolumità e garantire continua protezione, abbiamo scelto di non inserire i nomi e non mostrare i volti delle donne di Sos Luna) «Un uomo violento gioca sulla fragilità della donna. Lui mi ripeteva in continuazione: "E dove vai se scappi?" Giocava sulla paura che sarei rimasta sola, senza niente.

Ed è stato così: per andare via da dove vivevo ho perso il lavoro. Il primo mese è stato durissimo, non lo so dove ho trovato il coraggio, non lo so davvero. Se guardo indietro vedo una donna fragile, non so neanche come ha fatto quella donna a venirne fuori. Non lo so, ma ora sono forte, tanto più forte».«Ho sperato per tanto tempo che mio marito potesse cambiare, ma la situazione non faceva che peggiorare. Quando un legno è storto, non puoi raddrizzarlo. Ma questo l'ho capito dopo. Con il tempo anche l'amore è svanito. Come può esserci l'amore in mezzo alla violenza? Come puoi amare chi fa soffrire i tuoi figli? Ho deciso di chiedere aiuto per salvarli» «Ricordo che prima di andare dai carabinieri, ho pensato: o mi butto dal ponte o chiedo aiuto. Ho chiesto aiuto e quello è un punto di non ritorno. Da lì, non accetti più di fare passi indietro: tutto sta, nel trovare la forza di fare quel passo che cambia tutto. Io l'ho fatto per il mio bambino».

IL MESSAGGIO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA «Una via d'uscita dalla violenza c'è sempre. Il passo più difficile è chiedere aiuto, trovare il coraggio di perdere tutto». Lei è una delle prime donne di Sos Luna, grazie al quale ha trovato un lavoro ed è diventata indipendente. «Tante donne non sanno che esistono dei centri di aiuto come Lilith. Bisogna aumentare l'informazione, arrivare a più donne possibili». Un'altra ragazza di Sos Luna preferisce non dare consigli, ma dire perché e come ha trovato il coraggio di chiedere aiuto: «La forza di farlo la trovi quando cominci a voler più bene a te stessa e ai tuoi figli, che a lui. Nel momento in cui ho saputo dire stop, ho capito che la vita può essere più bella di come era». Ma può esistere amore nella violenza? «No, non dovete pensare che sia amore, non dovete pensare che potrà cambiare. Non è amore e non cambierà. Non giustificate, non vergognatevi, non sentitevi la causa delle botte. Chi ama non picchia, nemmeno una volta».

Fonte: ufficio stampa

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