Il Comune dà la cittadinanza onoraria a Umberto Borsò

Umberto Borsò

Un tenore di fama mondiale, ma che non ha dimenticato le sue radici, definendosi più volte – in diverse occasioni pubbliche - “cittadino di Castelfiorentino”. Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni di fondo che ieri pomeriggio hanno indotto il Consiglio Comunale ad approvare la proposta della Giunta di conferire la cittadinanza onoraria a Umberto Borsò, “ambasciatore del belcanto nel mondo” (secondo la felice definizione degli autori di un recente volume dedicato alla sua biografia artistica), la cui splendida voce è stata applaudita nei teatri lirici più prestigiosi per quasi quarant’anni, dal 1950 al 1990. Dopo l’atto formale, la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria è prevista entro l’autunno di quest’anno.

L’artista, che a livello internazionale ha saputo distinguersi per l’elevata qualità e ampiezza del suo repertorio (dalla Tosca all’Andrea Chénier, da Otello alla Cavalleria Rusticana), attestata dalla frequentazione di teatri quali il Metropolitan di New York, il Bolshoj di Mosca, il Covent Garden di Londra o la Staatsoper di Vienna (e, naturalmente, La Scala di Milano), ha mosso i primi passi proprio a Castelfiorentino, dove ha trascorso gli anni della sua gioventù:

“In questo paese cominciai i primi studi – ha ricordato Borsò di recente – e come ogni bambino frequentavo la chiesa facendo il chierichetto. Partecipando alla messa seguivo i canti religiosi e qui imparai a fare le prime emissioni della voce. Man mano che gli anni passavano, divenni un buon cantore, che si distingueva dagli altri bambini per la purezza della voce e per la facilità della sua emissione”.

Poi la morte del padre, e la decisione sofferta da parte della famiglia di trasferirsi a Pisa.

“Lasciare il paese – prosegue Borsò - fu per me un ulteriore dispiacere: lasciare gli amici cari, le abitudini, tutto ciò che mi apparteneva. Amavo Castelfiorentino tanto che non l’ho mai più dimenticato”.

L’amore per la sua città (e il ricordo della città per lui) è peraltro attestato da un piccolo, ma significativo, episodio. Nel corso di una puntata di Campanile Sera, uno dei primi quiz diretti da Mike Bongiorno, un abitante di Castelfiorentino vinse e formulò il desiderio di avere notizie di Umberto Borsò. La RAI lo cercò e la settimana dopo Mike Bongiorno disse che lo avevano rintracciato al Covent Garden di Londra, da cui Borsò promise che avrebbe dedicato ai suoi concittadini un’opera.

I legami con la cittadinanza si sono ulteriormente rafforzati con l’inaugurazione del Teatro del Popolo, nel 2009 (dove Borsò aveva mosso i primi passi della sua carriera), ed è proseguita l’anno successivo con la donazione dei suoi abiti di scena e la presentazione della sua biografia.

Questa la motivazione ufficiale del conferimento della cittadinanza onoraria, promossa dall’Assessore alla Cultura, Claudia Centi, condivisa dalla Giunta e approvata ieri dal Consiglio.

“Il Maestro Umberto Borsò, illustre tenore, definito ambasciatore del Belcanto italiano nel mondo, ha da sempre mostrato cura e affetto nei confronti di Castelfiorentino. Dopo avervi trascorso l’infanzia e la giovinezza, ovvero gli anni della sua formazione iniziale come artista, Borsò diviene presto “cittadino del mondo”, ma mai viene meno il suo attaccamento alla comunità castellana, manifestato da forti legami di amicizia che coltiva con diverse persone, compagne d’infanzia e d’adolescenza, o semplicemente appassionate di musica lirica, che lo seguono nei suoi successi mondiali, segno evidente di un artista rimasto prima di tutto uomo, noto per la professionalità e al contempo per la sobrietà e la riservatezza. Castelfiorentino non è solo la città del cuore del tenore, ma anche il teatro che lo ha visto trionfare ripetutamente nei suoi cavalli di battaglia. Una volta abbandonato il palcoscenico, Umberto Borsò ha scelto infatti Castelfiorentino, e in particolare il Teatro del Popolo tornato agli antichi splendori, come “custode” dei suoi abiti di scena. La cittadinanza onoraria a Umberto Borsò suggella quindi il comune sentire il celebre tenore parte integrante del tessuto culturale di Castelfiorentino. Il suo nome e la sua arte sono un esempio da tramandare ai posteri”.

Fonte: Comune di Castelfiorentino - Ufficio Stampa

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