Le due Cipro: una ‘divisione’ in piena Europa e la ‘resistenza passiva’ dei giovani greco-ciprioti

La delimitazione di Varosia (foto di Camilla Caparrini)

Un piccolo territorio, diviso in due stati e attraversato da decine di contraddizioni. E’ questo il caso dell’isola di Cipro, dal 1974 divisa in due repubbliche, greca al Sud, turca al Nord.

La divisione non è però condivisa dal diritto internazionale, visto che solo la Turchia ha riconosciuto la repubblica turca di Cipro come stato. La repubblica Turca di Cipro nacque infatti in seguito ad un'invasione della Turchia in risposta al colpo di stato militare avvenuto a Cipro e che aveva turbato gli equilibri tra le due popolazioni raggiunto dall'accorso di Zurigo nel 1960. Da quel momento, nonostante tentativi di accordi e riconciliazioni è come se il tempo si fosse fermato e l'occupazione è diventata consolidata. Nonostante questa divisione viaggiando per Cipro non si avvertiranno stati di tensione, se si tralascia l’altissimo numero di militari e di basi, veramente eccessive per un’isola così piccola.

Non molti lo sanno ma anche Cipro, appartenente alla comunità europea dal 2004 ha un muro di divisione. Non è percepibile come in altri luoghi del mondo, non è così barbaro e sinonimo di violenza come in altri stati e situazioni ma comunque esiste e divide la capitale di entrambi i piccoli stati: Nicosia. In alcuni tratti della città c’è il muro, in altri la divisione si trasforma in barili di latta, in ogni caso esiste e per passare da una parte all’altra della città è necessario attraversare la frontiera.

I ciprioti, comunque, almeno apparentemente sembrano non vivere questa situazione come un dramma. In vendita ci sono cartine geografiche che pubblicizzano Nicosia come ‘l’ultima capitale ancora divisa al mondo’. E in effetti sembra che questa possa essere una delle poche attrazioni della città, dal momento che se non avesse questa particolarità probabilmente non sarebbe certo presa di mira dai turisti.

Anche se attraversare Cipro dal 2003 è facile anche per i ciprioti in molti non lo fanno. Parlando con greci nella parte Sud, è infatti emerso che non andare nella parte turca è normale per la maggior parte di loro. Ci sono ragazzi che hanno mai visto la zona nord per rispetto ai propri genitori che non vogliono più andarci o per una forma di piccola resistenza passiva.

“Non voglio mostrare il passaporto per passare in un’altra zona del mio stesso stato” oppure “Non voglio vedere le case dei miei genitori occupate dai turchi” alcune delle risposte che sono stata date alle nostre ‘indiscrete domande’.

Nel 1974 moltissimi greci fuggirono dalle proprie case, così come fecero anche moltissimi turchi, per andare ad abitare ognuno nella ‘propria’ area. Celebre è il caso di Varosia, famosa località turistica della città di Famagusta (nella parte Nord) completamente abbandonata dal 1974. La zona è presidiata dai militari ed è letteralmente fantasma.

Capire le reali motivazioni che portano le persone a rimanere in questa specie di limbo non è semplice: la ritrosia nel parlare dell’occupazione è infatti palpabile e in alcune zone dell’isola ci si dimentica di questa condizione. Sia i ciprioti greci che i turchi, infatti, sembrano più concentrati sul turismo.
Le frizioni tra le due culture che coesistono sulla stessa isola non sono evidenti. Anzi gli unici contro cui abbiamo sentito rivolgere l’astio di un cipriota intento a darci indicazioni stradali sono gli inglesi. Effettivamente nell’isola, ex colonia inglese, c’è ancora una zona che appartiene al Regno Unito. Si tratta di un’area cuscinetto tra i due stati. In pochi minuti, quindi, un visitatore potrà passare tre frontiere.

“Non so se sapete che qui a Cipro abbiamo dei problemi- ci ha detto l’uomo indicandoci sulla cartina da quale varco si può passare la frontiera per arrivare a Famagusta, città nella quale anche lui viveva prima del 1974 – Questa zona è degli inglesi, loro sembrano tanto carini ma in realtà sono cattivi”.
Dal momento che non ci è stato purtroppo possibile approfondire questa affermazione, ognuno ne potrà trarre le proprie conclusioni.

La mia, quella di una persona curiosa, che visita uno stato per pochi giorni è che i ciprioti avessero riposto delle aspettative nell’Inghilterra, che non ha saputo mantenere. Forse i ciprioti si aspettavano che oltre a creare una zona cuscinetto gli inglesi li avrebbero aiutati a riprendersi la zona occupata dai turchi. Cosa che tuttora non è avvenuta.

Certo è che rendersi conto di aver visto più Cipro da turista in una settimana rispetto a ragazzi che ci sono nati è abbastanza strano. E lo è ancora di più se si pensa che la piccola nazione è in tutto e per tutto parte della comunità europea.