Fondazione Pera, il Jobs Act spiegato da Pietro Ichini e Pietro Garibaldi

«Nel Jobs Act c'è la svolta, è giunto il momento che il contratto a tempo indeterminato torni ad essere una normalità». Parole del senatore e giuslavorista Pietro Ichino che oggi ha aperto i lavori del convegno “Gli effetti giuridici ed economici della riforma del lavoro”, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Pera in San Romano. Una giornata di studio e di confronto sul Jobs Act, a diversi mesi di distanza dalla sua introduzione, guidati dagli interventi di apertura del senatore Ichino e dell'economista Pietro Garibaldi. Da una parte, quindi, un approccio teorico e politico sulla riforma del lavoro, spiegata da chi ha contribuito a realizzarla; dall'altra una valutazione più pratica, economica appunto, sulla reale attuazione e le dirette conseguenze della nuova normativa. A fare gli onori di casa, la presidente della Fondazione Pera, Ilaria Milianti e il direttore, Marco Cattani.

Molti gli argomenti snocciolati dal parlamentare Pd, Pietro Ichino, nel corso del convegno. Anzitutto lo scopo del Jobs Act, ovvero «sostituire il regolamento di protezione del lavoro vigente, fondato sulla tutela inibitoria (protezione assoluta), con una tutela risarcitoria», abbandonando «un sistema produttivo di apartheid del lavoro, che divide tra chi ne è possessore da chi non ne può godere: non è tollerabile un diritto del lavoro che si può applicare solo a metà delle forze attive». «Obiettivo della riforma – ha continuato Ichino – è instaurare un nuovo regime che consenta al contratto a tempo indeterminato di tornare ad essere quello che era ormai mezzo secolo fa: la normalità. Abbiamo bisogno che torni ad essere la forma normale di assunzione, anche per far sì che i datori di lavoro tornino ad investire nella formazione dei collaboratori». Il contratto a tutele crescenti ha rappresentato infatti la centralità dell'intervento di Ichino: aspetto che il senatore aveva già previsto in una proposta di legge del 2009 e che costituisce uno dei cambiamenti più importanti e discussicontenuti nel nuovo ordinamento del lavoro. L'economista Pietro Garibaldi, invece, è entrato nel merito delle ragioni economiche e dei primi effetti della nuova disciplina dei licenziamenti.

La discussione, moderata dal professore Oronzo Mazzotta, è continuata poi con Bruno Caruso, professore di diritto del lavoro all'Università di Catania e assessore al lavoro della Regione Sicilia, e con Marco Leonardi, professore di economia del lavoro all'Università di Milano e consulente del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Il confronto tra giuslavoristi, economisti e sindacalisti è ripreso nel pomeriggio: Pasqualino Albi dell'Università di Pisa, Luigi de Angelis, ex presidente della sezione lavoro della Corte di Appello di Genova, Fabio Giovagnoli, Ires Cgil della Toscana, Marco Lai, Centro studi Cisl Toscana, Claudia Ogriseg, avvocato del Foro di Udine, Simonetta Renga dell'Università di Ferrara, Rita Sanlorenzo, membro della Procura Generale della Corte di Cassazione e Angelo Zambelli, avvocato del Foro di Milano hanno spiegato cosa può cambiare in azienda, per i lavoratori e nelle aule di giustizia per effetto della riforma. Ad incalzarli, il consigliere della Fondazione Giuseppe Pera, Vincenzo Antonio Poso.

Fonte: Polo Tecnologico Lucchese

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