Ponte sull'Arno pericoloso, batti e ribatti tra sindaco e lista 'Per la gente'

Il ponte sull'Arno di via Giovanni XXIII a Calcinaia

Ponte dell’Arno di via Giovanni XXIII a Calcinaia: i consiglieri comunali Aldo Armellin e Daniele Ranfagni (lista 'Per la gente) hann0 portato in assemblea la questione della sicurezza per pedoni e ciclisti. Di seguito l'interpellanza, la risposta del sindaco Lucia Ciampi e la replica della lista.

Considerato:

che i marciapiedi sono in evidente stato di degrado, ed hanno bisogno di manutenzione urgente;

che i parapetti sul ponte di via Giovanni XXIII, dalla costruzione del ponte ad oggi non sono mai stati sostituiti;

che i parapetti del ponte di via Giovanni XXIII non risultano per niente adeguati ad assorbire urti e a contenere veicoli coinvolti in sinistri stradali;

che i parapetti del ponte di via Giovanni XXIII potrebbero non risultare per niente adeguati a contenere la spinta laterale esercitata da più persone durante manifestazioni sportive nel sottostante fiume, tant’è che ormai da anni vengono adottate dal Servizio Tecnico misure cautelative al riguardo;

che i parapetti in questione, per la ridotta altezza del corrimano e per l’eccessiva distanza degli elementi che lo compongono, non sono adeguati a evitare cadute accidentali;

che le barriere, atte al contenimento del traffico veicolare di cui al D.M. n° 223 del 18/2/1992, sono inesistenti;

che non esiste un collegamento ciclabile definito e protetto tra Oltrarno ed il capoluogo;

che il sindaco è il primo responsabile della salute e dell’incolumità dei propri concittadini;

che deve essere data la massima priorità nella risoluzione delle problematiche strettamente collegate alla sicurezza della viabilità;

che il 50% dei proventi dalle sanzioni amministrative per infrazioni al Codice della Strada devono essere messi in bilancio e destinati alla messa in sicurezza della viabilità, a termini di legge.

Chiedono:

se il sindaco intende prendere provvedimenti, per mettere in sicurezza l’attraversamento del ponte da parte di veicoli, cicli e pedoni, attraverso la sostituzione dei parapetti attuali e con l’installazione di barriere a norma.

La risposta del sindaco Ciampi

Relativamente agli aspetti tecnici, l'ufficio tecnico comunale rifèrisce che, come emerge dai certificati di collaudo, il ponte oggetto dell'interpellanza, fu terminato nell'ottobre 1961, quando, progettato dal Genio Civile, fu donato al Comune.

Da allora la manutenzione è stata contenuta nei limiti di piccoli interventi ordinari. Le condizioni attuali sono effettivamente di degrado,

Conseguentemente la messa in sicurezza dei parapetti non può prescindere da un'analisi della situazione attuale attraverso un'indagine diagnostica sulle strutture portanti del ponte, con conseguente verifica della capacità portante ai carichi verticali. Si dovrà avere una completa mappatura del quadro fessurativo, la caratterizzazione meccanica del calcestruzzo, il tutto per conseguire la certificazione della portata del manufatto allo stato attuale e la conseguente stima delle opere per il risanamento conservativo, oltre al costo totale per l'installazione di nuovi parapetti a norma.

In seguito a queste osservazioni, le ipotesi di intervento da adottarsi prevedono un investimento sproporzionato, sicuramente superiore al milione di euro, rispetto alle capacità economiche di questa amministrazione,

Preme ricordare inoltre che a breve sarà realizzato dall'ATO il collettamento della pubblica fognatura: nel progetto si prevede infatti che la nuova condotta, necessaria per risolvere in maniera efficace gli attuali problemi, sia staffata alla struttura del ponte. Questo intervento in particolare, richiede un intervento strutturale per la messa in sicurezza.

Quanto sopra descritto evidenzia la complessità della situazione che l'Amministrazione. fin dal suo insediamento, ha cercato di affrontare, attraverso contatti con aziende specializzate nel settore, l'Università di Pisa e ultimamente in data 3.03.2015 con una lettera della sottoscritta. agli organi governativi, regionali e provinciali per sensibilizzarli sulla questione. Si sono avuti anche contatti diretti per trovare una adeguata soluzione che porti presumibilmente ad un finanziamento.

In attesa di una soluzione in merito gli uffici competenti stanno valutando la possibilità di installazione di barriere a protezione provvisorie che, tuttavia, in considerazione della ridotta

dimensione del marciapiede, non consentirebbero più l'attraversamento pedonale del ponte(vedi ponte di San Giovanni).

Relativamente agli aspetti di sicurezza della viabilità, il comandante territoriale della polizia locale riferisce che la via Giovanni XXIII, nel tratto che attraversa il ponte sul fiume Arno, è una strada comunale extraurbana che collega, per un breve tratto, il centro abitato di Calcinaia con quello di Oltrarno; in detta strada vige il limite di velocità indicato da apposita segnaletica verticale di 40 km/h, quindi inferiore rispetto a quello previsto, di norma, all'interno dei centri abitati, per cui nel tratto di strada in questione che collega i due centri abitati, in assenza di alcuna

segnalazione, il limite di velocità sarebbe Stato di 90 Km/h, ritenuto troppo pericoloso. '

II D.M. n. 223 del 18/02/1992 ad oggetto: "Istruzioni tecniche per la progettazione, l'omologazione e l'impiego dei dispositivi di ritenuta nelle costruzioni stradali " più volte richiamato nell' interpellanza, trova applicazione nei casi indicati, cosi come chiarito nella circolare esplicativa prot. n. 62032 del 21/07/2010 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti:

- il campo di applicazione riguarda i progetti esecutivi relativi alle strade ad uso pubblico extraurbane ed urbane che hanno velocità di progetto maggiore o uguale a 70 Km/h; sono espressamente escluse dal campo di applicazione della norma in argomento le progettazioni inerenti le strade extraurbane ed urbane con velocità di progetto inferiore a 70 Km/h.

Ai sensi dell'art, 2 del D.M. 223/1992 le disposizioni sono limitate alla progettazione e non costituiscono pertanto un criterio di verifica delle condizioni di efficienza tecnica delle strade in esercizio che non siano oggetto di uno degli interventi di cui al periodo precedente.

In ragione di quanto sopra esposto, qualora venisse previsto un intervento sui margini o sui dispositivi di ritenuta, il progettista dovrebbe comunque valutare le situazioni ove si rendono necessarie protezioni, in rela7ione alla presenza od all'insorgenza di condizioni di potenziale

pericolo.

Per quanto riguarda la collocazione di transenne in occasione di manifestazioni sportive

(vedi regata storica), le stesse vengono posizionate al fine di garantire una maggiore protezione del pubblico presente dislocato sul ponte, a prescindere dalla solidità o resistenza del parapetto.

In merito alla destinazione dei proventi dell'art. 208 del Codice della Strada, evidenzio che l'amministrazione comunale provvede ogni anno con delibera di giunta comunale a destinare la quota prevista in misura non inferiore ad 1/4 del 50% delle entrate dei proventi contravvenzionali per le finalità previste dal suddetto articolo.

Tutto ciò premesso, assicuro il gruppo consiliare "Per la gente", che ringrazio per la sollecitazione, di continuare a cercare una soluzione adeguata e strutturale al problema della sicurezza del ponte, nella consapevolezza che l'incolumità dei cittadini debba essere, come è sempre stata, cura e preoccupazione mia personale e di tutta l'amministrazione comunale.

La replica

Iniziamo dall’affermazione di ammissione della situazione di degrado.

Che lei, sindaco, abbia ammesso che il ponte versa in situazione di degrado è già qualcosa, almeno -realisticamente - viene riconosciuta l’esistenza del problema.

Degrado e mancanza di condizioni di sicurezza sono il frutto amaro di un’inerzia dovuta a mancanza d’interesse da parte delle amministrazioni comunali che nel corso degli anni dal 1961 ad oggi, nulla hanno fatto per adeguare un manufatto di vitale importanza come il ponte, alle necessità di una società in evoluzione, sia nel costume che negli spostamenti.

Quindi ad oggi con il ponte non in sicurezza, con un flusso veicolare intenso, con sensibilità maturate nella popolazione verso la necessità di impiego di mezzi alternativi alle auto e con lo sviluppo urbanistico avutosi in Oltrarno e nei comuni confinanti al nostro, l’amministrazione comunale di turno, a fronte di una

interpellanza circostanziata, si è fatta trovare impreparata a fornire risposte concrete e quindi impreparata ad affrontare le carenze di sicurezza del ponte, senza soluzioni progettuali adeguate, senza finanziamenti e senza una condivisione politica estesa a più livelli, del “problema ponte”. Questa purtroppo è la realtà dei fatti.

Il ponte di via Giovanni XXIII, benché di proprietà comunale, è una struttura posta su una viabilità di collegamento secondo l’asse viario Nord-Sud, quindi siamo in presenza di una viabilità che raccorda importanti arterie di scorrimento come la SS 67, la SS 439 e la SP 2 vicarese, ed ecco che il ponte assume rilevanza strategica di notevole importanza e come tale non può considerarsi di sola competenza comunale ma deve intendersi come bene sovraccomunale ad uso della collettività; ragion per cui sono da chiamare responsabilmente in causa sia la Provincia di Pisa che la Regione Toscana.

Quindi una struttura così importante per garantire i collegamenti viari di una zona a densità abitativa alta non può che collocarsi nelle prime priorità d’intervento del comune di Calcinaia. Spetta poi al comune di Calcinaia coinvolgere enti governativi superiori sulla necessità di adeguare il ponte alle esigenze di oggi, sicurezza compresa.

Peraltro, apprendiamo dalla risposta del sindaco che gli interventi in predicato al ponte, potrebbero causare gravi disagi alla gente perché “….l’installazione di barriere a protezione provvisorie…. non consentirebbero più l’attraversamento pedonale del ponte..”.

Questa circostanza, nel caso dovesse verificarsi, sarebbe un errore gravissimo che limiterebbe la libertà di movimento dei cittadini e che farebbe capire in maniera inequivocabile come l’approccio al problema da parte dell’amministrazione comunale di Calcinaia risulti scoordinato ed irrazionale, sia nella tempistica che nelle soluzioni.

Comunque, se gli interventi di sostituzione dei parapetti, come dice lei, sindaco, nella sua risposta, sono subordinati al conseguimento della certificazione della portata del ponte, vi domandiamo come l’amministrazione comunale di Calcinaia, possa autorizzare la staffatura della nuova condotta fognaria sulla struttura portante del ponte in assenza delle indagini diagnostiche alla struttura, di verifica

della capacità portante ai carichi verticali e di analisi della caratteristiche del calcestruzzo, previste per consentire la sostituzione dei parapetti.

Possibile che per sostituire i parapetti servano tutte queste analisi e per aggiungere un carico alla struttura portante, non siano necessarie verifiche di merito?

 

Con riferimento al progetto di collettamento della pubblica fognatura che sarà realizzato da ATO, serviranno analisi preliminari, in particolare sulle condizioni del calcestruzzo, e dello stato fessurativo nei punti dove verranno realizzate le staffature al fine di non aggravare le condizioni attuali del ponte in termini di integrità globale della struttura.

Dopo il primo collaudo a seguito costruzione è invece una grave mancanza l’assenza di analisi/collaudi periodici riguardo la capacità portante del ponte visto il flusso viario intenso da parte non solo di autoveicoli ma anche di mezzi pesanti anche se autorizzati.

Siamo a conoscenza che la legge non prevede tali analisi periodiche, però, sentito anche il parere di più tecnici, trascorsi più di 50 anni dal primo collaudo, su una tale struttura di importanza strategica ci aspettavamo una attenzione superiore rispetto alle risposte che lei, sindaco, ci ha fornito.

Per tali motivi esprimiamo la nostra insoddisfazione per la risposta fornita dal sindaco.

Lista 'Per la gente'

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