Thomas Bagnoli, il primo lavoro come designer a Shanghai

Thomas Bagnoli
Non capita certo a tutti di avere il primo colloquio di lavoro per un posto a Shanghai. Non capita nemmeno a tutti di accettare. Non è il caso di Thomas Bagnoli: il giovane empolese oggi lavora duro (10 ore al giorno) ma la soddisfazione di fare un mestiere che piace e appassiona ripaga tutte le fatiche. A quanto pare nemmeno la cultura lo ha intimorito. Thomas vive del suo lavoro, ha un ruolo di responsabilità e viene apprezzato per la sua professione. Ecco la felice storia di un 'Toscano in giro'.
Nome e Cognome: Thomas Bagnoli
Anni: 27
Cresciuto a : Empoli
Studi: Laurea Triennale in Architettura
Residenza e professione: Shanghai - China / Designer presso XUBERANCE ltd (www.xuberance.org), uno studio di progettazione nato nel 2014 che si occupa principalmente di product design e prototipazione rapida (laser sintering 3d-printing technology). Insegniamo anche nelle più importanti università cinesi di architettura e design 
(Tongji University,HongKong University,Guangzhou University) e AA. Summer School di Londra,Sci-arch di Los Angeles che organizzano regolarmente ogni anno dei corsi qui a Shanghai. Qui in studio lavoro principalmente come designer: progettazione di oggetti d’uso, arredi, lampade e vari altri prodotti. Lavoro inoltre per clienti privati che richiedono prodotti personalizzati di vario genere. Mi occupo anche di progettazione di spazi espositivi ed allestimenti. Durante l’anno abbiamo molte esposizioni per vari eventi e mostre internazionali e allestiamo sempre stand di vario tipo. Oltre al lavoro in studio, aiuto il mio capo, Steven .Come assistente che insegna nelle università o organizza workshop aiuto gli studenti nella progettazione e nell’utilizzo specifico dei software richiesti per realizzare il progetto richiesto. Abbiamo di recente partecipato al Salone del Mobile di Milano vincendo il primo premio come “best design award 2015” al Salone Satellite e i prodotti che hanno vinto sono in vendita a laRinascente in piazza Duomo a Milano.
Lavoro in Italia: designer/freelance
Prima esperienza all'estero: Questa di Shanghai è la mia prima vera esperienza lavorativa all’estero; già nel 2012 durante i miei studi universitari sono stato contatto dallo studio Zaha Hadid Architects di Londra per un posto di lavoro, quindi posso definire quel mio primo colloquio e un altro in seguito alla mia laurea come le mie prime esperienze all'estero.
Perché ha deciso di andare all’estero?
Ho deciso di andare all'estero perché non c’erano e non ci sono altre soluzioni valide di lavoro che mi avrebbero potuto permettere di realizzarmi sia come designer sia come persona, di poter vivere di quello che mi piace fare, avere la propria libertà creativa e allo stesso tempo riuscire a vivere per conto proprio.
Inoltre tutti gli studi di architettura e design che mi interessavano avevano sede all'estero. Già durante gli anni universitari ero cosciente e sicuro che mene sarei andato.
Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
Le differenze di lavoro con il mondo asiatico sono molteplici. Tanto per iniziare Shanghai è piena di ragazzi giovani che una volta conclusi gli studi aprono società per conto proprio e iniziano il loro business. Questo la dice lunga sulla considerazione data ai giovani e sopratutto agli europei. 
Ad esempio, in studio ho il più delle volte carta bianca e potere decisionale in ogni progetto, mi affidano ogni tipo di responsabilità a prescindere dalle mie competenze, lavoro a diretto contatto con i clienti che mi vengono affidati per certi tipi lavori e li incontro di persona, ci parlo e programmo il lavoro a seconda delle loro esigenze senza che il capo progetto intervenga sulle mie decisioni. Un’altra differenza è che Shanghai è una città che ti permette di vivere in maniera proporzionata con il tipo di stipendio che riesci a prendere quindi riesci a mantenerti anche con il poco stipendio iniziale di “prova” (internship) che dura circa un paio di mesi, dopodiché inizia ad aumentare piano piano e questo ti permette di iniziare a prendere un posto in affitto per conto proprio e iniziare la tua vita. Diciamo che le principali differenze sono queste : la considerazione per i giovani, il rapporto tra stipendio/tenore di vita, gli orari di lavoro (10 ore al giorno minimo più quasi tutti i weekend), il modo di vedere ed organizzare il lavoro, largo spazio alla libertà creativa e tanta fiducia che viene sempre ricompensata se fai bene il tuo lavoro.
La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire? Sinceramente non sapevo assolutamente cosa mi sarei aspettato prima di venire qui in Cina, diciamo che per quanto riguarda l’ambito lavorativo sono rimasto più volte stupito in maniera positiva da piccoli episodi che mi hanno dato forza e fiducia in me stesso per continuare per questa strada, che è la strada che voglio percorrere. Ripeto, se ami e fai bene il tuo lavoro verrai sempre ricompensato. Per quanto riguarda la vita quotidiana e abitare in una città come questa, ogni giorno c’è una lezione di vita da imparare, riassumiamola così. Ovviamente non avevo idea di come sarebbe stato vivere qui e non è stato per niente facile all'inizio.
Cosa ti manca dell’Italia?
La mia famiglia. Gli amici ovviamente e molto spesso il nostro cibo e il nostro vino; anche se mangio giornalmente ogni tipo di cucina asiatica e non ho problemi di alimentazione. Il sole e il nostro clima senza dubbio, come sapete l’aria qui non è molto pulita e non ci sono giornate o notti completamente limpide.
Torneresti a lavorare in Italia?
Non credo, non ho intenzione di tornare in Italia a lavorare, ma in futuro chissà, forse potrei pensarci concretamente solo se la situazione iniziasse a cambiare davvero.
Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero?
Aneddoti sulla vita quotidiana con il popolo cinese ne avrei un sacco. Mi sono capitate un sacco di situazioni positive e negative da ricordare. La prima che ricordo fu quando arrivai in studio a Shanghai e condividevo lo spazio lavorativo con un altro studio di architettura cinese molto numeroso. La prima cosa che notai fu che subito dopo pranzo tutti i dipendenti dello studio facevano un pisolino di circa 20 minuti appoggiandosi sulle tastiere dei computer. Si fermavano quasi tutti simultaneamente per riposarsi e poi riprendevano a lavorare in silenzio. Una buffa abitudine.
Un’ultima cosa che vorrei aggiungere è il forte rapporto di amicizia instaurato con i colleghi di lavoro, siamo tutti ragazzi giovani e condividiamo uno spazio comune per più di 10 ore tutti i giorni eppure anche se il lavoro a volte è pesante e faticoso riusciamo sempre a trovare quei 15-20 minuti a giorno per rilassarci e scherzare insieme. Per questo posso dire che mi ritengo molto fortunato.

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