Diritti Siae: entro il 29 febbraio ogni impresa che diffonde musica deve pagarli. In scadenza anche il canore Rai

Per le imprese è tempo di pagare i compensi Siae dovuti per la riproduzione (con radio, televisori, filodiffusione, lettori CD e MP3, jukebox meccanici e digitali, video jukebox, lettori DVD-VHS, PC, Internet e consolle come la Playstation) di video e musica coperti da diritto d’autore.

Il contributo va pagato entro il 29 febbraio ed è richiesto a negozi, imprese artigiane, esercizi commerciali, agenzie di viaggio, sale giochi, alberghi, residence, circoli, pubblici esercizi, farmacie, teatri, cinema, automezzi pubblici, ma anche per la diffusione di musica d’ambiente in ambienti di lavoro non aperti al pubblico ed addirittura per le “attese telefoniche in musica” dei centralini.

La sua entità dipende da alcuni fattori (tipo e numero di apparecchi utilizzati e tipologia del locale) ed oscilla per il possesso di un solo apparecchio da un costo annuo minimo di 21,10 euro (radio tradizionale, in ambiente di lavoro non aperto al pubblico, con al massimo 25 dipendenti) a uno massimo di 1.321,80 euro (televisore in esercizio commerciale con superficie superiore a 5000 mq).

Conti alla mano, un laboratorio artigiano con 1 solo dipendente, non aperto al pubblico, ma dotato di centralino, televisore, pc e radio arriva a spendere in un anno 265,20 euro. Un bar di 60 mq con centralino, televisore, pc e radio spende invece 427,40 euro.

Proprio per contenere questi costi, Confartigianato ha stipulato un’apposita convenzione con Siae che permette ai soci di abbattere i costi Siae del 25% sull’intero importo dovuto, a prescindere dal numero di apparecchi, del 40% per gli apparecchi installati sugli automezzi pubblici e del 10% per i cosiddetti “trattenimenti musicali senza ballo”, cioè quegli esercizi pubblici o locali aperti al pubblico che utilizzano abitualmente la musica per intrattenere i lori clienti, ricorrendo a dj, karaoke ecc. Per usufruirne occorre presentare la tessera d’iscrizione a Confartigianato valevole per il 2016 (o documento che attesti l’iscrizione in corso all’associazione, rilasciato dalla stessa) alla sede Siae territorialmente competente, al momento del pagamento.

Scade invece il 31 gennaio il termine per pagare il canone speciale Rai che, contrariamente a quanto stabilito per il canone dei privati dalla Legge di Stabilità, non andrà in bolletta elettrica.

Uffici, locali aperti al pubblico, esercizi pubblici  e titolari di apparecchi televisivi diversi dall’ambito familiare devono perciò continuare a pagare il canone speciale con scadenze, tariffe e  modalità degli scorsi anni.

Per quanto riguarda i computer, sono esclusi dal pagamento del Canone Speciale i PC senza sintonizzatore TV, nonché i monitor per computer. Ciò significa che ogni apparecchio originariamente munito di sintonizzatore, anche se usato solo per guardare Dvd, paga comunque il canone speciale.

Il computer connesso in rete, che in teoria consente la visione dei programmi RAI via Internet, è esente dal canone a meno che non sia anche sintonizzato con l’antenna televisiva o con la ricezione del segnale, terrestre o satellitare.

Fonte: Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Firenze

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