Parroco battezza le tre gemelle di una coppia gay: Don Federico Tartaglia evita i giornalisti

Don Federico Tartaglia, parroco di Cesano di Roma

Si è 'eclissato' il parroco che nello scorso settembre ha battezzato le tre figlie gemelle di una coppia gay, storia raccontata la sera di domenica scorsa, 31 gennaio, nella docufiction 'Di Fatto Famiglie' andata in onda sul canale televisivo Real Time. Uno dei due genitori, vale a dire il padre biologico, è originario di Capraia e Limite ed è il 31enne Simone Michelucci, da anni trapiantato a Roma per lavoro e dove convive con il compagno Roberto Guidoni, con cui sta insieme da nove anni.

È infatti impossibile contattare Don Federico Tartaglia, il parroco di San Giovanni a Cesano di Roma, frazione nel XV Municipio a nord ovest della capitale. gonews.it stamani, martedì 2 febbraio, ha provato a chiamarlo sul cellulare, non raggiungibile, e successivamente alla Parrocchia San Giovanni Battista a Cesano. A rispondere alla cornetta è stato il viceparroco: “Sì, di una coppia omosessuale”, ha detto inerentemente la richiesta di conferma che si fosse trattato di Don Federico.

“Non credo rilascerà interviste – ha risposto al cronista - ha già rifiuto altri giornalisti, anzi, non lascerà più interviste. È fuori, rientrerà settimana prossima. Però so che ad altri giornalisti non ha rilasciato interviste, nemmeno al Corriere della Sera, nemmeno a pagamento. Si è già creato un polverone, troppo... troppo... giusto che si tuteli anche lui, quindi è bene in questo momento le cose rimangano così come sono”.

Monsignor Gino Reali, vescovo di Porto e Santa Rufina, avrebbe comunque autorizzato la celebrazione del sacramento.

Don Federico Tartaglia, 48 anni a maggio, è cresciuto nella Parrocchia del Corpus Domini, a Massimina. Ha iniziato i suoi studi presso il Seminario Romano Minore per poi proseguire la sua preparazione nel Seminario Romano Maggiore, studiando presso la Pontificia Università Gregoriana, conseguendo la Licenza in Teologia Dogmatica. Fu ordinato sacerdote il 24 aprile 1994 e ha esercitato il suo ministero come vicario parrocchiale presso le Parrocchie del Corpus Domini, del Sacro Cuore a Ladispoli e della Beata Vergine Immacolata a La Giustiniana. Nel 2000 partì volontariamente per un servizio missionario in Malawi, nella Diocesi di Mangochi, dove è rimasto fino al 2009. Il 20 febbraio 2010 ha iniziato il suo servizio di parroco, ricoprendo anche l'incarico di Direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano e del Centro Vocazioni Diocesano.

Forti furono le sue parole pronunciate durante la cerimonia di battesimo di Viola, Melissa e Sofia Michelucci. “Quello che oggi noi celebriamo è una cosa molto normale, - disse nella funzione celebrata nella chiesa di San Sebastiano e non in San Giovanni Battista - due persone che si amano, due uomini, che hanno accolto in una maniera che non conoscevamo, una maniera nuova, nuove vite. L'omosessualità, l'omogenitorialità, è un argomento che ci trova impreparati, insicuri, indecisi, altri alcuni sono proprio strasicuri... hanno le idee chiare, pure la Chiesa”.

“La tradizione – ha proseguito - ha sempre dichiarato che gli atti di omosessuali sono intrinsecamente disordinati, dice il catechismo della chiesa, sono contrari alla legge naturale, e in nessun caso posso essere approvati. Questa inclinazione, disordinata, costituisce per la maggior parte una prova. Io sacerdote leggo questa roba, quando voi, e che penso? Che non le condivido. Il presente che vogliamo costruire, passante anche da questo momento, non una fede o un amore che non ha più regole, è un amore pure, sincero, che non ha paura, e io non ho paura, vorrei che la chiesa non avesse paura”.

Ecco perché già da ieri il telefono di questo parroco romano ha iniziato a squillare ripetutamente, in un periodo in cui con la discussione in Parlamento del DDL Cirinnà il tema di unioni tra persone dello stesso sesso e stepchild adoption è tornato prepotentemente all'ordine del giorno.


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