Giornata del ricordo, Fabricacomune: "Occorre riflettere criticamente su tutta la storia del nostro Paese"

Samuela Marconcini, a sinistra, e Dusca Bartoli (foto gonews.it)

"Alla vigilia della giornata del ricordo, istituita con la legge 92 del 30 marzo 2004, noi del gruppo consiliare Fabrica Comune per la Sinistra riteniamo che questo tema non possa più essere ostaggio di posizioni ideologiche, tese a dimostrare verità precostituite. Il doloroso tema degli infoibati della Venezia Giulia al termine della seconda guerra mondiale deve essere affrontato col giusto rigore storiografico. Uno storico che sia degno di questo nome inizia il suo lavoro avendo in mente delle domande, non una tesi preconcetta. Compito dello storico è interrogare i documenti, ricostruendo il contesto. Non si può affrontare il tema delle foibe senza aver prima descritto cosa significò il fascismo in Italia per 20 lunghi anni, e come fu spietata la politica di italianizzazione forzata nei confronti degli slavi, e quali e quanti furono i campi di concentramento istituiti dal regime italiano nei territori della ex Jugoslavia. Alcuni, come quello di Arbe, furono particolarmente terribili: qui si moriva letteralmente di fame, tanto che il tasso medio di mortalità superò il 19%, ben più alto di quello registrato nel campo di concentramento nazista di Buchenwald (15%).

Nel 2000 la commissione mista italo-slovena incaricata di studiare la storia dei due popoli dalla fine dell'Ottocento alla metà del Novecento completò il suo lavoro inviandolo ai rispettivi ministeri degli esteri; nelle sue conclusioni, la vicenda era correttamente inquadrata nei pertinenti contesti storici, ovvero irredentismo, fascismo, guerra, nazionalismo italiano e sloveno, comunismo. Si affermava quindi che arresti, deportazioni e uccisioni «si verificarono in un clima  di resa dei conti per la violenza fascista e di guerra e appaiono in larga misura il frutto di un progetto politico preordinato». Parole equilibrate, che però non piacquero alla Farnesina, che chiuse la relazione in un cassetto.

L'istituzione stessa del giorno del ricordo, approvato con la sola opposizione delle forze di estrema sinistra, non è priva di lati oscuri. Equiparare due tragedie incomparabili, come la Shoah e le foibe, fu un atto indecente e impudico, come ebbe a rilevare Enzo Collotti in quell'occasione. Si rischiava di tributare onore a squadristi e collaborazionisti dell'Adriatisches Kǘnstenland o della Repubblica di Salò, come è affettivamente accaduto nel caso di Vincenzo Sorrentino, l'ultimo prefetto di Zara, che ha ottenuto una medaglia alla memoria, ma che nel 1946 era stato inserito in un elenco di 33 criminali di guerra, perché si era distinto in Dalmazia per le sue azioni sanguinarie in quanto membro del Tribunale Speciale, che serviva a dare copertura politica alle rappresaglie antipartigiane.

Diciamolo questo ai nostri studenti, in occasione di questa commemorazione. Occorre riflettere criticamente sulla storia del nostro Paese, tutta la storia del nostro Paese, non celebrare dei martiri, perché di questo, francamente, non ne abbiamo bisogno. Ben venga un ampio e necessario dibattito storico pubblico, anche nelle scuole. Facciamola finita quindi con polemiche strumentali e ideologiche, che non rispettano il dolore delle vittime e dei rifugiati, e cerchiamo invece di offrire ai cittadini opportunità per un confronto ampio e scientifico, che riporti la questione nei giusti binari, che le doni una giusta dimensione. In quanto rappresentanti politici di un movimento che si richiama nei suoi valori fondanti a quelli della sinistra, non abbiamo niente da temere dalla verità".

 

Samuela Marconcini, consigliera Fabrica Comune per la Sinistra Empoli

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