Comunicazione nella coppia: istruzioni per l’uso.

Come disse Paul Watzlawick, psicologo ed esponente della statunitense Scuola di Palo Alto, “Non si può non comunicare!”. I nostri comportamenti  comunicano dei messaggi a chi ci sta intorno, anche se noi non ce ne accorgiamo o non lo desideriamo. Sia il parlare che lo stare in silenzio hanno  valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e, in tal modo, comunicano anche loro. La definizione di comunicazione veniva quindi, successivamente, riformulata nel senso che è comunicazione "qualsiasi evento, cosa, comportamento che modifica il valore di probabilità del comportamento di un organismo". Lo studio della comunicazione, infatti, non si limita agli aspetti verbali (alle parole), ma si allarga a comprendere gli oggetti di cui l'emittente è circondato (abbigliamento, arredamento della stanza, ecc.), l'ambiente, il modo di gesticolare, di guardare, di alzare o abbassare la voce e così via. Possiamo facilmente comprendere come, la comunicazione non sia mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (feedback).

La grande importanza della comunicazione si riflette sui vari ambiti in cui una persona si trova: coppia, famiglia, lavoro, amici, scuola ecc… In questo articolo mi soffermerò sulla comunicazione nella coppia, dato che spesso una mal comunicazione può contribuire a scontri e conflitti, provando a fornire dei consigli da poter utilizzare per una  comunicazione efficace. Migliorare le abilità comunicative può permettere di dire senza ferire, di esplicitare il proprio pensiero e i propri sentimenti con la possibilità di essere ascoltati e capiti.

Cosa può portare un dialogo al fallimento?

  • il puntualizzare, quando cioè un partner tende a puntualizzare condizioni, sensazioni, emozioni del rapporto di coppia indicando all’altro come dovrebbe essere la relazione, è probabile che in lui/lei nasca la voglia di trasgredire alle regole della relazione;
  • il recriminare, ovvero il protestare in maniera energica puntualizzando le colpe del partner, ciò tende a creare, nella persona che si sente accusata, una reazione emotiva di ribellione;
  • il rinfacciare, inteso come il vittimismo da parte di uno dei partner, favorisce l’esasperazione dei conflitti, questo raramente cambia il comportamento dell’altro che anzi si indispone a tal punto da peggiorare il comportamento in discussione;
  • il predicare, quando uno dei partner critica e giudica l’altro indicando ciò che è giusto e cosa non lo è a livello morale, la reazione dell’altro è quella di suscitare la voglia di trasgredire le regole morali impostegli. Il classico “Te l’avevo detto!” (che provoca ed irrita il partner), il “Lo faccio solo per te”, ( porta il partner in debito per qualcosa),  il “Lascia…faccio io”, (infastidisce ed indispone);
  • il biasimare, ovvero il complimentarsi affermando che l’altro avrebbe potuto fare di meglio.

 

Proviamo a rendere efficace una comunicazione!

  • Impariamo a parlare in prima persona:

Utilizziamo frasi con “Io” sono: Io penso, credo, sento, voglio, mi chiedo e così via. Parlare in prima persona riflette il fatto che chi parla si assume la responsabilità di se stesso,  le affermazioni “Tu” (tu hai detto, tu hai fatto) rappresentano reazioni difensive, provocatorie o di accusa. Le frasi “neutre” (ad esempio: mi sembra) sono troppo logiche, impersonali o troppo vuote per essere utili. Ogni partner dovrebbe ricorrere ad un linguaggio “Io”, evitando quello “Tu” e quello “neutro” e ogniqualvolta capiti di usare uno di questi ultimi due, il partner dovrebbe fermarsi e convertire il concetto in una forma “Io”. Imparare ad auto-controllare le proprie affermazioni ed accettare che l’altro gli faccia notare di essere caduti nella trappola delle forme comunicative sbagliate.

  • Impariamo ad ascoltare:

La stragrande maggioranza delle coppie sostiene che il loro problema è quello di  non parlare o comunicare abbastanza. Molto spesso invece, si può notare che il vero problema è di non saper ascoltare. Ascoltare è molto di più che stare tranquillamente seduto accennando di si con il capo, significa far sapere a chi sta parlando che abbiamo capito quello che ha detto e come lo abbiamo interpretato. La responsabilità dell’ascoltatore è quella di riflettere il contenuto e la valenza affettiva che ha colto nelle parole dell’altro. Facciamo qualche esempio pratico:

-  “Ho capito che sei rimasta male per come ho commentato ciò che hai detto a tua sorella.”

-  “Ho capito che concordi con il mio commento, ma il modo in cui me lo hai detto mi ha dato la sensazione che tu ci sia rimasto male.”

- “Ho interpretato quello che hai detto nel senso che tu vuoi veramente farlo, ma il tuo linguaggio del corpo mi dice che non ne sei sicuro.”

Questi sono degli esempi di ascolto riflessivo, e lo scopo di questo ascolto, per la coppia, è quello di condividere lo stesso significato. Le parole in se stesse non sono sempre sufficienti per comunicarlo, soprattutto nei casi in cui la valenza affettiva rappresenta una parte importante della comunicazione. E’ responsabilità di chi parla quello di comunicare sia il valore affettivo che il contenuto. Il compito della coppia è quello di imparare a dire una cosa del genere “Io sento che…perché…”. Una volta allenato a questo tipo di comunicazione l’altro potrà rispondere sia al significato affettivo che al contenuto. Quando la frase riflessa è accurata la discussione può procedere. Purtroppo ci sono casi in cui la frase riflessa può essere molto discrepante rispetto all’intenzione di chi parla, in questo caso è importante ricominciare il ciclo. Quando una comunicazione fallisce i partners possono sentirsi frustrati e decidere di arrendersi, oppure iniziare ad incolparsi a vicenda. Ciò che in questi casi è molto utile è quello di vedersi come una squadra in cui l’uno aiuta l’altro a migliorarsi per il bene comune

  • Impariamo a valorizzare l’altro:

Essere valorizzati significa essere capiti come persona,il suo opposto è la sottovalutazione: essere ignorati, fraintesi, o vedere i propri pensieri e le proprie parole interpretati erroneamente. Molto spesso invece le coppie confondono la valorizzazione con l’accordo, quando valorizzare l’altro non significa necessariamente essere d’accordo, ma rispettarlo per quello che è e pensa, senza volerlo cambiare. Il primo passo nella comunicazione è quello di valorizzare l’altra persona, allora, e solo allora, è possibile discutere sulle diverse percezioni, opinioni, convinzioni e così via.

  • Impariamo ad avere tempo:

La comunicazione è un processo che richiede tempo, le coppie quindi devono imparare, che per comunicare è necessario impegno, energia e comprensione, ma anche molto del loro tempo, e che è importante ritagliarsi dei momenti dedicati esclusivamente ad essa. Può essere utile darsi degli appuntamenti e una continuità che permetta di sentire che il dialogo può continuare la prossima volta e permettere di approfondire i temi più importanti.

Quali sono gli ostacoli per una comunicazione efficace?

    • La lettura del pensiero: la presunzione di conoscere ciò che il partner sta pensando, sentendo e così via senza verificarlo con l’altro.
    • Personalizzazione: l’aggressione della persona o del problema. Per definire un problema si dovrebbe parlare di ciò che una persona fa, non di chi è, focalizzandosi sui comportamenti e non attaccandosi a livello personale.
  • Le distrazioni: ce ne sono di due tipi, quando il tema della discussione viene abbandonato, portando l’attenzione su altri problemi passati, presenti e futuri e quando ognuno a turno parla di problemi diversi. Questa si chiama “Strategia dell’attacco e del contrattacco”

 

 

  • Linguaggio polarizzante: una tipologia di linguaggio “bianco o nero”, “giusto o sbagliato”, “sempre o mai”, “vero o falso”. Esprimere un’opinione attraverso questi concetti non è costruttivo per la coppia, risulta efficace invece dire che una certa cosa non ci piace perché ci mette in imbarazzo piuttosto che dire che è sbagliata in assoluto.

Vorrei concludere facendo notare come nella quotidianità siamo abituati a interagire con gli altri,  su ciò che involontariamente sbagliamo e su cosa potremmo migliorare. Ci tengo comunque a sottolineare come sia nostra la responsabilità di vigilare sulle modalità relazionali, in modo da essere parte attiva e consapevole del nostro mondo piuttosto che vittime. Il saper dialogare e comunicare in modo efficace è anche un buon modo per migliorare se stessi e il mondo che ci circonda; dobbiamo riuscire  ad apprendere le strategie efficaci di comunicazione e adattarle in modo intelligente e critico al contesto che stiamo vivendo.

Nel caso in cui vogliate suggerirci un argomento da affrontare o esporci una vostra problematica o preoccupazione scriveteci a studiopsicologicoilcammino@gmail.com e noi vi risponderemo o pubblicando la lettera in forma anonima o affrontando la tematica da voi richiesta

 

Chiara Paoli