Cgil e Filctem sulla vendita del marchio Balducci: "Pietra tombale su 45 famiglie"

I festeggiamenti per gli 80 anni del marchio Balducci nel 2014

La famiglia Balducci ha venduto il marchio dello storico calzaturificio alla Asso di Fermo nel mentre negli incontri ai tavoli istituzionali (uno era in programma in Regione per il 5/5) diceva di impegnarsi a cercare soluzioni per una continuità produttiva che salvasse il lavoro di 45 famiglie.

Di seguito la dichiarazione congiunta della segretaria generale della Cgil di Pistoia Gessica Beneforti e del segretario generale della Filctem Pistoia Michele Gargini:
La notizia della cessione del marchio e delle licenze da parte della famiglia Balducci alla società Asso di Fermo rappresenta purtroppo la pietra tombale sul futuro di 45 famiglie. La speranza di una possibile continuità produttiva ed occupazionale si è infranta grazie alla irresponsabilità della famiglia Balducci. Rabbia e disprezzo non possono che essere i primi sentimenti che ci colgono verso un'imprenditoria che può solo vergognarsi per il comportamento tenuto in spregio ai lavoratori ed alle Istituzioni.

E' ormai ben chiaro come questa operazione fosse stata pianificata da tempo e sostanzialmente conclusa anche quando ci si presentava falsamente disponibili alle Istituzioni ed alle OO.SS. dichiarando ai collaboratori di una vita, le maestranze della gloriosa Balducci che fu, di considerarli una priorità assoluta.
Dove sta la trasparenza, l'onestà, la lealtà? C'è solo il disprezzo delle persone, delle Istituzioni, della comunità tutta, lo sfregio della Carta Costituzionale, che enuclea tra i suoi principi fondamentali, la responsabilità sociale dell'impresa.

Eredi senza principi di una famiglia che è sempre stata sensibile agli interessi delle persone e della comunità tutta, eredi fedeli solo a biechi interessi di portafoglio.

Che tristezza. Del resto, che cosa potevamo aspettarci da coloro che brindavano alla nuova attività di gestione eventi presso la villa di famiglia, ex dimora dei genitori e forse, viene da pensare oggi, anche alla vendita del marchio, mentre i lavoratori facevano 600 km per tornare alle 5 del mattino da Milano, dove avevamo portato un appello di 47 secondi in TV per ricercare un valido progetto di continuità!

Vergogna! Vergogna! Vergogna!

Difficile rassegnarsi a questo epilogo. Certo è che, unitamente alle Istituzioni, faremo tutto quanto possibile per assicurare sostegno ai lavoratori ed alle loro famiglie”.

Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa

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