Forteto, la relazione chiede di sciogliere la setta e commissariare la cooperativa

Il Forteto a Vicchio

Una commissione parlamentare d’inchiesta per scavare alla ricerca delle verità più profonde, il commissariamento della cooperativa del Forteto e lo scioglimento dell’associazione e della fondazione. Queste le richieste prioritarie della commissione regionale d’inchiesta, che ha lavorato per far emergere le responsabilità politiche e istituzionali nella terribile vicenda del Forteto. La commissione invierà anche delle lettere con le quali chiederà a istituzioni ed enti di accertare le responsabilità individuate dalla stessa commissione a carico di dirigenti, pubblici ufficiali, operatori e di prendere i provvedimenti conseguenti, fino al licenziamento, dove ne emergessero gli estremi. Una relazione unanime che ha visto impegnati nel lavoro d’inchiesta i sei consiglieri che l’hanno composta: il presidente Paolo Bambagioni (Pd), i vicepresidenti Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) e Andrea Quartini (Movimento 5 stelle), i consiglieri Jacopo Alberti (Lega Nord), Stefano Mugnai (Forza Italia) e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra). Quella che ha concluso i lavori ieri, mercoledì 22 giugno, è la seconda commissione regionale d’inchiesta sul Forteto (la prima, anch’essa con esito unanime, aveva operato tra il 2012 e il 2013). Aveva preso avvio nel settembre 2015.

L’analisi che emerge dalla relazione finale è impietosa. “Emerge chiara la responsabilità enorme del Tribunale di Firenze”, spiega Paolo Bambagioni. “C’erano già state delle sentenze contro i capi del Forteto, ma il tribunale ha continuato ad affidare bambini prima all’associazione, poi a cosiddette famiglie interne a quella comunità. Responsabilità gravissime: individuali, con nomi e cognomi di magistrati che hanno fatto le assegnazioni o che non hanno controllato come avrebbero dovuto, e responsabilità anche ideologiche, soprattutto nei primi anni”. Responsabilità “dei servizi socio-sanitari, che non ne escono bene”, prosegue Bambagioni. “Avevano l’obbligo di fare le verifiche e riferirle al tribunale, ma spesso l’hanno fatto molto male”. E poi la politica, “superficiale, con molti passaggi al Forteto anche di personaggi importanti, che hanno contribuito ad accreditare una immagine idilliaca di quella esperienza. E il centrosinistra, che ha governato in questi anni, ha le sue responsabilità”. Il mondo dell’informazione, “che dovrebbe essere più d’inchiesta, più libero da condizionamenti e invece o ha subito il fascino di abili manipolatori o non ha saputo tirare fuori la verità su quello che stava accadendo nel corso di tanti anni”. Il mondo economico, “sindacati, cooperatori, che hanno tenuto lo sguardo troppo fermo sulla tutela dell’attività economica del Forteto. Noi abbiamo chiesto il commissariamento della cooperativa, perché la discontinuità che è indispensabile ancora non si vede a sufficienza”.

Stefano Mugnai, oggi capogruppo di Forza Italia, era stato presidente della prima commissione d’inchiesta. “Quella del Forteto – dice – è una storia costellata di responsabilità personali, ma a monte c’è un conformismo culturale e politico che fa paura. Un conformismo che azzera la capacità di analisi critica dei fatti e che, siccome il Forteto si inseriva perfettamente nella vulgata maggioritaria nella nostra regione, diventava buono e virtuoso nonostante l’evidenza dei fatti e le denunce di tante persone nel corso degli anni testimoniassero il contrario”. Un “conformismo che è la negazione della democrazia, perché non accoglie il confronto, l’analisi critica dei fatti. In questi quarant’anni – dice ancora Mugnai – al Forteto c’è stato il sonno della democrazia, dell’attenzione dell’opinione pubblica e soprattutto delle istituzioni di fronte a un abominio che avveniva alle porte di Firenze, mentre veniva raccontato come un’eccellenza toscana”. Da Mugnai, un riconoscimento al lavoro del presidente: “Paolo Bambagioni ha svolto l’incarico con grande capacità e indipendenza, grazie a questo siamo arrivati anche questa volta ad una conclusione unanime”.

L’analisi delle molte e gravi mancanze ai tanti livelli porta alle richieste.

Per il Tribunale dei minori: la relazione conclusiva sarà trasmessa per valutazioni ed eventuali azioni conseguenti: al Consiglio Superiore della Magistratura; alle Procure di Firenze e Genova; al presidente della Repubblica; ai presidenti di Camera e Senato; al presidente del Consiglio dei Ministri; al presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Si chiede inoltre al Parlamento italiano una revisione del diritto minorile all’interno del sistema giudiziario nazionale. Al Ministero di Grazia e Giustizia di inviare i suoi ispettori presso il Tribunale dei Minori di Firenze al fine di verificarne l’operato nei casi legati al Forteto.

Per i servizi socio sanitari: alla Regione la richiesta di attivare una commissione tecnica di verifica sulle strutture di accoglienza per minori esistenti sul territorio. Sempre alla Regione Toscana viene chiesto di togliere il riconoscimento giuridico alla Fondazione Il Forteto, finalizzato allo scioglimento della stessa. All’Azienda sanitaria locale Area vasta Toscana Centro di presentare entro il 30 settembre 2016 una relazione dettagliata e motivata sui provvedimenti disciplinari richiesti nei confronti dei professionisti segnalati alla stessa Asl con apposita lettera. Al Comune di Rufina e agli altri Comuni coinvolti di presentare al Consiglio regionale entro il 30 settembre 2016 una relazione dettagliata e motivata sui provvedimenti disciplinari richiesti nei confronti dei dipendenti segnalati all’Ente con apposita lettera.

Al mondo dell’informazione: la commissione rivolge il rilievo che in questa vicenda il mondo dell’informazione si è più spesso adeguato al conformismo, e ha lasciato prevalere il pensiero dominante rispetto alla necessità di scavare e andare a guardare cosa c’era dietro alla realtà del Forteto.

Alla politica: la commissione chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare, “che potrebbe far emergere nuove gravi responsabilità ancora sconosciute”.  E il commissariamento della cooperativa del Forteto, affinché il Ministero dello Sviluppo economico giunga ad una rivalutazione dell’ipotesi di gestione commissariale per la cooperativa del Forteto. Alla Regione Toscana la commissione chiede di verificare ulteriormente la possibilità di disporre la sospensione o altri provvedimenti nei confronti del dirigenti coinvolti e segnalati con apposita lettera

Al mondo dell’economia: ai sindacati, alle associazioni di categoria viene chiesta una presa di posizione decisa. Al mondo delle cooperative – Legacoop e Confcooperative – di promuovere linee guida per l’accreditamento che non riguardino sono aspetti formali, ma che implichino requisiti sostanziali di vigilanza e controllo del personale. Alla grande distribuzione, quando vanti una presunta eticità dei prodotti venduti, a valutare l’opportunità di commercializzare prodotti a marchio Forteto, fintanto che non si verificheranno i reali cambiamenti aziendali auspicati da questa commissione. Alla Regione Toscana di dismettere con urgenza le proprie quote di Agriambiente Mugello al fine di eliminare qualsiasi equivoco nel rapporto con la cooperativa Il Forteto, di cui Agriambiente è a sua volta socia.

I COMMENTI DALLA REGIONE

“Mi piacerebbe vederlo in galera il Fiesoli, lui e tutti quelli che hanno abusato di bambini affidati alla cooperativa da servizi sociali e tribunale dei minori. E mi piacerebbe anche che interlocutori come Csm e procura, ai quali abbiamo inviato la nostra relazione, approfondissero altri aspetti e aprissero altri filoni d’inchiesta”. Lo ha dichiarato il vicepresidente della commissione Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) a margine della conferenza stampa indetta nella sala Montanelli di palazzo Panciatichi. “Ho fiducia nella magistratura”, ha detto il vicepresidente augurandosi che “su questo viaggio nell’orrore sia fatta piena luce” e che “arrivino delle “restrizioni nei confronti dei colpevoli, anche per evitare che restino a piede libero fino al terzo grado di giudizio”.

Donzelli ha inoltre confermato la volontà, anche questa espressa all’unanimità dalla commissione, di un “commissariamento della cooperativa”. “La fondazione deve essere chiusa – ha rilevato – cercando di salvare alcuni lavoratori e il buon prodotto che viene fatto, pur liberandolo da quel marchio, da quella storia e da quella infamia”.

“Commissariamento” e “poteri grandi ad una commissione d’inchiesta parlamentare” sono i risultati di un “lavoro buono, durato nove mesi, che si conclude con un resoconto unanime”, che il vicepresidente Andrea Quartini (Movimento 5 stelle) ha evidenziato riconoscendo al presidente Bambagioni un “ruolo anomalo eppure svolto con sobrietà e rigore”. “In quella cooperativa – ha detto Quartini – è successo di tutto. Ed è successo nei confronti di minori indifesi che dovevano essere protetti dallo Stato”. “La Toscana – ha continuato – ha una grande possibilità: espiare un sentimento di colpa diffuso perché a troppi livelli, dal tribunale dei minori, alla politica, alle Asl fino a chi doveva controllare. Il rimorso è doloroso, addirittura ci commuove”.

“Abbiamo lavorato tutti insieme per rispondere ad una legittima e doverosa esigenza di giustizia e verità”, ha detto Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) che ha parlato di un percorso dal quale è “emersa, chiara, una forte superficialità”. “Abbiamo riscontrato – ha rilevato – un modo di lavorare per così dire di routine, molto basato sul passaparola che è un po’ tipico della cultura odierna. Credo che questo metodo abbia influito tantissimo e credo sia necessario combatterlo”. Per il consigliere, occorre infatti “trovare strumenti di verifica efficaci”. “Mettere insieme dei meccanismi – ha spiegato – che consentano di lavorare al meglio soprattutto dal punto di vista del controllo che non deve essere inteso come una spada di Damocle, ma come garanzia”.

“Il giochino del Forteto doveva interrompersi nel 1978, con il primo arresto del Fiesoli e invece, grazie ad un blackout istituzionale che ha coinvolto più livelli, politica, tribunale, servizi, siamo arrivati al 2016 e al Forteto è stato permesso di operare in una cosiddetta zona franca” è stato il commento di Jacopo Alberti (Lega Nord). Il consigliere ha ripercorso il lungo lavoro della commissione che “ci ha permesso di ricostruire, tutti insieme e in un’unica direzione per la ricerca della verità, il corto circuito che ha portato a tutto questo”. “Mi auguro non accada più in futuro”, ha concluso Alberti, definendo il Forteto un “caso regionale e una vergogna nazionale”. Sul fronte economico, di nuova gestione e “salvaguardia della realtà produttiva”, anche Alberti si è detto convinto che nel nuovo assetto societario ci siano “ancora forti commistioni con il passato”.

 

Fonte: Consiglio regionale della Toscana

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