Elbabook Festival annuncia a gran voce la seconda edizione

È stato Claudio De Santi a fare gli onori di casa e a ricordare le date dell’unico festival isolano dedicato all’editoria indipendente: da martedì 26 a venerdì 29 luglio, dislocato per le vie di Rio nell’Elba. «Spero che Elbabook si strutturi negli anni a venire lungo tutto il territorio elbano – prosegue il sindaco – Ringrazio la fiducia che Ferrara ha dimostrato al nostro paese e all’intera isola; per noi è un onore essere in un Patto di Amicizia e Reciprocità con un comune tanto importante a livello culturale. Quest’anno la manifestazione durerà un giorno in più, un giorno vitale per un borgo piccolo come il nostro. Dietro c’è stato il lavoro di un anno da parte dell’istituzione e dell’associazione capofila. Pubblico e privato sempre fianco a fianco. E purché manchino spesso le risorse economiche, l’entusiasmo dilagante di portare avanti l’impresa è rimasto fondamentale».

Per sconfessare l’anatema dell’ex ministro Tremonti, il quale affermò che “con la cultura non si mangia”, ha preso la parola Andrea Lunghi, chiamando in causa Hervé Guibert, il celebre scrittore compagno di Foucault, innamorato dell’entroterra elbano. «Il nostro scopo – afferma il presidente dell’Associazione “Elbabook Festival” – è di fare tanto cultura quanto politica, nel senso di polis, di cittadinanza e di dialogo tra le persone di ogni provenienza. “Cultura” è una parola inclusiva che ne contiene svariate altre, così sviluppo, contaminazione e felicità. E si adatta particolarmente all’isola. Elbabook permette di dare voce a piccole realtà imprenditoriali su cui non smettere di investire, dalle ventuno case editrici ospitate alle espressioni artigianali più autentiche». Dalla chiusura delle miniere, Rio nell’Elba si è trasformato nella sede di un turismo consapevole. Il Festival ha coinvolto le eccellenze elbane: in primis Acqua dell’Elba, main sponsor, ma anche Locman, Dampaì e Fondazione Elba, tutte le forze che rappresentano la stoffa dell’Isola e che hanno compreso la lungimiranza del progetto.

Durante la gran traversata elbana Marco Belli si è chiarito le idee: «Per sviluppare a pieno il potenziale culturale dell’Elba – aggiunge il direttore artistico – i comuni dovrebbero fare rete. E Rio nell’Elba dovrebbe essere il punto di partenza. Il festival è un laboratorio culturale che si apre a tutte le generazioni; senza trascurare l’apporto delle case editrici, che dall’inizio si sono rivelati attivi e costruttivi». Dai laboratori per i più piccoli, proposti dalle Edizioni Saecula, Mille Gru e dalla biologa marina Chiara Luciani, si passerà alle degustazioni sino ai reading musicali, siccome i contenuti dei libri e i sapori della buona cucina si fondono insieme. A tal proposito, i consorzi Visit Elba e Visit Ferrara si sono alleati per il benessere dei turisti, proponendo le specialità dei territori d’origine, con la presenza dello chef stellato Mauro Spadoni.

«Tradurre significa mettere in contatto realtà, paesi e popoli – conclude Giorgio Rizzoni, responsabile di ComunEbook – l’Isola d’Elba si trova al centro del Mediterraneo come un crocevia di culture. La famiglia Appiani ha segnato Rio nell’Elba come i Medici hanno segnato Portoferraio. Quindi il premio letterario in ricordo di Lorenzo Claris Appiani ha una sua ragione per la posizione geografica, oltre che per il profondo significato. Le isole sono ponti rivolti al domani, perciò si è deciso di approfondire le parole di intellettuali arabi con uno sguardo aperto sul mondo». Il premio si svolge sotto la direzione di Roberta Bergamaschi e la supervisione scientifica dell’Università per Stranieri di Siena, e intende valorizzare opere tradotte dall’arabo all’italiano. La scelta della lingua è stata fondamentale rispetto al momento storico, perché spesso i contrasti sono dovuti ai fraintendimenti, a una mancata conoscenza dell’altro.

Fonte: Elba Book Festival - Ufficio Stampa

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