Carcere del Pozzale, il CNPP: "Rems o semplice decisione di chiusura?"

La casa circondariale di Pozzale a Empoli (foto gonews.it)

A distanza di una settimana dalla notizia e dopo l'incontro di ieri con l'Amministrazione locale, siamo non solo ancora più indignati per le modalità con cui codesta Amministrazione sta procedendo nella dismissione di un istituto che, probabilmente unico in realizzazione degli obiettivi istituzionali invidiabile, ma anche estremamente confusi per il rincorrersi di notizie, conferme e/o smentite, sulla effettiva destinazione della struttura.

I bene informati sostengono che la Regione Toscana, ente destinatario della struttura che poi dovrà adeguarla a REMS, già due anni fa ha scartato tale ipotesi perché comporta oneri insostenibili a causa dei lavori necessari a che la sede possa rispondere ai requisiti strutturali e tecnologici previsti dal D.M. 1° ottobre 2012, oltre alle difficoltà legate alle garanzie di sicurezza del territorio e che, per tali motivi, ancora oggi, non sarebbe interessata ad acquisire la predetta struttura.

Ma allora a chi giova, chi vuole veramente la dismissione di Empoli e, soprattutto, quale sarà il destino della struttura? Il nostro timore è che, oltre al danno in corso, quantificabile nelle centinaia di migliaia di euro spesi per il carcere di Empoli e per la vicina struttura di Montelupo Fiorentino (quest'ultima l'unica in regione, se non sul territorio nazionale, ad essere dotata di impianti di aspirazione del fumo) e al disagio delle centinaia di lavoratori, si realizzi l'ennesima beffa: edificio destinato a rimanere vuoto per molto tempo per poi essere lasciato in deplorevole, inconcepibile abbandono, come già avvenuto per altre strutture tra le quali quella più volte menzionata di Pescia (PT).

Ed è per questo che invitiamo codeste Autorità a sospendere le iniziative intraprese e a valutare ulteriormente, anche di concerto con le rappresentanze sindacali, ulteriori e diverse soluzioni per la eventuale realizzazione della REMS ovvero mantenere l'operatività della Casa Circondariale di Empoli, quale emblema del reinserimento sociale del reo, in molte realtà penitenziarie una chimera per l'Amministrazione, in tutte le sue componenti professionali. In attesa di cortese ed urgente cenno di riscontro, preannunciamo sin da ora che non assisteremo passivamente alla dismissione e che siamo pronti ad intraprendere più incisive, ed anche eclatanti, azioni di protesta.

Fonte: Cordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria

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