Scompare il magistrato Alessandro Margara: il cordoglio di Rossi e Nardella

Dario Nardella

E' morto a Firenze, a 86 anni, il magistrato Alessandro Margara. Originario di Massa, dove era nato il 23 giugno 1930, Margara ha dedicato molto impegno ai detenuti e c'è la sua impronta nella riforma penitenziaria nota anche come 'legge Gozzini' del 1986. In magistratura dal 1958, Margara è stato giudice istruttore a Ravenna e Firenze, poi magistrato di sorveglianza a Bologna e poi a Firenze dove guidò il tribunale di sorveglianza. Dal 1997 al 1999 è stato direttore generale del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap), poi rientrò al tribunale di sorveglianza di Firenze dove concluse come magistrato fino alla pensione. "Con Margara - afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella - perdiamo un magistrato di grande valore e umanità: è stato tra gli ispiratori di una riforma dell'ordinamento penitenziario tra le più avanzate d'Europa". "Margara ha dedicato la sua vita e il suo sapere ai detenuti lasciando un'impronta profonda nel mondo penitenziario - ha aggiunto il sindaco -. Ai figli Niccolò e Francesco vanno le condoglianze mie personali, dell'amministrazione e della città di Firenze".

"E' con grande dispiacere che apprendo della scomparsa del presidente Alessandro Margara. Ho avuto modo di apprezzare le sue qualità umane e professionali in più occasioni e in particolare nei due anni in cui ricoprì l'incarico di Garante regionale dei diritti dei detenuti". Così il presidente della Regione Enrico Rossi ricorda il magistrato che si è spento oggi a Firenze. "Margara - prosegue il presidente Rossi - non è stato solo un fine giurista e uno dei principali esperti di diritto penitenziario italiano. Alla sua opera e alla sua tenacia dobbiamo le evoluzioni e i grandi cambiamenti che l'ordinamento delle carceri del nostro Paese ha conosciuto. E' stato uno dei padri della legge Gozzini e al suo contributo si deve la prima riforma dell'ordinamento penitenziario. Senza il suo lavoro e il suo impegno, il principio del reinserimento sociale dei detenuti prescritto dall'art. 27 della Costituzione sarebbe rimasto inattuato. Margara ci ha insegnato che il carcere è inutile se si limita soltanto a contenere chi è recluso e non lo considera come persona che, nonostante gli errori, ha diritto alle proprie relazioni, alla propria esistenza, al proprio destino. Alla famiglia il sentito cordoglio mio personale e quello di tutta la Regione Toscana".

“Con Margara perdiamo un magistrato di grande valore e umanità: è stato tra gli ispiratori di una riforma dell’ordinamento penitenziario tra le più avanzate d’Europa”. Lo afferma il sindaco Dario Nardella appresa la notizia della morte del magistrato Alessandro Margara.
“Margara ha dedicato la sua vita e il suo sapere ai detenuti lasciando un’impronta profonda nel mondo penitenziario - ha concluso il sindaco -. Ai figli Niccolò e Francesco vanno le condoglianze mie personali, dell’amministrazione della città di Firenze”.

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