Referendum, Eugenio Giani lancia suo comitato per il Sì: ecco 'Spqf'

Eugenio Giani

'Spqf', acronimo di Senatus Populusque Florentinus, il comitato per il sì al referendum, lanciato oggi dal presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani. Giani ha ricordato che "nella Sala de' Duegento di Palazzo Vecchio, la sala delle decisioni, da almeno 5 secoli c'è un capitello con il marchio Spqf. Questo perché la signoria fiorentina volle riprendere un capitello di epoca romana e dimostrare come Firenze, che nell'età di Diocleziano era il luogo dove aveva luogo il governatorato della regione Tuscia e Umbria, era capoluogo di una regione più vasta di oggi ed aveva un proprio Senato". Visto che la riforma costituzionale che andremo ad approvare è una riforma che prevede la costituzione di un Senato delle comunità - ha aggiunto -, in qualche modo ci rifacciamo a quello". Giani ha spiegato che "il nuovo Senato di 100 persone, 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, e 5 nominati dal presidente della Repubblica, sarà il luogo che darà voce ai territori. Il Senato sarà la più bella novità delle riforme, perché porterà Roma ad avere una direttissima di comunicazioni, decisioni sulla base delle spinte che vengono dalle comunità locali".

Del senso del referendum "ieri ne ho parlato direttamente con Matteo Renzi, quando sono stato come presidente del Consiglio regionale all'inaugurazione della nuova superstrada del Colfiorito. Con Matteo la riflessione è stata questa: il referendum deve essere sui contenuti, basta con questa propaganda che sia per o contro Renzi. Non c'entra nulla Renzi. Gli italiani vogliono dire sì al fatto che si riducano gli stipendi di 315 senatori, che dicano sì alla costituzione del Senato delle comunità, che dicano sì a una regione che abbia più competenze di carattere amministrativo e che sappia esercitarle". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, parlando con i giornalisti in occasione della presentazione del suo comitato per il sì al referendum. "Penso che il 99% degli italiani se va a vedere questi quesiti dice sì - ha aggiunto -, perché si rende conto che vanno nel senso della razionalizzazione, della riduzione dei costi, della maggiore efficienza". Inoltre, ha spiegato ancora Giani "mettendo solo una Camera a fare le leggi, evitiamo quelle 'navette'" tra le camere, con anche "12-13" passaggi prima di arrivare all'approvazione di una norma. "Ecco, io sono convinto che se la portiamo sui contenuti - ha concluso - ci rendiamo conto che è una scelta di buon senso dire sì".

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