Ritorna a Montaione dopo 10 anni a Dublino: ecco la vita della scrittrice Aurora Coppola

Aurora Coppola

Oggi vi raccontiamo la storia di una permanenza e di un ritorno a casa: la 'Toscana in giro' è tornata infatti di recente a vivere nell'amato paese di origine, Montaione. Aurora Coppola ha 35 anni, 10 di questi li ha passati a Dublino e di sogni nel cassetto ne ha realizzati due, sotto forma di libro. Nel 2014 ha esordito con una silloge poetica, cioè una raccolta di scritti, dal titolo 'Spoglia di Sillabe' (Europa Edizioni). Quest'anno è stato il turno di 'Alla Panchina - Una storia d'amicizia' (Aletti Editore), ideato inizialmente per il concorso La Giara, che ha necessitato di 4 anni di tempo durante la permanenza irlandese. Nel romanzo si parla dell'incontro tra un 17enne vittima di bullismo e un clochard di quasi cinquant'anni, dal passato di successo. La letteratura inglese ha avuto un profondo impatto in questa opera e si possono trovare certamente le influenze di massimi autori come Beckett, Cronin e O’Brien.

Ma torniamo a un'altra storia, quella dell'autrice. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Nome e Cognome: Aurora Coppola

Anni: 35

Cresciuta a: Montaione

Studi: Laurea Magistrale

Residenza e professione: Ho vissuto per circa dieci anni a Dublino, dove mi occupavo di CS.

Lavoro in Italia: Scrittrice, poetessa, speaker radiofonica e sognatrice!

Prima esperienza all'estero: A 24 anni sono andata in Irlanda

Perché ha deciso di andare all'estero? Dopo la laurea conseguita in Lingue e Letterature Straniere ho deciso di andare fuori a praticare l'inglese (lingua in cui mi sono laureata) visto che non ho avuto la possibilità di fare il progetto Erasmus.

Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero? Meritocrazia, organizzazione e (mi duole dirlo) onestà.

La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire? Si perché una volta arrivata in Irlanda pensavo di realizzarmi facendo il lavoro per cui avevo studiato. La realtà fuori da casa è invece molto più dura e competitiva, capita spesso di dover fare altri tipi di lavoro per mantenersi e poi ci si sente spesso soli perché non si hanno gli affetti e gli amici vicino.

Cosa ti manca dell'Italia? La parola è sempre quella, la famiglia.

Torneresti a lavorare in Italia? Se avessi la possibilità di campare con un lavoro che mi rappresenta, si!

Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero? In dieci ani di aneddoti ne avrei tanti ma un episodio che ricordo con piacere è sicuramente l'onda italiana che attraversò Dublino nel 2006 quando l'Italia vinse il Mondiale... è stata una vera festa in un contesto di per sé un po' gelidino, stavo in Temple Bar (il famosissimo quartiere dei pub della capitale) con un'amica ed un irlandese pazzo e per una buona mezz'ora non s'è visto nessuno a festeggiare dopo il gol della vittoria, poi tutt'un tratto sono spuntati italiani da ogni angolo della città e la temperatura si è decisamente rialzata!

Se vuoi aggiungere qualcosa di te, sulla tua storia, particolari curiosi da poter far emergere nell’articolo.

Gli anni passati a Dublino sono stati fondamentali per la mia crescita dal punto di vista umano e professionale, mi hanno segnato anche dal punto di vista artistico, li infatti oltre a scrivere molte delle mie poesie ho pure realizzato una silloge e un romanzo che l'Irlanda, Dublino e gli scrittori irlandesi mi hanno ispirato.

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