Medicina Nucleare: terapia innovativa per le metastasi ossee

Il dottor Marco Pellegri

Da pochi giorni la Medicina Nucleare dell’ospedale San Luca di Lucca è stata individuata ed autorizzata con delibera della Regione Toscana, come centro per la prescrizione e somministrazione del “Radio 223 dicloruro”(Ra-223).

Questo radiofarmaco ad azione specifica sul tessuto osseo, rappresenta una terapia innovativa per combattere le metastasi ossee da tumore della prostata, tesa ad aumentare significativamente la sopravvivenza globale di quei pazienti che hanno le condizioni cliniche per fare il trattamento.

Attualmente, in Toscana, le strutture di Medicina Nucleare autorizzate all’uso questa terapia e che effettuano regolarmente la somministrazione del Ra-223 sono quella di Pisa, Arezzo, Prato, Grosseto e, appunto, Lucca, che è l’unico presidio a poter offrire questo innovativo trattamento nell’ambito della rete ospedaliera dell'Azienda USL Toscana nord ovest.

"Il Ra-223 - spiega Marco Pellegri, direttore della Medicina Nucleare del San Luca - è una sostanza che si comporta come il calcio: iniettato in piccole dosi si lega al tessuto osseo in accrescimento, come quello neoplastico, emettendo nei giorni successivi delle particelle radioattive, dette alfa, capaci di determinare una distruzione selettiva delle cellule tumorali.

Il trattamento, che prevede l’impiego di questo radiofarmaco con cadenza mensile, è in generale ben tollerato e, per le caratteristiche del tipo di radiazioni coinvolte, non comporta necessità di ricovero ma unicamente un’attesa di qualche ora in reparto, dopo la somministrazione. Si tratta quindi di una novità assoluta, se consideriamo che, fino ad ora, le terapie disponibili per un’azione specifica sull’osso erano farmaci ad azione prevalentemente palliativa, volti a controllare la sintomatologia dolorosa e privi di un’attività anti-tumorale vera e propria”.

Oggi, grazie alla collaborazione ed alla sinergia con l’Oncologia e con la Radioterapia, la Medicina Nucleare di Lucca è in grado di effettuare questo tipo di terapia nei pazienti selezionati dal Gruppo Oncologico Multidisciplinare ( GOM). È quindi un’opportunità in più, che si aggiunge alle importanti attività messe in campo dall’Azienda in ambito oncologico e radioterapico, con terapie e farmaci innovativi, e in ambito chirurgico, con l'uso anche di tecniche robotiche e minivasive.

“Il carcinoma della prostata – spiega ancora il dottor Marco Pellegri - è il secondo tumore più frequente nella popolazione maschile a livello mondiale. Nel 2012, in Italia è stata stimata una prevalenza di circa 217.000 diagnosi e un’incidenza di 36.000 nuovi casi, classificando questo tumore come la neoplasia più frequente tra i soggetti di sesso maschile.

Nonostante i miglioramenti terapeutici, in una percentuale di pazienti la malattia progredisce fino a diventare resistente alle comuni terapie (chirurgica, ormonale e radiante) e raggiungere lo stadio metastatico. In questa fase, le metastasi ossee si manifestano in circa l’80% dei casi e contribuiscono a ridurre la sopravvivenza globale.

Nei pazienti che diventano resistenti alla terapia e che presentano metastasi, la sopravvivenza a 5 anni non supera il 30%. Le metastasi modificano lentamente la struttura dell’osso determinando la comparsa di dolore, un aumento del rischio di fratture e di compressione del midollo spinale, con conseguente compromissione della sopravvivenza e della qualità della vita".

Fonte: Ufficio Stampa Usl nord ovest

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