Rincaro dell'acqua, FabricaComune: "Chiediamo spiegazioni alla sindaca"

Dusca Bartoli (foto gonews.it)

“Abbiamo le tariffe più alte d’Italia e si aumentano ancora. Intanto il socio privato intasca cospicui dividendi e gli investimenti sbandierati lasciano più di un dubbio. Dove sono finite per es., le fogne di Monterappoli e Fontanella che dovevano essere completate entro il 2013? Chiediamo che si apra la discussione per superare questo modello di gestione, che va cambiato e rispettare la volontà degli elettori.” FabricaComune per la Sinistra chiede conto all’amministrazione con due interrogazioni.

Abbiamo chiesto alla sindaca di dirci come si è espressa sull’aumento del 6,8% delle tariffe dell’acqua, che tutti i cittadini dovranno pagare, dice Dusca Bartoli capogruppo di FabricaComune per la Sinistra, perché è l’aumento più consistente tra quelli concessi ai vari gestori toscani e perché le tariffe di Acque Spa sono già tra le più salate d’Italia e con questo aumento la situazione peggiora ancora. Paghiamo già poco meno del doppio della media nazionale la nostra acqua, anche senza volersi confrontare con situazioni limite, come quella di Milano, dove l’acquedotto, totalmente pubblico, rimette bollette all’utenza che sono meno di un quarto di quelle che paghiamo noi. Una famiglia media paga 140 euro l’anno, contro i nostri 621 euro.

Ci spiegano che la differenza è fatta da una mole di investimenti che sarebbe tra le più consistenti d’Italia, ma anche qui vogliamo capire meglio e chiediamo dati più trasparenti. Abbiamo chiesto di sapere quali investimenti siano effettivamente stati fatti e siano in programma, per il nostro territorio. Anche perché qualcosa non torna. Abbiamo recentemente preso visione di un accordo del 2008, tra Comune ed Acque SpA, che prevedeva il potenziamento della rete fognaria di Fontanella e Monterappoli ed il condottamento al depuratore, con finanziamenti già individuati di circa 4,8 milioni di euro, principalmente a carico di Acque SpA. I lavori si dovevano concludere entro il 2013 e molto probabilmente il costo di quegli investimenti è già andato a gravare le nostre bollette, ma dalla rappresentazione del sistema fognario comunale fornitaci da Acque SpA, non risulta che i lavori siano stati fatti. Anche di questo chiediamo conto nel prossimo consiglio.

In realtà quello che emerge dalla lettura del bilancio di Acque SpA è che ci sono consistenti utili netti (quest’anno più di 15,5 milioni e l’anno scorso quasi 13 milioni) una parte dei quali viene distribuita tra i soci. Almeno la metà dell’aumento chiesto quest’anno se n’è già andato in dividendi. A noi non pare giusto, gravare i cittadini di ulteriori oneri in un momento di crisi profonda come l’attuale e per un bene essenziale come l’acqua, per mantenere un profitto che per il 45% se ne va nelle tasche del privato. Era questo che avevano comandato di fare i cittadini sovrani col referendum del 2011, quando votarono in massa (ad Empoli il 96%) per la gestione pubblica dell’acqua e per l’abolizione della remunerazione del capitale investito? Anche questo domandiamo alla sindaca che quel referendum promosse e condivise.
Rispondere alla volontà dei cittadini per noi rimane un obbligo inderogabile.

Ed allora chiediamo anche, per l’ennesima volta, che si avvii pubblicamente e trasparentemente la discussione sul futuro del modello di gestione del nostro servizio idrico. Coinvolgendo tutti i soggetti interessati: utenti, lavoratori e loro rappresentanti, cittadini, forze politiche, il consiglio Comunale. Dati per esprimere un giudizio sull’attuale sistema misto ce ne sono in abbondanza e giustificano ampiamente la necessità di un cambiamento. Invece ci sembra che si stia, alla chetichella, lavorando per predeterminare scelte senza discussione. Come interpretare il fatto, per es., che i dati sensibili del database utenti di Acque SpA, siano stati trasferiti completamente al socio privato ACEA?

Fonte: FabricaComune per la Sinistra

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