Rock Is Dead?

7 novembre 2016, il mercato della musica corre frenetico tra mille singoli Pop e altrettanti artisti arresi al compromesso mercificante della loro arte, è difficile farsi strada con le proprie idee in un mondo (quello della musica intendo) dominato da grandi marchi che in Italia decidono quello che tutti noi ascolteremo alla radio e alla tv. Suona come un complotto forse, e per molti lo è veramente. Al centro di questo tavolo da poker, gestito da un perfido croupier disinteressato della musica, ci sono mani che vanno giocate, carte da scartare, bluff da calcolare e giocatori da evitare. Come facilmente si intuisce il risultato finale ha come obiettivo quello di soddisfare il mercato (condizionato da stimoli televisivi e non solo) raggiungendo facili schemi e guadagni immediati, come vendere l’ultimo modello di uno smartphone o il peggior vestito d’alta moda.

Ammazza che palle! Lo so. La premessa è forse lunga e pesante, ma vorrei concentrarmi su questo, sul cambio radicale che il mondo della musica ha fatto (pardon , il MERCATO DELLA MUSICA) trasformandosi in una macchina da soldi che espelle qualsiasi forma d’arte, come fosse “merda d’artista”, per far spazio al genere più comune e piacevole di tutti: il “Musically Correct” . Quel genere carino, piacevole, da accompagnamento, che risulta accattivante per tutti e non infastidisce nessuno, o quasi nessuno. E’ per questo, arrivando subito al nocciolo della questione, che il ROCK IS DEAD. Capito? IS DEAD , E’ MORTO.

E finché lo scenario sarà questo, rimarrà bello che morto, senza risorgimenti spirituali, solo una putrida idea del passato schiaffata in una enorme buco sotto terra. Ma attenzione, spesso negli inferi si annidano creature interessanti e rancorose, esseri pazienti che covano rabbia e risentimento, pronti a far scoccare frecce velenose e pungenti. Si perché, il mercato avrà usato tutto il suo talento intellettualoide-borghese per emarginare un genere potente e fastidioso, capace di arrivare al cuore dell’ascoltatore, ma non dimentichiamo che ci saranno sempre ragazzi incazzati che imbracceranno una Fender Stratocaster e non si arrenderanno alle lusinghe delle sirene.

Se Rock vuol dire ribellione, energia, No Io Non Ci Sto, alzare un dito medio di fronte ad un’ingiustizia, essere e sentirsi liberi, abbattere pregiudizi, viaggiare oltre dogmi e preconcetti, non arrendersi davanti ai primi compromessi, portare avanti un’idea anche se non condivisa dalla maggior parte della comunità, essere contro, provocare, far riflettere, riflettere, reagire senza timore, denunciare lo schifo quotidiano che circonda tutti noi, aver la faccia come il culo, insomma se il rock vuol dire aver coraggio di vivere a testa alta, allora, potete condannare all’esilio un suono che non vi piace, ok, ma la fiamma che brucia dentro a tutti quei ragazzi che imbracceranno la loro Fenderona la potete solo corrompere con le vostre distrazioni superficiali, non spegnere.

Per questo Rock isn’t dead, quello che vi illude della sua morte è il mercato. Quindi attenti, tutte le volte che andrete a far Jogging con il vostro Ipod, ascoltate anche quel suono sotto di voi, spengete le cuffiette… lo sentite ? Quello è il suono dell’inevitabile.

Morale della favola? Se qualche saputello del mercato musicale vi apostroferà come “nostalgici del passato” ricordandovi che Rock Is Dead, voi rispondente democraticamente con FUCK YOU.

Io vi aspetto martedì 8 novembre dalle 22 su Radio Lady – www.radiolady.it – con Go Music , per portare avanti la musica.

Gianni Cianci