Violenza sulle donne, Cammelli: "Nei luoghi di lavoro clima da Far West"

Una questione tutta maschile quella della violenza contro le donne. Ogni anno oltre cento donne vengono uccise in Italia da uomini che conoscevano o con cui, nella maggioranza dei casi, avevano avuto una relazione affettiva. Una strage che tutto lascia intendere sia destinata a continuare.

I dati resi noti dallo sportello Donna Chiama Donna, un servizio promosso dalla Camera del Lavoro Metropolitana di Firenze e operativo oltre che nel capoluogo anche ad Empoli, Figline e Borgo San Lorenzo confermano la drammaticità del problema. 63 le donne che si sono rivolte allo sportello nel periodo ottobre 2015 - ottobre 2016, di queste ben il 52,4% per problemi di violenza in area familiare-affettiva. La violenza sulle donne alberga anche fuori dalle pareti di casa, il 42,8%, infatti, ha chiesto aiuto per problemi di violenza legati al lavoro.

Così commenta le storie passate dalla sportello 'Donna Chiama Donna', la sua responsabile Valeria Cammelli:
La prima cosa che merita sottolineare è che –almeno apparentemente – le donne dichiarano più facilmente di essere oggetto di violenza: l’ omertà che circondava questo problema è in parte scalfita. Dico “in parte” perché ancora le donne fanno fatica a capire alcuni tipi di messaggi violenti: quello economico, ad esempio, viene grandemente sottovalutato, così come si fatica a riconoscere un rapporto psicologicamente violento.
Nel mondo del lavoro i cambiamenti, dovuti a tutte le cause che possiamo elencare a partire dalla crisi e dalle nuove normative che lo regolano, hanno prodotto un clima da far west, in cui se una lavoratrice ha un problema la soluzione migliore è il suo allontanamento: sia da parte del datore di lavoro, sia da parte di colleghi e colleghe, cosa che appare ancora più tragica. Si sta perdendo il concetto di gruppo, di comunità di persone che svolgono insieme un compito –il lavoro, in favore dell’affermazione del singolo o di quello che si intravede come salvezza personale
A questo aspetto si affianca la “classica” molestia, sempre molto frequente soprattutto verso giovani donne ma non solo, spesso accompagnata dal ricatto del mantenimento del posto di lavoro.
A questo aspetto si affianca la “classica” molestia, sempre molto frequente soprattutto verso giovani donne ma non solo, spesso accompagnata dal ricatto del mantenimento del posto di lavoro.
Verso le giovani lavoratrici, purtroppo, continuano ad evidenziarsi problemi legati alla gravidanza: da sempre fattore discriminante, anche solo per la carriera delle donne, oggi assume aspetti particolarmente rilevanti, considerato che il 37 % delle persone che si sono rivolte a noi per problemi di lavoro hanno dichiarato che le problematiche sono legate alla gravidanza e al puerperio. Segno che tutta la retorica che viene fatta sulla famiglia, i suoi valori etc. non ha alcuna presa sulla parte imprenditoriale di questo Paese, e che evidentemente mancano le politiche utili a bloccare questa deriva anche culturale che il mondo del lavoro sta subendo”.

I dati

ATTIVITA’ SPORTELLO 'DONNA CHIAMA DONNA'
OTTOBRE 2015 - OTTOBRE 2016
63 le donne incontrate in un anno di attività
La loro età (dai 26 anni ai 78), distribuita per fasce:
fino a 35 il 23,8%
da 36 a 45 il 22,2 %
da46 a 55 il 30,2 %
oltre 56 il 23,8 %
I motivi della richiesta di aiuto divisi in due macro aree:
FAMILIARE- AFFETTIVA: il 52,4 %. Fra questi dichiarano problemi legati alla violenza 11 persone
LAVORO: il 42,8%. Fra questi dichiarano situazioni di violenza 12 persone, per 10 di loro
c'erano problemi legati alla maternità, con atteggiamenti più o meno manifesti di aggressività o violenza, a volte dal datore di lavoro, a volte da colleghi o colleghe di lavoro.
ALTRO: 4,8%

PERCORSI concordati nei colloqui in numeri assoluti
Categoria sindacale di riferimento: 8
Colloqui con psicologa 3
Solo sportello 4
Servizi CGIL 4
Servizi esterni 5 (questura, servizi sociali, Artemisia, etc.)
Colloqui con avvocato 39

Fonte: CGIL Firenze e Toscana

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