Opg, Corleone a Montelupo: "Chiusura entro fine gennaio, poi ripensare alla nuova destinazione"

Franco Corleone (foto gonews.it)

L'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino chiuderà i battenti entro il 27 gennaio prossimo, assieme all'altra struttura ancora aperta in Italia, ossia quella di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). Lo conferma il commissario unico per il superamento degli opg Franco Corleone, ospite della visita alla struttura dell'Ambrogiana assieme alla delegazione del Comitato per la chiusura definitiva degli Opg.

La direttrice Antonella Tuoni assieme agli agenti della polizia penitenziaria ha aperto oggi i cancelli della struttura per mostrare le condizioni attuali dell'Opg alla delegazione formata da Stefano Cecconi (Cgil nazionale), Denise Amerini (Fp Cgil nazionale), Cesare Bondioli (Psichiatria Democratica), Vito D’Anza (Forum Salute Mentale), Giovanna Del Giudice (CoperSam Basaglia), Mauro Fuso (Cgil Toscana) Maria Grazia Giannichedda (Fondazione Basaglia), Donato Petrizzo (Fp Cgil Toscana), don Armando Zappolini (Cnca), Maria Grazia Antoci e Chiara Fusi (Cittadinanzattiva), Paolo Grasso, Antonio Fortarezza video maker e Rita Filomeni Poeta e autrice teatrale.

Cecconi (stopOpg) ha spiegato le ragioni della visita: "Siamo qui per insistere affinché il manicomo venga chiuso a due anni di distanza. Si deve rispondere ai bisogni delle persone internate, seguendo la spinta della riforma Basaglia. Non può mancare il sostegno a tutti gli operatori".

Corleone ha spaziato sui temi dei detenuti, della carcerazione, della Rems in attuazione a Empoli e del futuro dell'Ambrogiana a Montelupo Fiorentino. La notizia più rilevante è appunto la chiusura prevista a distanza di un mese dell'Opg montelupino, dopo due anni dall'istituzione delle Residenze di Esecuzione delle Misure di Sicurezza.

Innanzittutto ha ribadito che la "chiusura degli Opg è un fatto storico e rivoluzionario. Va detto con toni bassi ma è una conquista enorme".

Poi una considerazione più pratica: "Il quadro è vicino alla realizzazione di 30 Rems in Italia, con capienza dalle 20 alle 120 persone. Montelupo ha 6 internati da ricollocare, 5 toscani e un umbro che verranno trasferiti a Volterra". La città etrusca è al momento l'unica Rems realizzata, in attesa della struttura di Empoli. "I 10 mesi di tempo per la riqualificazione della struttura di Pozzale - afferma Corleone parlando dei tempi preventivati dall'assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi - sono sovrastimati. Ci vorranno tempi più brevi di 10 mesi per un utilizzo almeno parziale della struttura. I lavori al primo piano potranno portare 10 posti e poi al pian terreno altrettanti". La necessità nasce anche dalla dislocazione di molti internati toscani in altre regioni.

Cosa succederà invece a Montelupo Fiorentino? "Chiuso l'Opg è indispensabile un ragionamento con il Comune e con la Regione oltre che con le persone che hanno testa per ipotizzare il nuovo utilizzo della villa dell'Ambrogiana, che non fa parte del patrimonio dell'Unesco perché è utilizzata come Opg ma può rientrarvi".

Per la struttura di epoca medicea, secondo Corleone, è necessario "trovare le risorse e identificare un progetto. Può nascere un museo, un centro studi, o molte cose assieme".

L'area però è vasta e "la struttura con gli internati non fa parte della villa, è un corpo a sé. Il restauro della villa avrà bisogno di non meno di 5 anni e di molti soldi. Costruiamo un presidio di persone che fanno manutenzione e lavorano con chi progetterà il cambiamento di destinazione. Non dico di fare un carcere ma anche una struttura di semilibertà, una struttura leggera o altro. Da qualche parte bisogna discutere".

Su alcuni punti fissi Corleone non ha dubbi: "Bisogna però abbattere gli angusti passeggi e il muro del 1916. I detenuti possono partecipare alla distruzione. Ci sarebbe subito da lavorare per passaggio verso la liberazione. Con il nuovo anno auguro che tutto diventi realtà".

Altri problemi, secondo Corleone, non stanno nelle strutture ma nell'orbita giudiziaria: "I gip (giudici per le indagini preliminari) considerano le Rems come luoghi dove mandare a pioggia persone con misure di sicurezza. Ci vuole un raccordo con i servizi psichiatrici per motivare queste misure coercitive. La responsabilità vorrebbe che si arrivasse ad altre misure, ad esempio la libertà vigilata o altre misure più leggere". Il riferimento per le strutture a libertà vigilata è quello di Villa Guicciardini a Firenze e Villa Eoli a Volterra.

"Inoltre - continua -, penso che i tempi e le modalità delle misure di sicurezza debbano essere tolte dal magistrato. La responsabilità passi al dirigente della Rems. Il magistrato se vorrà potrà opporsi".

Tutto questo per creare delle Rems dove "non ci sia bisogno di stare più della pena prevista, dove non rimanere all'infinito. Si può uscire anche per altre misure".

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Elia Billero

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