Emergenza pronto soccorso, il comitato Salvate il Serristori: "L'ospedale figlinese nemmeno citato"

L'ospedale Serristori

È di questi giorni il piano strategico promosso dall’AUSL Toscana Centro per fronteggiare l’emergenza dei 9 pronto soccorso. È stato deciso in un incontro tra la Direzione Aziendale, le direzione dei presidi ospedalieri e i capi dipartimento. In tale comunicato emesso dall’Azienda sanitaria ieri 9 gennaio, sono stati elencati nove presidi ospedalieri nei quali saranno “incrementati il numero di infermieri, la disponibilità di posti letto per patologie nell’area chirurgica, fino al potenziamento dell’assistenza infermieristica territoriale…”.

Nonostante le denunce fatte in questi giorni dalla sigla sindacale Cobas, il Presidio Ospedaliero Serristori, non viene neanche citato. Ovvero sembra che nell’ospedale figlinese non vi sia carenza di personale nel Pronto Soccorso e negli altri reparti, né bisogno di sostituire le eventuali assenze improvvise per malattia o infortunio.

Il giorno del 5 e del 6 gennaio risulterebbe che l’attività di pronto soccorso sia rimasta in piedi solo grazie alla reperibilità del personale infermieristico, a dimostrazione che si lavora in sottorganico. Queste sono situazioni in cui l’obiettivo è sempre e solo quello di far disaffezionare i cittadini al proprio ospedale, mantenendolo in minima efficienza e in condizioni di pericolosa criticità.
È indiscutibile che lo stress lavorativo del personale infermieristico e medico aggravato dalle carenze di dotazione organica, portano al conseguente pericolo di errori clinici.

In questo momento in cui ci sono picchi di influenza importanti è stato chiuso il reparto di week surgery, arrivando ad avere il giorno 5 c.m. 22 lettini nel corridoio del Pronto Soccorso, quando almeno 14 posti letto potevano essere utilizzati data l’emergenza. Ma davvero la riforma del “risparmio” tutela anche la salute dei pazienti? I cittadini hanno bisogno di una sanità che ne garantisca la salute, non di Dirigenti che a tavolino decidono le sorti di un ospedale in base ai costi o ai ricavi.

Ai medici e agli operatori non interessa essere definiti “Eroi”, come sono stati definiti dalla Ministra Lorenzin i medici del Pronto Soccorso di Nola. Queste sono solo persone che amano il loro lavoro e che per etica e dovere professionale, fanno di tutto per mandare avanti un ospedale che per come è stato ridotto dalle politiche dei tagli sia a livello nazionale che regionale, non è degno neanche più di chiamarsi tale. I cittadini però è bene che si rendano conto che chi ha ridotto il nostro sistema sanitario in questo modo, se ne sta seduto al caldo in comode poltrone.

Così come chi ha firmato i patti territoriali sapendo bene che non li avrebbe mai rispettati né attuati. Non c’è bisogno di un monitoraggio continuo che certifichi l’agonia dell’ospedale, ma c’è bisogno di una presa politica importante che richieda con forza l’attuazione e i tempi di applicazione della messa in opera degli stessi.

Fonte: Valentina Trambusti - Comitato Salvare il Serristori

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