Gli studenti a lezione sul 'Caso Moro': il convegno ad Avane con l'onorevole Gero Grassi

(Marco Dolfi Photography)

Parlare del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro non è mai facile. Di molte delle vicende che hanno segnato la storia della Repubblica negli 'anni di piombo', forse quella riguardante il presidente della DC è la più emblematica rappresentazione della 'pluritocrazia' che ha caratterizzato quel periodo storico e della compresenza di interessi 'concordi e contrastanti'. Le opinioni, le voci, i sospetti e i fatti, diventano nel 'caso Moro'  un pericoloso labirinto di significati in cui è difficile trovare la via d'uscita. L'apertura, appena due anni fa, di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso, fa ben capire quanto quel che accadde il 16 marzo del 1978 sia tuttora oggetto d'indagine.

Soprattutto non è facile raccontare quei fatti ad una platea di ragazzi delle superiori che, molto spesso, si è 'impantanata' nella storia tra le due guerre, abbandonando nel dimenticatoio i fatti che hanno segnato la nostra storia recente; ad perpetuam rei memoriam, verrebbe da dire.

Ed è per questo motivo che è lodevole l'iniziativa messa in piedi dall'Itis Ferarris-Brunelleschi di Empoli che sabato 14 gennaio, presso 'La Vela' di Avane, ha organizzato un incontro dal titolo “Gli anni Settanta: il caso Moro. La Storia e l’Opinione”. Un incontro che è stato realizzato grazie all'impegno della dirigente Daniela Mancini e delle insegnanti che hanno accolto il progetto e avviato una riflessione in classe con i ragazzi, conclusasi con questa iniziativa.

L'ospite d'eccezione dell'incontro è stato Gero Grassi, parlamentare del PD che nel 2013 propose l'istituzione della Commissione d'inchiesta sull'assassinio Moro; i lavori sono iniziati nel 2014 e la Commissione ha già prodotto ben due relazioni. Sui tavoli della Procura di Roma si sono moltiplicati i documenti sul caso e le presunte verità di cui trattano quelle carte sarebbero sconvolgenti. Grassi non usa mezzi termini: "Stiamo riscrivendo la Storia d'Italia".

All'incontro erano presenti anche il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, il sindaco di Empoli Brenda Barnini, il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale Domenico Petruzzo, il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, il sindaco di Cerreto Guidi Simona Rossetti e la dirigente scolastica Daniela Mancini. Vi hanno preso parte tutte le classi quinte dell’I.I.S. “Ferraris – Brunelleschi” di Empoli e una rappresentanza delle classi quinte dell’ I.I.S. “Checchi” di Fucecchio. Alcuni ragazzi del Ferraris hanno intervallato le risposte di Grassi con alcune letture per 'ricordare' quei tragici 55 giorni di prigionia.

Il convegno

Grassi, il cui pensiero sulla vicenda può essere sintetizzato nelle sue prime parole: "non sono state solo le BR ad uccidere Aldo Moro", ha tentato di rispondere ad alcune domande poste dagli studenti, chiamando in causa persone e istituzioni la cui partecipazione all'assassinio Moro riscriverebbero l'intera storia di quegli anni. Una serie di nomi, fatti, date e constatazioni politiche che non possono che aver mandato in confusione molti degli studenti, ma era inevitabile: lo stesso Grassi non si è risparmiato dal dire che la prima domanda postagli "Chi era Aldo Moro?" poteva essere la sola a cui sarebbe stato possibile rispondere in quella sede, per ampiezza dell'argomento.

Non entriamo nel merito delle cose dette da Grassi: per quanto sia storicamente plausibile affermare che alcuni aspetti di quella vicenda meritano una rivalutazione e che la sola partecipazione delle BR all'assassinio Moro sia una 'narrazione semplicistica' del caso, ci limitiamo ad auspicare che la Commissione acquisisca maggiori informazioni in merito e che la Procura di Roma non faccia orecchio da mercante.

Si deve comunque dare merito a Grassi di aver posto attenzione sulla questione e di aver contribuito a porre nuova attenzione sul 'caso Moro' dopo oltre 35 anni. Grassi è anche da tempo impegnato in una serie di incontri rivolti soprattutto agli studenti. È infine di notevole impatto l'aver allestito sul suo sito personale una dettagliata documentazione sul caso , una raccolta che ha un enorme valore storico e didattico.

L'incontro ad Avane è stato soprattutto un importante passo verso una maggiore attenzione a livello scolastico per quelli che sono gli avvenimenti del nostro passato recente. Auspichiamo che l'iniziativa, rivolta agli studenti, sia servita anche a non cadere nella 'trappola della semplificazione', cioè in quell'utilitaristico modo di approcciarsi alla verità delle cose senza richiederne uno studio approfondito, senza conoscere attentamente le zone grigie e le complessità delle vicende. Quella su Moro è una verità che deve passare attraverso lo studio delle carte, delle testimonianze e delle vicende politiche di quegli anni: approcciarsi alla storia non è come tifare per una squadra di calcio durante una partita.

"Non esiste nessun complotto", come lo stesso Grassi ha spiegato, ma fatti, circostanze e persone che prendono decisioni; chi voglia farsi delle idee deve prima accettare le regole che la ricerca della verità impone.

Da questo punto di vista un ringraziamento va ai professori che hanno seguito i ragazzi e hanno avviato percorsi di studio dedicati al 'caso Moro' (spesso fuori dall'orario scolastico); un argomento che troppo spesso non viene nemmeno toccato dal programma. L'auspicio è che questo incontro sia stato uno spunto per conoscere e approfondire la vicenda e le complessità che ruotano intorno a quei tragici 55 giorni che hanno cambiato la storia d'Italia.

 

Giovanni Mennillo

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