Il Prc dell'Empolese Valdelsa sul polo delle disabilità al Terrafino

Il polo per le disabilità che sorgerà  in via del Terrafino a Empoli, a nostro avviso, presenta delle criticità che  esprimiamo pubblicamente, viste le sensibilità che sono in campo su questo argomento; il nostro timore è  che il "polo" possa non rispondere alle esigenze reali degli utenti coinvolti e che sia a rischio la loro possibilità di godere di una vita pienamente dignitosa, ritrovandosi ad essere"ospedalizzati" e visti come "malati" anzichè come persone nelle loro individuali diversità.

Si parla di 70 persone in 4 moduli edilizi, tra cui 2 diurni da 20 posti ciascuno, i restanti 30 utenti andranno invece ad abitare in appartamenti costruiti sempre all'interno del polo di 12 mila metri quadri. Non stiamo  parlando di "ghetto", ma non possiamo non pensare agli ospedali psichiatrici prima della riforma Basaglia.

Riunire un così gran numero di persone con bisogni e specificità diverse, a nostro avviso, è una regressione verso il passato anche se quella dell'accentramento è una tendenza sempre più frequente nella nostra società: dalla sanità alla gestione del ciclo dei rifiuti fino all'energia, solo per fare alcuni esempi.

I servizi socio-sanitari nell'Empolese-Valdelsa hanno mirato,fino ad ora, alla creazione di strutture dal carattere familiare, accoglienti e personalizzanti, in cui l'utente potesse sentirsi a casa, in grado di esprimere le proprie capacità; luoghi "aperti" in cui assistenza e vigilanza, si combinassero con la possibilità di interagire con il tessuto sociale circostante, in modo da creare percorsi individuali, volti a smarcare l'idea di categorizzare la disabilità come un qualcosa fuori dal contesto cosiddetto "normale".

Siamo convinti che le relazioni sociali siano fondamentali per ogni individuo, a maggior ragione per chi vive un disagio, sia esso fisico oppure psichico.
La lontananza della struttura dal centro di Empoli non è poi molta, cinque minuti di auto; la vera lontananza dal centro, dalla vita sociale dello stesso, in realtà, sarà misurata in base al numero degli operatori impiegati nel progetto e dalla qualità del loro lavoro, per il quale non è indifferente una giusta retribuzione; saranno insomma i lavoratori e le lavoratrici a fare la differenza, le risorse umane giustamente impiegate, al fine di garantire  una vera interazione degli utenti col territorio in cui vivono.

Siamo contrari alla creazione di poli per riunire specifiche categorie di esseri umani, siano questi portatori di handicap o immigrati e poveri nelle case popolari; siamo contrari all'accentramento di servizi che rispondono, il più delle volte, a criteri di economicità, non certo ai bisogni reali delle persone; se pensiamo poi ai tagli lineari, agli accorpamenti, alla riduzione del personale, spesso accompagnati alla graduale cessione di pezzi del servizio pubblico alle cooperative sociali e al terzo settore, il rischio che la struttura del Terrafino finisca per fornire un servizio prettamente ospedaliero e di mera sorveglianza, è per noi  davvero molto alto.

Fonte: Ufficio Stampa

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