Sparatoria a Castelfiorentino, Intini: "La chiusura del circolo scoraggia i malviventi"

Da sinistra Alberto Intini e Alessio Giuffrida
Il questore di Firenze Alberto Intini interviene in merito alla chiusura del circolo 'Il Progresso' di Castelfiorentino a seguito dei fatti del 9 gennaio, quando Jerevija Nikoll, (arrestato oggi, giovedì 19 gennaio, ndr), sparò a due cittadini marocchini in seguito ad una lite.
"Esiste una specifica normativa che permette di chiudere un'attività che possa rappresentare un problema per l'ordine pubblico. Più volte abbiamo emesso questo tipo di misura. Serve affinché un locale non diventi un ricettacolo di criminali", spiega Intini a margine della conferenza dopo il 'Comitato Provinciale dell’Ordine e la Sicurezza pubblica', che ha avuto luogo oggi nel palazzo comunale di Empoli.
La norma a cui fa riferimento il Questore, e che è stata applicata in questo caso, è l'Art. 100 del T.U.L.P.S. Questa prevede che "oltre i casi indicati dalla legge, il questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini [Comma 1]"
La norma avrebbe, secondo Intini, due finalità di applicazione: "Da una parte ha lo scopo di responsabilizzare il gestore, che certo non può chiedere a tutti i documenti, ma può segnalare episodi di degrado. Dall'altro questa misura ha anche lo scopo di far conoscere a soggetti pericolosi che quell'esercizio è sotto la vigilanza delle forze dell'ordine, in modo da scoraggianre la frequentazione. Di conseguenza è rivolta anche a chi delinque".
La legge risale al 1931, e l'applicazione in questo caso si presta ad alcune domande: in che modo un soggetto gestore di un bar può controllare la fedina penale di un cliente o constatarne la pericolosità 'latente'? È lecito chiudere un'attività privata (che talvolta può essere l'unica entrata economica di un nucleo familiare) per tutelare l'area urbana nella quale si trova? E nel caso specifico: esisteva uno standard di frequentazioni 'criminali' al circolo 'Il Progresso' tale da giustificare questa misura?
Su queste domande tutt'ora ci si sta interrogando dalla parte dei commercianti, dell'Arci, dell'amministrazione e delle forze dell'ordine appunto presenti al Comitato oggi. L'appello del Questore, in ogni caso, è quello di "segnalare alle autorità comportamenti strani o soggetti con atteggiamenti illeciti, ponendosi sempre nel massimo spirito di collaborazione con le autorità".

Giovanni Mennillo

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