Prima segnalazione in Toscana della pianta aliena porracchia peploide

La porracchia peploide

Si tratta di una specie sudamericana importata in varie parti del globo. Ormai ampiamente diffusa


Gli operatori del Gruppo di Lavoro Biomonitoraggio dell'Area Vasta Centro di ARPAT hanno rinvenuto, durante un campionamento per l'attribuzione dello stato di qualità delle acque superficiali mediante le macrofite acquatiche, una specie esotica non ancora segnalata per la Toscana, ossia Ludwigia peploides subsp. montevidensis (Spreng.) P.H. Raven, comunenemente denominata porracchia peploide o di Montevideo, appartenente alla famiglia delle Onagraceae.

Il ritrovamento è avvenuto presso la stazione denominata “Ombrone medio” in località Caserana (comune di Quarrata – PT) e, successivamente, nella stazione denominata “Ombrone valle” in località Comeana (comune di Carmignano – PO).

Allo scopo di convalidare il riconoscimento della pianta è stato contattato il Laboratorio di Fitogeografia (Dipartimento Biologia) dell'Università degli Studi di Firenze, che ha confermato la determinazione.

Per quanto riguarda il Torrente Ombrone Pistoiese, in tempi successivi la pianta è stata ritrovata in altri punti: in località Ferruccia (comune di Quarrata – PT) e in località Castellare (comune di Pistoia).

Interessante è anche il ritrovamento della porracchia peploide nel Fiume Arno presso Camaioni (comune di Montelupo Fiorentino – FI), ossia circa 4 km a valle dell'immissione dell'Ombrone P.se nell'Arno.

Si tratta evidentemente di una progressiva conquista di nuove aree da parte della pianta, probabilmente per via vegetativa, che fanno temere un'infestazione ormai diffusa e, forse, non più controllabile.

La porracchia peploide è una pianta di origine sudamericana che è stata importata in varie parti del globo e, viste le sue elevate capacità vegetative, si è ampiamente diffusa. In Francia è considerata la specie aliena acquatica più invasiva; in Germania, Svizzera e Spagna è stata inserita nella Lista Nera delle piante invasive, ed è presente anche in altri paesi dell'Europa Occidentale e mediterranea (Regno Unito, Belgio, Portogallo, Paesi Bassi, Grecia).

Per monitorarne la diffusione e contrastarne l’espansione, l'Unione Europea ha inserito L. peploides nel Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 del 13 luglio 2016, che adotta un elenco di specie esotiche invasive di rilevanza unionale.

In Italia la specie è stata introdotta alla fine del XX secolo come pianta da acquario (“La flora esotica lombarda”, Banfi & Galasso, 2010) ed ora è presente in varie regioni del nord e nel Lazio.

La Regione Lombardia ha incluso L. peploides nella lista nera allegata alla L.R. 10/2008 delle specie alloctone vegetali oggetto di monitoraggio, contenimento o eradicazione.

La porracchia peploide è una pianta con elevate capacità di diffusione, in quanto si può propagare da frammenti del fusto o del rizoma, facilmente distaccabili dalla pianta per azione del vento, dell'acqua o di animali. I frammenti della pianta radicano poi presso le sponde dei corsi d'acqua a lento deflusso, emettendo dei fusti galleggianti lunghi fino a 3 metri. La facilità di diffusione, insieme alla rapida crescita della pianta, capace di raddoppiare la biomassa in poche settimane, fanno della porracchia peploide una specie biologicamente vincente.

La proliferazione di L. peploides può portare a vari problemi sanitari, ecologici e socio-economici:

  • le sue estese e dense proliferazioni possono fornire, infatti, riparo agli insetti fitofagi e favorirne la moltiplicazione;
  • limitare la fruizione ricreativa dei corsi d'acqua (balneazione, pesca sportiva);
  • incrementare il rischio di alluvioni, formando occlusioni presso ponti o altre zone di restringimento dell'alveo;
  • ostacolare, a causa della sua “aggressività biologica”, la vita delle specie animali e vegetali autoctone legate all'ambiente acquatico.

Fonte: Ufficio stampa Arpat

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