La nuova vita dei migranti a Monte San Savino, dal pizzaiolo al corso di economia domestica

A Monte San Savino il consorzio “Comars” aderente a Confcooperative gestisce l’accoglienza di 38 persone


C’è chi fa il pizzaiolo e chi si dedica all’economia domestica, chi fa volontariato e chi studia. A Monte San Savino, i 38 richiedenti asilo hanno imboccato queste strade per costruirsi una nuova vita, aiutati dal consorzio “Comars” aderente alla rete Federsolidarietà di Confcooperative Toscana. Sono tutti giovanissimi, tra i 18 e i 25 anni, tra di loro anche sei donne e due neonati, arrivati la scorsa estate.

Vivono in appartamenti autonomi, preparano da mangiare, fanno la spesa e si occupano della pulizia della casa. Alcuni di loro hanno già un lavoro e altri seguono corsi di formazione. Molto gettonato quello per pizzaiolo.

“I migranti sono costantemente seguiti dai nostri operatori e da uno psicologo - ha detto Fabio Palmieri presidente di Federsolidarietà Toscana e della cooperativa sociale Arca 1, aderente al consorzio Comars - Abbiamo deciso di investire il loro tempo soprattutto in formazione, come corsi di italiano, educazione stradale, civica, domestica e professionale. La comunità che li ospita si è abituata a loro e le occasioni di conoscenza e confronto stanno diventando sempre più frequenti”.

Volontariato, cene di beneficenza e collette alimentari, sono queste le attività che fino ad ora i migranti hanno svolto al servizio della comunità grazie alla collaborazione delle istituzioni e delle associazioni locali. “Un ingresso graduale nella vita della comunità, che si completerà a breve con l’avvio di azioni di volontariato e altri corsi per renderli sempre più autonomi. Inoltre - ha aggiunto Palmieri - siamo già in contatto con diverse realtà del territorio per avviare nuovi progetti e attività”.

Il consorzio Comars fa parte di un raggruppamento temporaneo di imprese che comprende altre 7 realtà, tutte impegnate a migliorare il processo di integrazione dei migranti. C’è l’associazione Pronto Donna, Oxfam intercultura Italia, Arci Arezzo, la cooperativa La Tappa e il consorzio “Isola che non c’è” che comprende altre 4 cooperative

Fonte: Ufficio Stampa

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