Pesca a mosca come terapia psicofisica di supporto per le donne operate di cancro al seno

Si è svolto domenica 19 marzo al “Bagno Alcione” a Marina di Carrara, in un clima di grande entusiasmo e partecipazione, il primo incontro fra i rappresentanti delle associazioni italiane promotrici di CfR Italia e Mary Turney, Presidente del Direttivo Nazionale Casting for Recovery USA e coordinatrice del programma in Wyoming  alla presenza di Roberta Crudeli, Responsabile Infermieristica del Dipartimento Oncologico dell’ospedale di Carrara, Federica Pucciarelli, psicologa dello stesso dipartimento, Laura Pisano, responsabile nazionale per APR Alleanza  Pescatori  Ricreativi,  il Vice Presidente del C.I.P.M. Nazionale Massimo Maggiani, il Mosca Club Apuano Sez. CIPM Massa Carrara, con il Presidente Giancarlo Berlucchi e il Segretario Franco Del Chiaro.

Dal momento che la sede statunitense dell’organizzazione ha dato il via libera alla costituzione di  Casting for Recovery Italia, i rappresentati delle associazioni coinvolte, il personale medico del reparto di Oncologia di Monterosso e la Onlus Il Volto della Speranza stanno organizzando il ritiro del primo gruppo di pazienti in fase di recupero post operatorio, ritiro previsto fra maggio e giugno o, al più tardi, a settembre di quest’anno.

Ma di cosa si tratta esattamente, come può la pesca a mosca portare beneficio alle donne in un momento così difficile della loro vita?

Come spiegano Roberta Crudeli e Federica Pucciarelli“Nella battaglia contro le patologie oncologiche la multidisciplinarietà è un elemento essenziale. Multidisciplinarietà è la capacità di più figure professionali di lavorare insieme per affrontare tutti gli aspetti della malattia: fra questi dobbiamo avere ben presente la dimensione emotiva, quindi l’enorme impatto a livello psicologico del cancro sulle pazienti; a Carrara possiamo dire con orgoglio di essere sempre stati all’avanguardia da questo punto di vista, basti pensare ai “Donatori di Musica” per fare un esempio fra tanti. La scienza ha dimostrato che l’approccio psicologico positivo costituisce il 50% della cura e della possibilità di successo nella guarigione. Il programma di CfR si inserisce perfettamente in questo contesto: si tratta di migliorare la qualità della vita di donne mastectomizzate in un momento di grande incertezza e dolore fisico ed emotivoI benefici derivano da più fattori: condivisione delle esperienze, supporto psicologico, il fatto di staccare la spina e stare in mezzo alla natura, la concentrazione sull’apprendimento di una nuova attività, perché quando la mente è occupata in una nuova sfida non c’è spazio per altri pensieri…”

Il primo gruppo di sei donne che verranno invitate ad usufruire del progetto, totalmente gratuito per le partecipanti, saranno seguite da Istruttori della Scuola Nazionale di Pesca a Mosca CIPM,  personale sanitario (medici, infermieri, psicologi) e volontari, in un alternarsi, nei tre giorni del ritiro, di momenti di istruzione alla tecnica di pesca, terapia medica e terapia psicologica di sostegno.

Mary Turney ha parlato a lungo con i rappresentanti italiani di CfR presenti all’incontro, nel corso del quale sono state affrontate, con competenza e passione, tutte le tematiche, e possibili problematiche, relative allo svolgimento del programma.

Ricordiamo sempre che parliamo di pesca, ma qui non si tratta solo di pesca: si tratta, innanzitutto, di supporto emotivo, di condivisione e accettazione del dolore, di abbracci, di ritrovarsi… - esordisce così nel suo intervento Mary Turney, e continua – Al di là di ogni procedura e protocollo di attività, pur importanti, che in Italia potrete adattare alla vostra cultura e, per esempio, ai vostri orari, ciò che veramente conta e farà la differenza per le donne che parteciperanno al programma,  è come queste donne si sentiranno accolte, comprese, libere di esprimersi, rassicurate…in una parola: amate. Nella nostra esperienza, in Wyoming, vediamo di tutto: donne che si aprono e parlano, donne che non lo fanno, donne che finalmente si lasciano andare a un abbraccio, pianti, risate, donne arrabbiate col mondo intero, ed è naturale, perché la malattia ha stravolto le loro vite…A questo proposito è importante parte della terapia anche un momento di raccoglimento spirituale, che abbiamo voluto chiamare “saluto al sole” nel quale la riflessione è: nonostante tutto il dolore, la paura, la solitudine, cosa ha portato di buono questa esperienza nella mia vita? Di cosa posso essere grata?”

Avanti tutta quindi sull’obiettivo, il ritiro del primo gruppo di donne coinvolte.

Per aiutare a far sì che questo obiettivo possa essere raggiunto è di vitale importanza  supportare il progetto collegandosi al sito http://castingforrecovery.it/ per una donazione ma anche offrendo la propria disponibilità relativamente alle necessità specifiche per la realizzazione del ritiro.

Fonte: Carrara Fiere - Ufficio Stampa

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