Cento studenti dell’Enriques sulle tracce di Agostino Testaferrata

Un centinaio di studenti dell’Istituto superiore “F. Enriques” di Castelfiorentino (in gran parte frequentanti il nuovo indirizzo “Agrario”) hanno preso parte la settimana scorsa ad una serie di escursioni presso la tenuta di Meleto, un tempo dimora di Cosimo Ridolfi, dove  Agostino Testaferrata – fattore della tenuta - fu protagonista tra la fine del ‘700 e i primi dell’800 di una delle esperienze più straordinarie di bonifica collinare che siano mai state tentate nella Toscana granducale: le cosidette “colmate di monte” e la sistemazione “a spina”.

Opere che il Testaferrata, uomo che aveva scarsa dimestichezza con i libri ma possedeva un acuto spirito di osservazione, affrontò due problemi ritenuti fino a quel momento di difficile soluzione: la eliminazione dei “calanchi”, ovvero quei lunghi solchi ad orientamento verticale dovuti ai processi di erosione (che diventavano particolarmente evidenti a causa della natura del terreno, di origine pliocenica) e la regimazione delle acque nelle colline, la cui velocità doveva essere rallentata onde evitare il ripetersi di tali fenomeni.

Per comprendere al meglio l’importanza dell’opera del Testaferrata, le escursioni sono state affidate ad una guida esperta del territorio, il dott. Valerio Desideri (profondo conoscitore della bonifica collinare) il quale ha accompagnato gli studenti prima in alcune zone dove sono ancora oggi presenti delle “balze” e dei “calanchi”, e successivamente presso il podere che porta ancora oggi il nome del fattore di Meleto.

"Nella prima metà dell’800 – osserva il dott. Valerio Desideri - grazie alla spinta innovativa impressa dai nuovi regnanti e al bisogno popolare  di migliori condizioni di vita, la Valdelsa è stata teatro di importanti innovazioni in agricoltura. Fra queste, la bonifica dei terreni collinari, da sempre impervi ed improduttivi. La "colmata di monte" di Agostino Testaferrata, realizzata nella tenuta di Meleto del marchese Cosimo Ridolfi in quel periodo, ne è sicuramente una delle massime espressioni ma non è solo il prodotto del loro impegno. Questa vecchia bonifica collinare è stata soprattutto  l'opera anonima  di generazioni che, silenziosamente, hanno lasciato un segno della vittoria dell'uomo sulle avversità più aspre del suolo."

La partecipazione degli studenti alle escursioni, coordinati dal prof. Daniele Mangini (in collaborazione con il prof. Guzzi), ha rappresentato la conclusione di un progetto promosso dal Comune di Castelfiorentino e dall’Istituto “F. Enriques” nell’ambito della Festa della Toscana. Un progetto che ha saputo combinare in modo virtuoso la teoria alla pratica, le lezioni in classe alle visite guidate. Senza trascurare gli aspetti sociali della vita rurale in Valdelsa nell’800, approfonditi anche attraverso la partecipazione allo spettacolo teatrale “Am(e)leto” del 4 marzo scorso.

“Le visite realizzate con gli alunni delle prime e delle seconde – sottolinea il prof. Daniele Mangini, coordinatore del progetto per l’Istituto “F. Enriques” - hanno permesso di approfondire sul campo non solo la storia delle colmate di monte e dello sviluppo agrario che ha contraddistinto la Valdelsa negli ultimi duecento anni, ma anche gli aspetti legati al lavoro ed alla società. L’auspicio è che questo progetto possa continuare, continuando nell’esplorazione della storia del territorio che può aiutare nella costruzione di un futuro sostenibile ed equo”.

“Il progetto che abbiamo realizzato quest’anno in occasione della Festa della Toscana – sottolinea il presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Ginori – rappresenta un approfondimento del percorso avviato lo scorso anno con la riscoperta di Cosimo Ridolfi. La lezione di Agostino Testaferrata ruota sempre intorno all’esperienza di Meleto, vero e proprio centro di innovazione agraria della Toscana granducale, che noi vogliamo sempre più legare al percorso formativo del nuovo indirizzo Agrario dell’Enriques, per una migliore consapevolezza della nostra storia e per le notevoli potenzialità che Meleto è in grado di offrire, anche da un punto di vista turistico.”

Fonte: Comune di Castelfiorentino - Ufficio Stampa

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