Consiglio regionale, dal bilancio di previsione a Mps passando a molti altri temi

E' la variazione del bilancio di previsione pluriennale 2017-2019 del Consiglio regionale, ad aprire i lavori dell'Assemblea toscana. All'ordine del giorno anche le disposizioni per il recepimento degli accordi tra la Regione Toscana, le province e la Città metropolitana di Firenze, e le disposizioni in materia di referendum consultivo. In discussione poi una modifica alle norme per la razionalizzazione dei costi della politica, agevolazioni fiscali per il sostegno della cultura e la valorizzazione del paesaggio in Toscana, e la nomina di un rappresentante della Regione nella deputazione generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Tra i temi delle interrogazioni: la situazione aziendale e le prospettive occupazionali dello stabilimento ex Lucchini di Piombino, il taglio dei contributi statali per le politiche sociali, le terapie per bloccare lo sviluppo dei minori con disturbi dell'identità di genere, la gestione della Laguna di Orbetello, e i piani di ambito dell'Autorità Idrica Toscana. Numerose anche le mozioni iscritte all'ordine del giorno.

Costituito il nuovo gruppo Articolo 1-Mdp

È stato ufficialmente costituito il nuovo gruppo in Consiglio regionale. Il presidente dell’assemblea toscana, Eugenio Giani, ha annunciato in apertura dei lavori d’aula la nascita di Articolo 1-Movimento democratico e progressista. Il gruppo è costituito da due consiglieri, Serena Spinelli, che sarà capogruppo e tesoriere, e il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi. Articolo 1-Mdp, ha comunicato Giani all’Aula, farà parte della maggioranza.

Riordino delle Province

Variazione di Bilancio

Seconda variazione del bilancio di previsione finanziario 2017-2019 del Consiglio regionale. E’ quanto dispone la delibera d’iniziativa dell’Ufficio di presidenza approvata a maggioranza in aula e conseguente alla legge sulle “Celebrazione delle ricorrenze istituzionali della Regione Toscana e degli anniversari storici. Istituzione dei Premi regionali di valorizzazione del territorio toscano”. Ha votato contro il gruppo Si - Toscana a Sinistra.

In particolare, si stanziano 100mila euro l’anno (nella previsione triennale) per il premio “Innovazione-Made in Tuscany”, che ha finalità di sostegno e promozione delle “start up” e progetti legati al campo della ricerca e dell’innovazione provenienti prioritariamente dal mondo giovanile. Cinquantamila euro l’anno, sempre per il triennio, sono invece destinati al premio “Giovanni da Verrazzano - Eccellenze toscane” che, come ricorda la delibera, ha come finalità “riconoscere, promuovere e incentivare la cultura e la creatività presente nella storia imprenditoriale della nostra Regione” ed è rivolto “alle categorie più rappresentative della produttività e del commercio di tradizioni della Toscana (esercizi storici, centri commerciali naturali, mercati storici ed imprese)”.

Referendum consultivi

Bocciata la proposta di legge del Movimento 5 Stelle per facilitare l’indizione dei referendum consultivi.

“Per indire un referendum consultivo regionale in Toscana sono necessari i voti dei due terzi dei consiglieri. Impossibile ad oggi senza l’assoluta adesione del Partito Democratico e per questo, causa l’allergia PD alle consultazioni popolari, lo strumento è inutilizzato. La nostra proposta chiedeva una maggioranza semplice, ma il Pd ancora una volta fa una scelta contro la democrazia diretta. Ci spiace, siamo a scelte da fine impero. La voglia di partecipare dei cittadini sarà più forte di chi si arrocca nel palazzo. Aspettiamo di vederla anche nelle prossime elezioni amministrative” commenta Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali e Bilancio, primo firmatario della proposta di legge.

Programmazione regionale: piani di settore allineati al nuovo modello

Con un solo testo legislativo, che modifica ben venticinque leggi regionali in vigore, si punta ad allineare tutte le politiche di settore al nuovo modello di programmazione introdotto dalla legge regionale 1/2015, che vede nel Programma regionale di Sviluppo (Prs) l’atto fondamentale di indirizzo per i prossimi quattro anni e nel Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr), con la relativa nota di aggiornamento, la specificazione degli indirizzi e l’indicazione degli interventi dell’anno successivo.

È questo l’obbiettivo della proposta di legge 167, illustrata in aula dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), che snellisce le procedure e rivede profondamente gli strumenti previsti per attuare le strategie del Prs 2016-2020. L’atto è stato approvato a maggioranza con i voti favorevoli di Pd, articolo 1-Mdp, i voti contrari di Lega nord, M5S, Fi e Sì.

“La disciplina che interviene su imprese e attività produttive – ha spiegato Bugliani - è cambiata pochi mesi fa e le modifiche hanno già tenuto conto delle novità. Su tutto il resto possiamo individuare tre tipologie”. “La prima – ha specificato il presidente - riguarda le leggi di programmazione settoriale che hanno come riferimento un piano che non è stato più riproposto: le nuove modalità di attuazione sono essenzialmente delibere di Giunta regionale, che attuano gli interventi previsti dal Defr e dalla nota di aggiornamento”. Ad esempio, si tratta delle norme sulla tutela e difesa dei consumatori, sulla cittadinanza di genere, sull’ educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro.

La seconda tipologia disciplina la proroga di alcuni piani, come il piano integrato delle infrastrutture e della mobilità (Primm), le norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati, il piano ambientale ed energetico regionale. La terza tipologia riguarda i piani che saranno elaborati nel corso della legislatura corrente per tenere conto del riordino istituzionale, come la legge sulla caccia e quella sulla pesca, che sono anche veri e propi atti di governo del territorio.

Per quanto riguarda altri piani, che derivano da norme nazionali, sono stati fatti interventi di mera manutenzione, come nel caso della legge per la protezione e la bonifica dall’amianto, della proroga del piano di risanamento e qualità dell’aria, della legge per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale, in riferimento ad alcuni aspetti delle politiche abitative.

Fino all’approvazione del nuovo Piano sanitario sociale integrato regionale (Pssir), saranno prorogati il Piano per lo sport e il Piano di indirizzo per l’immigrazione, approvati nel corso della legislatura passata, le cui politiche confluiranno, appunto, nel nuovo Pssir.

Voto contrario alla proposta di legge è stato espresso dal capogruppo di Sì Tommaso Fattori. “Si eliminano un gran numero di piani e programmi – ha detto Fattori – creando un modello complessivo che presenta un’eccessiva genericità. C’è sottrazione di spazio al Consiglio, alla partecipazione interna al Consiglio per approfondire diversi settori, alla cittadinanza e ai portatori di interesse, insomma a tutti coloro che vengono consultati per i piani. Infine, di fatto c’è una delega forte alla Giunta”.

“E’ una norma compendio del nuovo piano regionale di sviluppo – ha detto il consigliere Pd Massimo Baldi - non più pensato per piani ma per progetti. Questa è l’innovazione della programmazione regionale”. “Con questo atto – ha concluso Baldi – completiamo il secondo punto di appoggio del piano regionale di sviluppo che pensa la Toscana ambiziosa negli indirizzi che si propone, credibile e trasparente in quello che fa”.

Cultura e paesaggio: via libera a legge per sostegno e valorizzazione

Via libera alla legge per il sostegno e la valorizzazione della cultura e del paesaggio toscano. Il Consiglio regionale ha votato a maggioranza il testo che prevede agevolazioni fiscali a favore dei soggetti che effettuano erogazioni liberali per la promozione di iniziative in ambito culturale e paesaggistico. Astenute tutte le opposizioni.

Secondo quanto riferito in aula dal presidente della commissione compatente, Gianni Anselmi (Pd), già la legge regionale 45/2012 intendeva dare risposte a chi investiva in cultura e paesaggio con la convinzione di impegnarsi nella crescita economico-sociale del Paese e di contribuire alla competitività del territorio. Dalle analisi effettuate sull’efficacia del provvedimento sono emerse criticità in merito al numero limitato dei progetti offerti in ambito culturale, in contrasto rispetto alla presenza di un’offerta di proposte promosse da enti pubblici con sede in Toscana sul portale nazionale Art Bonus. Con la nuova norma, che vede primo firmatario proprio il presidente Anselmi, si è ritenuto opportuno sia rivedere l’impianto complessivo della legge che i meccanismi di sinergia tra gli strumenti di incentivazione regionali e quelli statali. L’obbiettivo è quello di intercettare le iniziative provenienti da soggetti pubblici della Toscana e indirizzare, nei limiti della normativa comunitaria, le erogazioni liberali  sui progetti di maggiore interesse per la Regione. Con questo intervento normativo, ai vantaggi fiscali già previsti nella legislazione statale, si aggiunge uno sgravio Irap pari al 20 per cento  dell’erogazione in favore delle imprese con sede legale in Toscana. Inoltre, per favorire l’emergere di progetti di maggior rilievo promossi anche da soggetti privati con sede in Toscana, è stato previsto l’innalzamento della percentuale dello sgravio fiscale Irap al 40 per cento dell’importo erogato, oltre all’ampliamento dei soggetti beneficiari. Per monitorare, infine, il processo di implementazione dei nuovi strumenti e considerare risultati e criticità, è stata inserita una clausola valutativa.

Piano Rifiuti: commissione Ambiente, via libera alle modifiche

“Si tratta di un modifica necessaria e urgente che in qualche modo anticipa la revisione generale, peraltro già prevista con la legge del 2014. È una modifica che condividiamo nel merito e nel metodo, supportati da quanto detto dai sindaci di Peccioli e Rufina, e dalle Autorità d’ambito Toscana Centro e Toscana Costa ”. Così il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), a conclusione dei lavori di oggi, martedì 28 marzo, durante i quali è stata approvata a maggioranza la proposta di deliberazione che modifica il piano regionale di gestione dei rifiuti. Si sono espressi contro Movimento 5 stelle, Sì – Toscana a sinistra e Fratelli d’Italia.

La votazione è arrivata dopo l’audizione dei sindaci di Peccioli (Pi) e Rufina (Fi), Renzo Macelloni e Mauro Pinzani e del direttore generale dell’Ato Toscana Centro Sauro Mannucci. Il direttore generale di Ato Toscana Costa, Franco Borchi, impossibilitato a partecipare, ha inviato un contributo scritto alla commissione.

In sede di audizione le modifiche al Piano sono state giudicate di “buon senso”. “Prendono atto di situazioni specifiche e intervengono in maniera celere ed efficace”, è stato riconosciuto, tanto da “auspicare” la “stessa modalità di intervento” su casi analoghi e comunque “laddove sia necessaria una pianificazione veloce”.

Il sindaco di Rufina ha rilevato come l’amministrazione “negli ultimi 12, 13 anni si sia impegnata molto sul fronte rifiuti”. “Abbiamo investito oltre 600mila euro della nostra spesa corrente in questo settore privilegiandolo rispetto alle opere pubbliche. Lo sforzo è stato ampiamente ripagato: 94 per cento di raccolta differenziata spinta è un ottimo risultato” ha detto.

Le modifiche passate in commissione sono limitate a due previsioni specifiche: l’eliminazione dalla programmazione regionale dell’impianto di incenerimento di Selvapiana, nel comune di Rufina, ed il suo ampliamento, ancora non realizzato, in attuazione di un accordo con i comuni interessati; l’inserimento nella pianificazione dell’impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) realizzato nella discarica di Legoli, nel comune di Peccioli.

In sede di dichiarazione di voto il vicepresidente della commissione, Giacomo Giannarelli (M5s), ha motivato il parere contrario: “La cancellazione di Selvapiana era attesa e crea un precedente importante: si può eliminare dalla programmazione un impianto autorizzato. La pianificazione che si sta mettendo in atto, però, è basata su dati 2015 e quindi non attuali”.

Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra) ha annunciato voto contrario rimandando un più articolato commento al dibattito in Aula.

La proposta di deliberazione è iscritta all’ordine del giorno dei lavori di oggi e domani, martedì 28 e mercoledì 29 marzo.

 

Artea: via libera a bilancio preventivo 2017

Via libera al bilancio preventivo 2017 di Artea, l’Azienda regionale per le erogazioni in agricoltura. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza.

Il bilancio di Artea è in pareggio con un valore della produzione pari a un milione e 623 mila euro e costi di produzione pari a un milione e 613 mila euro. L’Agenzia gestisce un milione e 600 mila euro di fondi annui, escluso il costo del personale che rientra nel ruolo unico regionale. Le risorse servono per il funzionamento dell’Agenzia, per prestazioni di servizi e controlli sulle aziende e per il sistema informativo Artea con la gestione dell’anagrafe agricola. Artea è impegnata sia nella gestione di risorse sia come ente pagatore in vari settori come la liquidazione del fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Artea si occupa di attività connesse alla funzione di organismo intermedio per la gestione ed il pagamento dei contributi comunitari non agricoli quali il programma operativo regionale del fondo europeo di sviluppo regionale (POR CReO FESR), il fondo aree sottoutilizzate (FAR), il fondo europeo per la pesca (FEAMP) e di organismo che gestisce altri fondi regionali nel settore agricolo, lavoro, formazione e scuola. L’agenzia si occupa, anche, di attività connesse al pagamento di programmi regionali inerenti l’agricoltura ed in particolare il PRAF. Infine, interviene per la semplificazione amministrativa attraverso l’anagrafe regionale di tutte le aziende/imprese che accedono ai finanziamenti.

Cultura, Art Bonus Toscana, Sgravi per chi investe nel patrimonio culturale e paesaggistico toscano

La Regione Toscana è stata pioniera nel promuovere la possibilità di investire sul patrimonio culturale e paesaggistico per favorirne la salvaguardia e offrire nuove possibilità di sviluppo e crescita dei territori. È del 2012, infatti, la legge regionale numero 45 che prevede la riduzione del 20% sull’Irap a fronte di contributi liberi per progetti in linea con il programma regionale offerti da enti pubblici o privati senza scopo di lucro, con l’eccezione, però, di alcuni soggetti economici tra cui le fondazioni bancarie, le banche e le assicurazioni. Oggi, il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge del gruppo del Partito Democratico, che su iniziativa del presidente Gianni Anselmi,  propone alcune modifiche alla 45 ampliandone la potenzialità e creando così una perfetta sinergia con la misura nazionale dell’Art bonus, operativa da fine 2014.

“La legge del 2012 – ha sottolineato intervenendo in aula Gianni Anselmi presidente della Commissione cultura e primo firmatario della proposta di legge - nasce per mettere in campo una politica fiscale di agevolazione soprattutto per i privati. Noi partendo da questo abbiamo fatto una valutazione sull’efficacia di queste norme anche comparandole con l’Art Bonus nazionale. Siamo intervenuti quindi in due direzioni: potenziando gli effetti dell’Art Bonus nazionale e raddoppiando gli incentivi della legge 45/2012. Cosa prevede la legge? Sui progetti di interesse regionale inseriti su Art bonus le imprese con sede in Toscana possono beneficiare di un ulteriore sgravio Irap del 20% sulle erogazioni liberali effettuate che si somma al 65% previsto dalla misura nazionale. Si mantiene la possibilità dei privati di presentare dei progetti in Toscana e si agevola su questa tipologia di progetti la raccolta dei fondi con aumento al 40% degli sgravi Irap concessi ai mecenati con sede in Toscana e si estende la possibilità di ottenere i benefici fiscali  anche a banche, fondazioni bancarie e a società di assicurazioni. Infine è prevista una convenzione con l’Agenzia delle Entrate per regolare i rapporti tra questa e la Regione in merito alle modalità e procedure di accesso alle agevolazioni”.

“Mi fa particolarmente piacere – conclude Anselmi - che questa legge approdi in aula proprio oggi, quasi in contemporanea con l’inizio del G7 della cultura a Firenze. La tutela del patrimonio e la cultura come strumento di dialogo, temi su cui si confronteranno i ministri della cultura dei 7 grandi paesi del mondo, sono da sempre punti cardine della regione toscana. Siamo ancora più orgogliosi, quindi, di poter approvare questa legge come ennesimo esempio di una regione non solo conosciuta per la sua arte e la sua bellezza ma che della tutela e valorizzazione vuole farne un punto distintivo”.

Comuni: circoscrizioni territoriali, non passa proposta di legge al Parlamento

Non passa la proposta di legge al Parlamento, presentata dai consiglieri della Lega Nord, per una modifica del Testo unico sugli enti locali e per “eliminare una disparità di trattamento tra i cittadini residenti nei grandi centri urbani e nei piccoli borghi”.

Il Consiglio regionale ha respinto tutti gli articoli del testo illustrato dal presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd). La proposta prevedeva che un numero adeguato di residenti, stabilito dalla legge regionale, potesse proporre il distacco di parte del territorio di un nuovo comune, nato da fusione, entro dieci anni dalla sua istituzione e anche in caso di numero di abitanti inferiore a diecimila. Nel testo si impediva inoltre ad un sindaco con due mandati sulle spalle di ripresentarsi per un terzo mandato nel nuovo comune nato dalla fusione.

In sede di dichiarazione di voto il consigliere Marco Casucci (Lega) ha ribadito la posizione del gruppo in tema di fusione dei Comuni. “I nostri ripetuti appelli alla prudenza sono stati respinti” ha detto tacciando la maggioranza di “soffrire di una grave forma di fusionomania”.

“Siamo a favore delle fusioni a fronte di un processo partecipativo importante e con potere vincolante” ha detto Gabriele Bianchi (M5s). “Sui processi in quanto tali crediamo serva più tempo per spiegare ai cittadini vantaggi e cambiamenti”.

La consigliera di maggioranza Valentina Vadi ha ribadito il voto contrario non per “ideologia ma per una osservazione politico-amministrativa”. “Le fusioni possono essere un’opportunità” ha ribadito.

Costi della politica: non passa la proposta della Lega

La proposta di legge presentata dai consiglieri di Lega Nord, primo firmatario Claudio Borghi, per razionalizzare i costi della politica legati al funzionamento dell’assemblea legislativa regionale, è stata respinta dall’aula con ventiquattro voti contrari e quindici favorevoli.
E’ stato il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd) ad allustrarla, sottolineando che il testo vuole ancorare l’indennità che spettano a consiglieri, presidente e componenti della Giunta, allo stato di benessere della comunità toscana. Il punto di riferimento del sistema di calcolo è il reddito complessivo medio regionale, ossia il rapporto tra il reddito complessivo ed il numero dei contribuenti. Ad esso si associano parametri come il tasso disoccupazione, la presenza di giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano (NEET), il tasso di natalità e il tasso di povertà assoluta.

Un dato negativo riscontrato in Regione Toscana rispetto ai cosiddetti parametri associati, dovrebbe comportare, secondo la proposta respinta, una  serie di decurtazioni alle indennità. Tali decurtazioni non avrebbero luogo nel solo caso in cui i risultati siano comunque migliori delle altre regioni a statuto ordinario. A questo scopo il nostro istituto di programmazione economica (Irpet), sulla base di dati Istat, individuerebbe una Regione benchmark per fare ogni anno il calcolo delle indennità, moltiplicando il reddito medio per una serie di coefficienti precisati in legge e applicando le decurtazioni.

In nessun caso si può determinare una spesa mensile lorda complessiva superiore ai limiti attuali: Presidente del Consiglio e Presidente della Giunta, 13.000 euro; consiglieri con indennità di funzione e componenti della Giunta, 12.800 euro; consiglieri senza indennità di funzione, 11.100 euro. [art8-com2] Nel caso in cui il rimborso spese sommato all’indennità, determini il superamento dei limiti, viene operata d’ufficio una riduzione.

“Il tema è di scarsissima rilevanza - ha precisato Claudio Borghi - ma, visto l’interesse del dibattito pubblico, ho deciso di presentare una proposta con un’idea precisa: la compartecipazione dell’assemblea governante al successo, o insuccesso del territorio che governa”. A suo parere, “se l’indennità dei parlamentari italiani fosse indicizzata alla crescita del Pil, magari qualcuno

ci penserebbe due volte a votare scemenze tipo il fiscal compact o il bail in”.
Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra) ha ammesso di aver subito il fascino dell’idea, ma ha annunciato voto contrario, perché “il cuore del meccanismo è difettoso”. A suo parere non è possibile separare gli effetti della politica nazionale, sia essa delle stesso segno o meno, da quelli della politica regionale. Perché, poi, le opposizioni dovrebbero godere o essere penalizzate da scelte non condivise. Infine, c’è il rischio di sfasatura temporale, perché alcune scelte politiche hanno effetti a lungo termine.

“L’obbiettivo era di passare da uno stipendio fisso ad uno legato anche al merito ed al territorio – ha ribadito Manuel Vescovi (LN) – E’ incredibile in questa situazione del paese che la Toscana vada male ed il nostro stipendio resti intatto”.
“Apprezziamo gli sforzi della Lega Nord per andare dietro al Movimento Cinque Stelle, che non aspetta una legge per tagliare i costi della politica – ha replicato Giacomo Giannarelli (M5S) – ma siamo molto critici sull’impianto. Fra l’altro vengono mantenute le indennità attuali”. Giannarelli ha voluto precisare che il suo movimento politico ha restituito 80 milioni di euro di rimborsi elettorali non spesi e del taglio delle indennità.

Massimo Baldi (Pd) ha ammesso che la proposta ha un suo fascino: quello di introdurre nella politica modelli aziendali. “Sono d’accordo anche nell’ammettere che la politica ha un suo costo” ha aggiunto, “ma ritengo che a pagare debba essere chi ha responsabilità di fare leggi e prendere decisioni, lo Stato e le istituzioni, e non magari gli amici”. A suo parere, però è l’impianto ad essere carente e giustificare un voto negativo.

Claudio Borghi ha replicato che la scelta di introdurre un benchmark serve apppunto ad annullare gli effetti del ciclo economico, mentre è inevitabile che la minoranza finisca con il subire le scelte della maggioranza, visto che i cittadini eleggono i propri rappresentanti in un’assemblea.
Alcune sottolineature negli interventi di Giannarelli e Borghi, che hanno ripreso la parola a più riprese, hanno alimentato un fitto botta e risposta tra i consiglieri, a cui hanno partecipato Elisa Montemagni (LN), Enrico Cantone (M5S), Andrea Quartini (M5S).

“Questa legge non la votiamo, perchè non ha senso” ha sintetizzato in conclusione il capogruppo pd Leonardo Marras. Analoga la dichiarazione di voto di Stefano Mugnai (FI), perché la legge “vuole solo inseguire il Movimento Cinque Stelle sul suo terreno, basato sul disdoro delle istituzioni”. Secondo Enrico Casucci (LN) il dibattito è stato aspro, perché “indicizzare le indennità dei consiglieri regionali al reddito medio dei toscani apre la discussione sui costi della politica su un piano diverso"

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