Pisa Ritrovata, la città storica dalla A alla Z dopo il PIUSS

Con la realizzazione dei progetti finanziati con i «Piani Integrati di Sviluppo Sostenibile» Pisa ha vinto una sfida e ha voltato pagina. Scorrere l’Abecedario «Pisa dalla A alla Z», fatto di centoventicinque parole chiave, dà la portata eccezionale dell’operazione, di valenza nazionale, condivisa e sostenuta dalla Regione Toscana, e rende la città orgogliosa di averla compiuta nei tempi imposti dalle regole dell’Unione Europea, rimanendo entro i costi previsti, creando tanto lavoro qualificato nei cantieri e tanto ancora per la prospettiva d’impiego del patrimonio messo a valore.

Il Master Plan di David Chipperfield, realizzato per dare un nuovo e coerente disegno ai recuperi urbani e al riuso del patrimonio storico, era molto ambizioso. Era il rilancio di un lavoro culturale e progettuale nuovo, nato negli anni ’80 del secolo scorso e che animava l’Ufficio Progetti del Comune; il rilancio di un’idea di città. A cavallo dei due mandati amministrativi che sono stato eletto a guidare, in pochi anni, è stato compiuto un disegno molto complesso eppure coerente, che a molti era parso un sogno irrealizzabile.

Abbiamo tolto dall’abbandono la Cinta Muraria Medievale e l’abbiamo resa fruibile, dall’esterno, ritrovando ettari di verde, e con il camminamento in quota. Ciò anche grazie al contributo della Fondazione Pisa, alla quale esprimiamo la nostra gratitudine
Le aperture sperimentali hanno avuto un grandissimo successo. Si è vista un’altra città, inedita, da un’altra visuale. Si sono scoperti spazi pregiati sconosciuti. Si è messo in moto un potente volano di trasformazione ulteriore, per superare le aree ancora degradate o abbandonate. Si è sentito – come dicevo – un orgoglio nuovo per la nostra città.

Il recupero delle Mura Medievali significa anche diventare finalmente degni d’entrare nel novero delle più importanti città murate d’Europa: prima eravamo costretti a vergognarci di come questo patrimonio fosse ridotto e di quanto fosse negletto nell’immaginario dei cittadini e dei visitatori, oggi possiamo farci avanti e essere una città murata di punta. E’ un importantissimo asset aggiuntivo che dobbiamo coltivare con impegno.

Abbiamo creato un asse pedonale della città, tutto lastricato e dunque degno di questo nome, togliendo l’asfalto che comprometteva la bellezza; degno di una città d’arte conosciuta ovunque nel mondo, dalla Stazione Ferroviaria – o dalla antica Porta San Gilio – alla piazza del Duomo, passando per la piazza dei Cavalieri. E dopo lo splendido recupero di via Santa Maria completeremo presto il tratto di via dei Mille e di via Corsica, congiungendo finalmente la piazza del Duomo alla piazza dei Cavalieri. Piazza dei Cavalieri che può dare e darà i frutti della sua bellezza e della sua storia: l’apertura della Torre della Muda fatta dalla Scuola Normale Superiore è un passo fondamentale, e stiamo collaborando con le istituzioni che sono proprietarie dei palazzi che si affacciano sulla piazza e con la Chiesa per offrire, domani, molto di più.

Abbiamo recuperato e stiamo reinventando testimonianze di straordinario valore, quali questo bellissimo Arsenale Repubblicano – che era ridotto ad essere uno scheletro illeggibile – e il complesso della Torre Guelfa; spazi pregiati come i Vecchi Macelli e quelli ancora più antichi, le «Stallette». In quest’area d’importanza cruciale per la città, sono già cantieri aperti le realizzazioni della “Cittadella Galileiana”, uno “science center”, un luogo di divulgazione e di promozione delle scienze – in nome del grande pisano – e il Museo delle Navi Antiche di Pisa ritrovate negli scavi di San Rossore, che sorge negli Arsenali Medicei e è realizzato dal Ministero dei Beni Culturali. La rappresentazione di una scoperta archeologica considerata fra le più importanti degli ultimi decenni e un’esposizione che riguarderà la civiltà marittima mediterranea.

Poi abbiamo restaurato o ricostruito edifici per rivitalizzare i centro storico, per dare luoghi d’iniziativa culturale, di servizio per i giovani e alle famiglie, per fare politiche sociali di inclusione e di aggregazione. Un nuovo asilo. Un centro anziani e per le politiche della Usl e della Società della Salute. Una casa per avviare il recupero di detenuti della nostra Casa Circondariale «Don Bosco». Un grande spazio per attività culturali e sociali, «Officine Garibaldi»; attività rivolte soprattutto ai giovani, fatto con un notevole investimento della Provincia, in via Gioberti, lungo le Mura.

I progetti, realizzati con una chiara impostazione culturale, sono davvero il volano di un modello di crescita della città. Si volta definitivamente pagina, per una crescita di nuovo tipo, non quantitativa, fondata sull’identità storica, sulla città intelligente e sulle intelligenze della città.

Dal recupero della Stazione Leopolda ad oggi il Comune ha investito in spazi culturali e di aggregazione, spesso con recuperi di alto valore, 33 milioni di euro. In molti casi risorse provenienti anche da bandi europei.
Il Piuss ci dà la cucitura in un tessuto organico, continuo, che prima mancava, delle più importanti operazioni di rinnovamento urbano già programmate e ormai troppo a lungo attese: il trasferimento e il recupero delle Caserme e il recupero dell’area dell’Ospedale «Santa Chiara». Dopo il Piuss rimangono da realizzare altri recuperi del tessuto storico. Ma ormai sono il meno e dunque si può avere ragionevole fiducia e si deve avere perseveranza nel completamento dell’opera. Sarà una scelta politica, questa, che spero distinguerà ancora, in continuità positiva, chi governerà la città per il prossimo mandato elettivo.

L’insieme dei progetti Piuss ci dà una trama consistente di verde, offre nuovi percorsi pedonali e ciclabili. Il verde liberato intorno alle fortificazioni è un grande patrimonio. Ma non ci siamo fermati al Piuss. Presto verrà il recupero a parco urbano dell’area di via Battisti – che fino a poco tempo fa ospitava il parcheggio dei bus – finanziata nell’ambito del progetto per la riqualificazione urbana e la sicurezza, che vedrà assegnati al Comune 18 milioni di euro, con l’obiettivo di migliorare lo stato di tutta l’area all’accesso della Stazione Centrale. Mentre abbiamo già elaborato un progetto per il grande Parco della Cittadella – che abbiamo comprato dallo Stato – che si collegherà con quello interno ai Vecchi Macelli e, quando lo spazio sarà recuperato, con il galoppatoio retrostante gli Arsenali Medicei.

Segnalo solo un’altra significativa conquista: il grande parco, entro le Mura, posto fra il Bastione del Barbagianni, il complesso del San Silvestro e le «Officine Garibaldi». Si tratta di un’area, di un polmone, che ha le dimensioni del Giardino Scotto e che può cambiare la qualità della vita del quartiere.

In ogni caso, si sono realizzati anche nuovi sottoservizi, rinnovando infrastrutture fondamentali che spesso erano assai usurate, al limite del collasso. E in questo caso vanno ringraziate le aziende dei servizi a rete per la collaborazione.
E’ un successo che ci distingue. Non è casuale che la Regione Toscana abbia scelto i progetti Piuss di Pisa per rappresentare in un «Euromeeting» il migliore esempio di rinnovamento urbano e d’investimento per la valorizzazione dei beni culturali e per un rilancio turistico centrato sulla qualità, sul respiro da città europea.

Lo stesso si è fatto quando c’è stato da evidenziare buone pratiche d’impiego dei fondi europei – Pisa è una città-record –, lo abbiamo fatto di fronte al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, e con la rappresentazione dei progetti del Piuss nella Mostra Nazionale fatta a Roma per il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. Due presidenti della Repubblica, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, hanno gratificato la città inaugurando, rispettivamente, il rinnovamento del Corso Italia e il recupero dell’Arsenale Mediceo.

Abbiamo attivato circa 40 milioni di euro di sani investimenti pubblici, di cui il 60 per cento – 24 milioni – sono risorse che dall’Unione Europea tornano a noi. Con oltre il 70 per cento dei lavori che ha impegnato aziende locali e toscane che hanno vinto gare molto selettive. I riconoscimenti che oggi diamo alle imprese sono davvero sentiti. La città dunque ha visto aperto un grande cantiere che, nella crisi, ha avuto un effetto anticiclico.

Ciò che si è fatto è frutto di scelte politiche, anche d’impegno finanziario, che hanno un chiarissimo segno culturale e sociale, di sostenibilità ambientale; è frutto della stabilità del governo cittadino, che garantisce il respiro strategico delle scelte; è chiaro segno di capacità del Comune, con la sua struttura, fatta di uomini e donne capaci e volenterosi, amanti della nostra città, di dare esempi concreti di come l’interesse collettivo possa essere servito da un’amministrazione pubblica dinamica, fattiva e culturalmente sensibile, che sfida ristrettezze imposte e soffocanti vincoli burocratici.

Perciò abbiamo voluto dare a tutti i protagonisti, attivi e in pensione, un attestato di ringraziamento che consegnerò con l’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli.
Siamo diventati una città esemplare per impiego dei fondi europei. Siamo la dimostrazione concreta di come le politiche più avanzate dell’Unione Europea, condivise con le Regioni, possano cambiare il volto e l’economia delle nostre città – per noi il bilancio fra dare e avere è fortemente in attivo –. Di come l’Europa unita possa essere utile, l’ho detto anche inaugurando il «people mover»: anche se i beni più grandi che ci ha dato e ci dà sono quelli della pace e della garanzia dei diritti umani fondamentali, della democrazia. Beni oggi di nuovo insidiati, con la crisi economica e la crisi dell’Unione.

La vicenda dei progetti Piuss pisani dimostra come si possa e si debba aver fiducia nella programmazione d’interventi pubblici, fatti con ingenti risorse e come si debba considerare insostituibile una politica pubblica di tutela dei beni culturali, sottratta alle logiche di mercato, centrale anche per mobilitare risorse e competenze volte alla valorizzazione provenienti da attori privati, fatta in stretta e proficua collaborazione con la Soprintendenza. Voglio ringraziare i Soprintendenti che si sono succeduti e il personale con il quale abbiamo collaborato. E permettetemi di esprimere una gratitudine speciale all’architetto Marta Ciafaloni, che ha seguito tutti i progetti con la sua grande cultura, in modo rigoroso e costruttivo.
Ora stiamo gestendo «la fase due», non meno importante della prima fase, quella dei cantieri.

Si devono gestire i beni recuperati, come indicato dai bandi Piuss. A partire dalla cinta muraria che sarà aperta permanentemente ai visitatori e ai cittadini (e domani dai bastioni che si devono ancora recuperare) e dai Vecchi Macelli e dalle Stallette. C’ ancora tanto lavoro da fare. Ci sono energie imprenditoriali e culturali da mobilitare: è un grande cantiere di nuovo lavoro anche questo.

Nella mia presentazione, ho dedicato la bellissima pubblicazione che oggi presentiamo a una persona speciale, Emilio Tolaini. Un uomo che ha speso la sua vita di studioso ad esaltare in modo colto e non conformista la storia e la bellezza di Pisa, a mantenerla e a valorizzarla, e a fare richiami severi e fecondi a non perseverare negli errori che hanno segnato lo sviluppo urbano. Secondo l’ispirazione di Jacques Le Goff, il grande medievista che ho ripreso, il rapporto tra le cinte murarie e l’evoluzione urbana è un modo molto efficace di fare storia e per educare alle sue lezioni.

Camminando sulle nostre Mura ritrovate si legge anche la storia contemporanea di Pisa, che è anche la storia di tante nostre città, in particolare quella del dopo guerra.
Dedico il nostro libro, inoltre, a tutti coloro, politici e tecnici, che in Comune hanno lavorato, in ogni modo ai progetti Piuss, a chi dall’inizio ha avuto il coraggio e la tenacia della sfida. Fra i politici, mi piace ricordare l’impulso dato, quando era assessore al bilancio, da Giovanni Viale: insieme abbiamo fatto una scelta coraggiosa che ha trovato la piena collaborazione della struttura.

In generale, consiglio a tutti noi di riflettere sull’impresa del Piuss come esempio di buona politica. Come punto alto del contributo dato a Pisa da una classe dirigente politica cittadina che ha saputo anteporre gli interessi della città ad ogni vuota pulsione di potere, di quelle oggi purtroppo in voga. Che ha mantenuto un orizzonte progettuale, una visione d’insieme, un progetto. Anche questo è un grande patrimonio da non disperdere. Anzi, dico chiaro che personalmente mi batterò in modo intransigente da rappresentante politico e da cittadino perché non sia disperso.

Ringrazio di cuore l’Editore, i curatori, chi ha fatto le splendide fotografie, Maria Manuela Leoni e l’architetto Mario Pasqualetti, in particolare: la sua conclusa esperienza di dirigente comunale e la sua cultura sono una sintesi esemplare a cui possono rifarsi coloro che lavorano in Comune per la bellezza e la prosperità della nostra città. Ringrazio di cuore i nostri interlocutori: carlo Olmo e Fulvio Irace.
Diamo appuntamento per le prossime puntate di questa bella storia.

Fonte: Comune di Pisa - Ufficio Stampa

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