Publiacqua, Amato (AL): "Dopo i pesanti rincari, i rimborsi tardano ad arrivare"

Miriam Amato

“Non basta arrampicarsi sugli specchi: Firenze fa i conti con le bollette del servizio idrico più care d'Itala. Dopo gli ultimi aumenti del 2016, i rimborsi tardano ad arrivare e tutto ciò è ingiustificabile: Publiacqua e Comune continuano a pensare esclusivamente a fare cassa”. Lo afferma Miriam Amato di Alternativa Libera nella sua comunicazione in Consiglio Comunale e spiega: “Già da marzo denuncio l’ennesimo aumento ,che lo stesso assessore Perra ha provato a negare ma che nei fatti si sta verificando. Publiacqua, da gennaio 2016, ha applicato gli aumenti delle tariffe del 7,5% in base al piano finanziario varato dai sindaci dell'area Firenze-Prato-Pistoia”.

“Tardivamente, a ottobre – ricorda la consigliera di Alternativa Libera - i sindaci hanno deliberato e rivisto i rincari al 4%. Per questo sono stati previsti rimborsi che gli utenti vedranno nei prossimi sei mesi in bolletta: conguagli relativi al periodo gennaio-ottobre 2016. Peccato che dopo avergarantito che i rimborsi sarebbero partiti a febbraio, ad oggi questo sia avvenuto solo in minima parte”.

Amato non ci sta: “Le due delibere dell’ottobre scorso penalizzano sia le famiglie numerose che i singoli, in quanto le bollette aumenteranno per tutti mentre la quantità d’acqua in tariffa agevolata va al di sotto della soglia prevista per il fabbisogno minimo giornaliero dei paesi in via di sviluppo (FAO): 50 litri al giorno".

"Anche i 50 milioni di investimenti straordinari per la manutenzione e i 40 milioni per il telecontrollo chiesti dal sindaco dopo la voragine del lungarno Torrigiani ricadranno nelle bollette degli utenti di Publiacqua, ma intanto l'amministrazione ha incassato i proventi del 2015, aumentati e portati a oltre 4 milioni di euro dei 18,5 milioni divisi fra tutti gli azionisti, pubblici e privati".

“Nell’area fiorentina, da quando il servizio idrico è stato affidato all’azienda partecipata i ricavi da tariffa sono aumentati del 64% (2004/2016). Mentre la quota degli investimenti è progressivamente scesa, fino a una riduzione del 15% del 2016. Numeri che – conclude Amato - evidenziano sia la pessima gestione che la completa assenza di controlli da parte del Comune di Firenze, interessato forse più agli utili che agli utenti”.

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